domenica 30 ottobre 2011

For Renzi is...


Prestatemi orecchio.
Sono venuto a seppellire il Pd, non a farne l'elogio. Il male che un partito fa, gli sopravvive; il bene, spesso, resta sepolto con le sue mozioni congressuali. E così sia del Pd.
Il nobile Renzi vi ha detto che il Pd era poco ambizioso: se era, ebbe grave colpa; e il Pd l'ha gravemente scontata.
Qui, col beneplacito di Renzi, e degli altri – ché Renzi è un uomo d'onore, e anche gli altri, tutti uomini d'onore, specialmente Sergio Chiamparino – sono venuto a parlare al funerale del Pd.
Fu il mio partito, noioso e deprimente fin che volete, ma in qualche modo il mio partito.
Però Renzi dice che era poco ambizioso: e Renzi è uomo d'onore.
E dunque, o quiriti, primarie di coalizione! Primarie di coalizione al Pd! Primarie con tre, sei, nove, dodici candidati del Pd!
Tre, sei, nove, dodici candidati del Pd contro gente che, nei propri partiti, non ci pensa manco per sbaglio a fare le primarie, ma proprio per nessunissima carica: fossero matti!
Tre, sei, nove, dodici candidati del Pd per far contento Parisi!
Tre, sei, nove, dodici candidati del Pd per andare oltre il Novecento!
Tre, sei, nove, dodici candidati del Pd sennò Alessandro Baricco non ci vota!
Prestatemi orecchio, quiriti.
E ridete: sarà pure un funerale, questo, ma è tutto da ridere...

sabato 22 ottobre 2011

Al calduccio sotto le mie copertine (n.30)

Willie Nile, Willie Nile, 1980



Ride to my window baby, come in the morning

under the covers maybe we can play.

The nasty old reaper don't give you no warning

ride to my window baby, come by today.


Ride to my window baby, come in the evening

the afternoon sun is going down soon.

Why be waiting there, hiding and grieving

when we could be rolling neath the vagabond moon.


It rides and thrills as it rides in the hills

and it rolls through the dregs of the night.

It shines and beams down the back alley streams

and it fills a poor heart with delight.



P.S.
Ricordando un amico.

martedì 18 ottobre 2011

Capisaldi della cultura cattolica, pt. 5


«Anche il Papa nell'enciclica “Caritas in veritate” insegna che la questione sociale è ormai integralmente antropologica...»

(Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute del governo Berlusconi)



P.S.
Cos'è che insegna, il Papa? Non l'ho mica capito.
Ma forse nemmeno la signora Roccella l'ha capito, va: è solo che ci tiene a darsi un tono, povera donna...

giovedì 13 ottobre 2011

Memorabilia


Alessandro Dalai, editore, boss di Baldini Castoldi e Dalai, dichiara che, prima di Io uccido, «Faletti aveva già pubblicato per noi un libro straordinario: Porco il mondo che ciò sotto i piedi. Con un incipit folgorante: “Erano le sette e mezza di mattina e Vito Catozzo stava cagando”».
Capito? Un libro “straordinario” con un incipit “folgorante”.
Dal che si deduce che Alessandro Dalai, definito dal suo intervistatore “uomo dal carattere tosto”, è pure un grande cinico (en passant, ha detto anche che Va dove ti porta il cuore, pubblicato nel 1991 proprio da lui, «era un libro perfetto, emotivamente coinvolgente. Quando, in una notte, l'ho letto mi ha commosso e ho pianto». Sì, sì. Come no. Me lo vedo, che piange. In effetti anch'io ho pianto, leggendolo. Alla terza pagina già piangevo. Alla quarta, preso atto della commozione che mi prostrava, il capolavoro della Tamaro si mise a volare per la mia cameretta. Letteralmente).


Valentina Vezzali, la famosa campionessa del fioretto, se n'è uscita dicendo che Kung Fu Panda le ha insegnato «che la pace interiore è la cosa più importante».
Kung Fu Panda, sì.
Dal che si deduce che Valentina Vezzali, 37 anni, detta la leonessa di Jesi, ha un sacco di problemi (ma questo era già venuto fuori, in modo inequivocabile, nella puntata di Porta a porta di martedì 16 settembre 2008, quando la regina della savana fece dono al papi della Patria di un fioretto con dedica: “Al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con sincera stima, Polizia di Stato, Valentina Vezzali”. Siccome Berlusconi mostrò di apprezzare, la nostra lo sfidò scherzosamente – ah ah ah!!! - con il suddetto fioretto. Lui, da raro gentiluomo, rispose: «Non potrei mai, nemmeno con un fiore», e la Vezzali, pronta e ammiccante: «Presidente, da lei mi farei veramente toccare...». Ricordate? Siparietti di regime. E una povera creatura con gravi problemi. Ma grandissima, anzi la più grande di tutte sulla pedana, eh! Per carità...).


martedì 11 ottobre 2011

Anch'io trenta/quarantenne (rampante) del Pd!!!


