martedì 17 giugno 2008

The magnificent Windsors' winds

Ieri il Giornale riportava, sotto il titolo Lo sgradito regalo di Harry a nonna Elisabetta (sommario: "Puzzetta" del principe durante il compleanno della regina. Come Filippo due anni fa), la seguente notizia.


Dopo Harry lo «scapestrato» ecco Harry il «ventoso». Non c'è che dire, gli uomini di casa Windsor fanno fatica a trattenere alcune urgenze fisiche soprattutto se si trovano nel bel mezzo di una cerimonia ufficiale. Se poi si tratta della parata in onore del compleanno della Regina l'incidente è praticamente garantito. Chissà, dipenderà dal menu del pranzo, vallo a capire. Fatto è che, come suo nonno il principe Filippo due anni fa, anche il nipotino della Regina, si è lasciato sfuggire una puzzetta mentre assisteva impettito alla tradizionale parata Trooping the Colour che ogni anno festeggia la nascita dei monarchi inglesi. I paparazzi, con l'obiettivo puntato sull'intera famiglia reale, non devono aver creduto ai loro occhi quando sono riusciti ad immortalare, per la seconda volta, lo stesso esilarante e molto poco regale episodio. A cambiare sono stati soltanto i protagonisti e figuriamoci se i tabloid britannici si sono lasciati scappare la scenetta. Ieri sulla stampa scandalistica era tutto uno spumeggiare di battute e doppi sensi.«Dev'esserci qualcosa nell'aria», sogghignava il tabloid News of the World riferendosi al regalino di compleanno inatteso e olezzoso che Henry ha offerto alla nonna. Il giornale lo ha immortalato sghignazzante nella sua uniforme tirata a lucido mentre la Regina e sua zia, la principessa Anna, mostrano delle facce disgustate. Non ha nemmeno tentato di nascondere il proprio ribrezzo il fratello maggiore William, sorpreso a turarsi il naso. Sorride invece il nonno, divertito almeno quanto era apparso nel 2006, quando nella medesima occasione fu sospettato della stessa identica malefatta ariosa. Allora Elisabetta fu l'unica a rimanere impassibile, ieri invece non ce l'ha fatta a far finta di nulla.


Qui sotto, le foto dell'increscioso episodio occorso al principe Filippo d'Edimburgo due anni fa.


P.S.
Vi prego, non dite a mia madre che faccio il giornalista! Ditele che suono il piano in un casino...

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Un tempo sul settimanale satirico "Cuore" c'era una grande rubrica, sempre attuale:"E chissenefrega".

barone von furz ha detto...

eh no caro filosofo...queste son cose che rincuorano lo spirito, altro che i dialoghi socratici...mi permetta...

tic. ha detto...

Caro il nostro filosofo (di recente citato da tic in un post)!
Mi fa piacere riaverla tra noi...
Me la ricordo, la rubrica 'chissenefrega': fondamentale!

Quanto al barone von furz, ero certo che avrebbe apprezzato questo post.
Chissà come mai...

Fabio Montale ha detto...

ma tra una scoreggia e l'altra non ci infila un coccodrillo nella neve?

tic. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
tic. ha detto...

Capisco, capisco: Mario Rigoni Stern se n'è andato...
Criptico sempre, lei.

Anonimo ha detto...

Per fortuna ha studiato ad Eton! Che classe.

Fabio Montale ha detto...

E' questione di vocali: ho studiato alla Eaton!

Anonimo ha detto...

Credo che Felson si riferisse al Principe.. che comunque a quanto pare ha studiato alla Eaton.

Anonimo ha detto...

So che non è il post giusto ma voglio raccontare una storiella che ha a che fare col tema sugli immigrati, i bisiachi e il razzismo, discusso alcuni post fa.
Io sono piuttosto sbadato (tranquilli, non parlero di me, non tocco le punte narcisistiche del nostro affezionatissimo Tic) e come tale, ieri sera, rientrando a casa, ho perso il portafoglio. Non accortomi di nulla sono andato a dormire ignaro di aver lasciato da qualche parte soldi, documenti e altro.
Al mattino presto vengo svegliato dal suono del campanello, imprecando contro il disturbatore e immaginandomi un'incursione dei testimoni di Geova, vado al citofono dove un tale, in un italiano stentato, mi avverte di aver trovato il mio portafogio e di essere passato a consegnarmelo. Accolgo il mio ignoto benefattore: si tratta di un cittadino del Bangladesh, uno di quelli che fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare e i sindacalisti non hanno mai visto fare. Gli offro un caffè, chiacchieriamo un po'e poi se ne va al lavoro rifiutando una ricompensa che gli avevo offerto.
Scampato il pericolo di dovermi infilare nel labirinto della burocrazia italica per dover rifare i documenti, mi sono chiesto: avrei dovuto dirlo a quella gentile persona che nonostante il suo evidente senso civico una buona fetta dei monfalconesi lo detesta, o ne è infastidito, perche ha la pelle scura, si veste in modo strano, parla una lingua incompresibile e occupa la piazza centrale? E poi quanti bisiachi avrebbero fatto lo stesso?
Caro Tic, un giorno mi hai raccontato che qualcuno ti aveva chiesto di rimuovere le panchine in piazza per impedire lo stazionamento degli immigrati, suggerisco di metterne di due tipi, una per immigrati, l'altra per i locali, un lavoro di poca spesa, basta prenderne alcune dal Sudafrica dove giacciono inattive da alcuni anni. Naturalmente le indicazioni "par negri" e "par bisiachi" in idioma locale con la supervisione dei cultori del nostro dialetto.

Anonimo ha detto...

Gentile Diogene, chiedo il permesso di raccontare tale vicenda sul quotidiano locale naturalmente in forma anonima...
Mi pare sia il caso, alla faccia di chi ci vuol male.

tic. ha detto...

Bella l'idea di chiedere in Sudafrica.
Non escludo di uscirmene pubblicamente con tale proposta.
Così, tanto per cagare in faccia a quelli che "io non sono razzista, sa! Però...".

barone von furz ha detto...

splendido raccontino morale caro diogene...ma non ho capito il nesso con la scorreggia...

tic. ha detto...

Vedo che questo post l'ha interessata, mio caro barone von furz.
Non ho bisogno di chiedermi perché...