Ne ha parlato pure Repubblica di sabato scorso, lo so, ma nel caso vi fosse sfuggito ecco a voi, su talkischeap, L'eredità del colonnello di Carlos Trillo e Lucas Varela: una storia sconvolgente sulla follia Argentina degli anni Settanta (la dittatura militare, detta anche Processo di Riorganizzazione Nazionale, e trentamila scomparsi) e sui suoi frutti marci.
Carlos Trillo - uno tra i più grandi scrittori di fumetti di sempre – nella prefazione al libro ricorda quello che disse nel 1976, subito dopo il golpe, il generale Ibérico Saint-Jean, governatore militare della provincia di Buenos Aires: «Prima uccideremo tutti i sovversivi, poi uccideremo i loro collaboratori, poi i simpatizzanti, poi gli indifferenti e infine i timidi». I militari argentini di allora, annota l'autore, erano fatti così: avrebbero ucciso quasi tutti. In nome del patriottismo, in nome dei valori cristiani (e quanti cappellani cattolici a benedire gli assassini, alcuni anche a torturare di persona...), in nome dell'ordine borghese.
Carlos Trillo - uno tra i più grandi scrittori di fumetti di sempre – nella prefazione al libro ricorda quello che disse nel 1976, subito dopo il golpe, il generale Ibérico Saint-Jean, governatore militare della provincia di Buenos Aires: «Prima uccideremo tutti i sovversivi, poi uccideremo i loro collaboratori, poi i simpatizzanti, poi gli indifferenti e infine i timidi». I militari argentini di allora, annota l'autore, erano fatti così: avrebbero ucciso quasi tutti. In nome del patriottismo, in nome dei valori cristiani (e quanti cappellani cattolici a benedire gli assassini, alcuni anche a torturare di persona...), in nome dell'ordine borghese.
Il ripugnante Elio Guastavino, protagonista de L'Eredità del colonnello (ma il titolo originale, molto significativamente, è El Sindrome Guastavino), è il figlio bacatissimo di un torturatore, uno di quei mostri che tra il 1976 e il 1983 pensavano a se stessi come agli eroi della patria Argentina in guerra contro il comunismo e la cosiddetta “sovversione apolide”.
È come se Trillo si fosse chiesto cosa potesse essere rimasto, oggigiorno, nell'anima del suo Paese, dei veleni inoculati dai Videla, dai Massera, dagli Agosti durante i sette anni di infamia e vergogna del loro potere criminale.
È come se Trillo si fosse chiesto cosa potesse essere rimasto, oggigiorno, nell'anima del suo Paese, dei veleni inoculati dai Videla, dai Massera, dagli Agosti durante i sette anni di infamia e vergogna del loro potere criminale.
La risposta è uno squallore indicibile, libero di dispiegarsi, finalmente, oltre ogni ipocrisia perbenista, e di mostrarsi e di farsi annusare per quello che è ed è stato: follia e merda.
4 commenti:
Argentina, Cile... i germi di quello che accadde laggiù li leggo intorno a me ogni giorno, pronti ad infettare anche questo paese.
Conto i giorni e prego che non accada, di nuovo, anche qui.
io sono ancora sconvolto dal film "La notte delle matite spezzate", visto tanti anni fa
Le foto che ho pubblicato sono quelle di quei ragazzi.
Un fumetto bellissimo. E l'ennesima conferma che Trillo è un grande.
Di lui ho amato perdutamente la saga di Cybersix (disegnata da Carlos Meglia), immeritatamente ignorata dai più, una travolgente miscela di romanticismo, fantascienza, Pessoa, azione, grottesco, horror, comico, tragico, erotico, parodia, politica, giallo, super-eroi. Un capolavoro letterario e grafico: http://www.historieteca.com.ar/Wallpapers/cybersix1300.jpg
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