Leggo oggi sul giornale (la Repubblica) che il trenta/quarantenne (rampante) del Pd Matteo Renzi ha organizzato un'altra convention dei suoi ormai proverbiali rottamatori dal 28 al 30 ottobre alla stazione Leopolda di Firenze. Ci saranno, pensate, Alessandro Baricco in quanto scrittore e Alessandro Campo Dall'Orto in quanto numero uno di Mtv Italia, Giorgio Gori in quanto produttore (che cosa produca poi Gori non saprei dire, ma vabbè: qualcosa egli produrrà e via andare) e Fausto Brizzi in quanto regista. Ah, sì: ci sarà pure («viene apposta da Chicago», quasi si commuove Renzi) Luigi Zingales in quanto economista.
Che mi dite? Eeeeh? Fico, no?
Secondo il quotidiano la Repubblica, “quella di Renzi è una sfida al Pd: «Vogliamo incalzarlo sui contenuti, perché non pensi solo a piccole beghe e grandi alleanze. E ci sarà una grossa sorpresa finale», annuncia”.
Quale grossa sorpresa? Azzardiamo volentieri una previsione: potrebbe trattarsi di Natalie, la trans del caso Marrazzo.


Leggo poi che la ormai leggendaria Debora Serracchiani e Pippo Civati - trenta/quarantenni (rampanti) del Pd, esattamente come Renzi – il 22 e 23 ottobre saranno a Bologna con la convention intitolata Il nostro tempo: «non abbiamo litigato con Matteo – sostiene Civati – abbiamo solo preso strade diverse».
Avete preso nota, sì? Bene. Sappiate allora che non è finita: il prossimo weekend, infatti, Nicola Zingaretti e Andrea Orlando - altri trenta/quarantenni (rampanti) del Pd denominatisi, pare, “neo-dem” - terranno una loro convention a L'Aquila.
In tutto 'sto magnifico fervore di iniziative politiche, il quotidiano la Repubblica si è lasciato sfuggire la notizia della convénscion dei trenta/quarantenni (rampanti) del Pd della provincia di Gorizia, organizzata da me e da Stefano Pizzin alla trattoria "Dal Peon" a Turriaco (GO) per una delle prossime serate.


Ci ritroveremo in quel luogo (così carico di storia, non esito a dire) per discutere, ovviamente, di futili minchiate: le stesse - ma proprio le stesse, sputate sputate - di cui Matteo Renzi discuterà con Baricco, Campo Dall'Orto, Gori, Brizzi e Zingales alla stazione Leopolda di Firenze dal 28 al 30 ottobre; le stesse di cui Debora Serracchiani e Pippo Civati discuteranno a Bologna nel corso dell'iniziativa denominata Il nostro tempo; e, indubbiamente, le stesse di cui discuteranno a L'Aquila i “neo-dem” Zingaretti e Orlando).
All'importantissimo appuntamento - denominato Diamoci immantinente al buon tempo alla facciaccia di chi ci vuol male – ci saranno sicuramente Fabio Manunza detto "il Grezzo" in quanto Fabio Manunza detto "il Grezzo" e il dotatissimo (e ho detto tutto...) assessore Michele Rossi del comune di Staranzano in quanto Michele Rossi, miei sciagurati sodali da quasi trent'anni. È stata confermata anche la presenza di Alessandro Fabbro, sindaco del comune di Farra d'Isonzo (GO), in quanto principale esponente della nuova corrente del Pd isontino denominata neo-sanfedisti democratici ("neo-sandem"), e del mio carissimo amico Daniele Gerin (che viene apposta da Conegliano, provincia di Treviso, e a scriverlo quasi mi commuovo).
Chiudo con il menu: trippa e baccalà con polenta.
Si prevede (tenetevi forte!) un tasso alcolico piuttosto alto.

giovedì 6 ottobre 2011

Parole celebri dalle mie parti (n. 101)


"Quando noi ammiriamo la bellezza della perla, non dobbiamo dimenticare che è nata dalla malattia della conchiglia."

(Karl Jaspers)

lunedì 3 ottobre 2011

Ipotesi


Odio con tutta l'anima (cos'è diventato) il calcio. Ma leggo le cronache calcistiche, ogni tanto. Quindi so che l'Inter non sta facendo granché bene, in questo momento (ha beccato 11 gol, che non son pochi, in appena cinque partite), e so pure che ha recentemente cambiato allenatore.
Non sono dunque momenti facili, per il club meneghino.
Oggi poi è venuto fuori che il presidente Moratti, in privato, un paio di mesi fa (cioè pochi giorni dopo la decisione della Figc di non revocare all'Inter lo scudetto del 2006 nonostante il ricorso della Juventus), avrebbe detto: «Vedrete che ce la faranno pagare».
Chi? Chi è che la farà pagare all'Inter? Moratti non l'ha detto.
E allora, sotto con le ipotesi (occhio alle prime due: sono dei classici intramontabili).

