giovedì 11 ottobre 2007

Il mio credo (James G. Ballard)

In grazioso omaggio, un testo di James G. Ballard, tratto da "Re/search" n.8-9, 1984. Nella traduzione di Gianni Turchetta pubblicata da LINEA D'OMBRA, numero 43, novembre 1989.




So che è molto lungo. E che in un blog i testi dovrebbero e bla, bla, bla... Lo so ma, come dire? Me ne strafotto? Ecco.


















Credo nel potere che ha l'immaginazione di rifare il mondo, di liberare la verità che è in noi, di trattenere la notte, di oltrepassare la morte, di rendere magiche le autostrade, di ingraziarci gli uccelli, di assicurarci le confidenze dei matti.


Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli incidenti stradali, nella pace delle foreste sommerse, nell'esaltazione delle spiagge di vacanza deserte, nell'eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero degli autosilos, nella poesia degli alberghi abbandonati.


Credo nei sentieri dimenticati di Wake Island, che indicano gli Oceani Pacifici della nostra immaginazione.



Credo nella misteriosa bellezza di Margaret Thatcher, nell'arco delle nostre sopracciglia e nello splendore del nostro labbro inferiore; nella malinconia dei coscritti argentini feriti; nei sorrisi da perseguitati del personale di stazione in attività di servizio; nel mio sogno di Margaret Thatcher accarezzata da quel giovane soldato argentino in un motel dimenticato sotto lo sguardo di un dipendente di stazione tubercoloso in servizio attivo.



Credo nella bellezza di tutte le donne, nei loro tradimenti immaginari, così vicini al mio cuore; nell'unione dei loro corpi disincantati con l'incanto degli scivoli cromati delle casse del supermarket; nella loro calda tolleranza delle mie perversioni.



Credo nella morte di domani, nella fine del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo nei sorrisi delle cameriere degli auto-grill e negli occhi stanchi dei controllori di volo di aeroporti fuori stagione.



Credo negli organi genitali dei grandi uomini e delle grandi donne, nelle posizioni del corpo di Ronald Reagan, Margaret Thatcher e Lady Diana, nei dolci odori emanati dalle loro labbra quando guardano le macchine fotografiche del mondo intero.



Credo nella follia, nella verità dell'inesplicabile, nel senso comune delle pietre, nella demenza dei fiori, nelle malattie che gli astronauti dell'Apollo hanno messo da parte per la razza umana.



Non credo in niente.



Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, Duerer, Tanguy, nel Facteur Cheval, nelle Watts Towers, in Boecklin, Francis Bacon e in tutti gli artisti che non possiamo vedere perché sono chiusi negli istituti psichiatrici di tutto il pianeta.



Credo nell'impossibilità dell'esistenza, nell'umore delle montagne, nell'assurdità dell'elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudeltà dell'aritmetica, nelle intenzioni assassine della logica.



Credo nelle adolescenti, nella corruzione che dimostrano quando si mettono in posizione per giocare, nella purezza dei loro corpi in disordine, nei segni della loro pudenza lasciati nei bagni dei motel d'infima categoria.



Credo nel volo, nella bellezza delle ali, e nella bellezza di tutto ciò che ha volato almeno una volta, nella pietra lanciata da un bambinetto che porta con sé tutta la saggezza degli statisti e delle levatrici.



Credo nella dolcezza del bisturi, nella geometria senza limiti dello schermo cinematografico, nell'universo nascosto dei supermarket, nella solitudine del sole, nel chiacchierìo dei pianeti, nella nostra ripetitività, nell'inesistenza dell'universo e nella noiosità dell'atomo.



Credo nella luce emessa dai video-registratori nelle vetrine dei grandi magazzini, nelle capacità d'intuizione messianica delle griglie del riscaldamento nei saloni dei concessionari di automobili, nell'eleganza delle macchie d'olio sulle carlinghe dei 747 parcheggiati sulle piste dell'aeroporto.



Credo nella non-esistenza del passato, nella morte del futuro, e nelle infinite possibilità del presente.



Credo nello sregolamento dei sensi in Rimbaud, William Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll, Coleridge, Kafka.



Credo nei progettisti delle piramidi, dell'Empire State Building, del Fuehrerbunker di Berlino, dei sentieri di Wake Island.



Credo negli odori del corpo di Lady Diana.



Credo negli ultimi cinque minuti.



Credo nella storia dei miei piedi.



Credo nei mal di testa, nella noia dei pomeriggi, nelle superstizioni del calendario, nel tradimento degli orologi.



Credo nell'angoscia, nella psicosi e nella disperazione.



Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni deserte in esercizio (più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli.



Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell'immaginazione.



Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza,.



Credo nell'alcolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell'esaurimento.



Credo nel dolore.



Credo nella disperazione.


Credo in tutti i bambini.


Credo nelle carte geografiche, nei diagrammi, nei codici, nelle scacchiere, nei puzzle, negli orari delle linee aeree, nei segnali degli aeroporti.


Credo in tutte le scuse.


Credo in tutte le ragioni.


Credo in tutte le allucinazioni.


Credo in tutte le rabbie.


Credo in tutte le mitologie, le memorie, le bugie, le fantasie, le evasioni.


Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce.







1 commento:

Anonimo ha detto...
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