1 – i framassoni;
2 – gli ebrei (nonostante Gad Lerner);
3 – il Fondo Monetario Internazionale (forse perché vorrebbe essere l'unica Internazionale al mondo);
4 – i Rosacroce;
5 – Massimo D'Alema e la sua famigerata ombra;
6 – per sei, trentasei;
7 – i magnifici sette;
8 – i quattro figli di Katie Elder e le loro gentili signore;
9 – i tre moschettieri moltiplicati per tre;
10 – l'uomo che corruppe Hadleyburg, l'uomo della pioggia, l'uomo che sussurrava ai cavalli, l'uomo in ammollo e l'uomo Del Monte;
11 – Maga Magò e Amelia;
12 – Magneto e i tutti i mutanti amici suoi;
13 – Mefisto e il suo figliolo Yama;
14 – i Santo California;
15 – Santo and Johnny;
16 – Simon and Garfunkel;
17 – Rodgers and Hart;
18 – Dalla e De Gregori;
19 – il Gran Mogol e le Giovani Marmotte;
20 – i fascisti;
21 – gli Aerosmith;
22 – il sindaco della città di Monfalcone, signora Silvia Altran, e la sua giunta;
23 – i fratelli Karamazov;
24 – sette spose per sette fratelli;
25 – le sorelle Materassi;
26 – le sorelle Bandiera;
27 – le sette sorelle (e questa, secondo me, ci potrebbe stare tutta, visto il core business della famiglia Moratti);
28 – gli Unni;
29 – i Burgundi;
30 – i Visigoti;
31 – i Sioux Hunkpapa;
32 – gli Apaches Chiricahua;
33 – gli abitanti di Alma Ata;
34 – gli astronauti;
35 – i calzolai;
36 – i neo-diciottenni;
37 – le tigri siberiane;
38 – i cosacchi del Don;
39 – gli impiegati alle poste;
40 – gli studenti di farmacia;
41 - i carmelitani scalzi;
42 - i bersaglieri;
43 - i ragazzi della via Pal;
44 - le dame di San Vincenzo;
45 - i lancieri del Bengala.

sabato 1 ottobre 2011

Post (moderatamente) colto con caduta di stile finale

Charles Péguy (1873-1914), singolare figura di intellettuale cattolico francese (un cattolico pochissimo ortodosso), ha lasciato scritto che «le pécheur est au cœur même de la chrétienté... Nul n'est aussi compétent que le pécheur en matière de chrétienté. Nul, si n'est le saint».
Traduco: il peccatore si trova nel cuore stesso della cristianità... Nessuno è competente quanto il peccatore in materia di cristianità. Nessuno, tranne il santo.
Parole su cui riflettere, no? Le trovate, tra l'altro, in esergo a Il nocciolo della questione, uno dei capolavori di Graham Greene, che era pure lui un cattolico ma non amava per niente essere definito “scrittore cattolico” e adesso non sto qui a spiegarvi perché.


Ora, se prendiamo per un attimo sul serio il punto di vista di Péguy, ecco che forse acquistano un senso le parole del cattolicissimo ministro Rotondi (non so bene che faccia abbia: forse è questo qui,

o magari quest'altro qua)

che nei giorni scorsi ha dato di Silvio Berlusconi la seguente definizione: “un santo puttaniere”.
Proviamo a metterci, per un momento, nei panni di un cattolico di quelli tormentati e pensosi. Su, su, che non è troppo difficile...

Bene: e se Santa Romana Chiesa, che ha fatto capire, da qualche tempo, di voler abbandonare Silvio Berlusconi al suo destino, stesse sbagliando?
Magari - chi lo sa, chi può dirlo? - il papi della Patria - con tutte le sue Began, le sue Minetti, le sue ninfette montenegrine: le sue maddalene, insomma - si trova, in questo momento, diciamolo pure con le parole di Péguy, nel cuore stesso della cristianità...
Pensateci: il cuore della cristianità, in questo preciso istante, potrebbe battere nel lettone di Putin a palazzo Grazioli o nella discoteca con i pali per fare la lap-dance della villa di Arcore.
Cosa stiamo facendo, dunque?
A chi stiamo voltando le spalle, eh?
Ma non si è fatto uomo per i peccatori, per noi peccatori, Gesù Cristo? Mi pare si fosse detto così, temporibus illis, no?
Cari miei, son dilemmi etici laceranti, questi: non possiamo mica liquidarli facendo bellamente spallucce, nevvero? Non abbiamo forse dei precisi doveri morali, noi, verso il nostro povero fratello puttaniere?


P.S.
I cattolici italiani mi hanno definitivamente rotto i coglioni.