giovedì 15 novembre 2007

Tutti gli uomini del Re



Robert Rossen crebbe nelle strade del Lower East Side di New York nei primi anni del Novecento. Un ragazzo ebreo (Rosen il cognome originale) nel luogo che Abraham Cahan chiamò “la capitale dei ghetti del mondo” e che Michael Gold ha descritto in “Ebrei senza denaro” (consigliatissimo. Baldini Castaldi Dalai editore). Agli inizi del secolo scorso il Lower East Side era un mondo di “caseggiati guarniti di scale di sicurezza, lenzuola e facce” e di strade che, piene di gente, ruggivano come un mare in tempesta: “il quartiere a luci rosse: smisurata zona propizia alla sifilide, amministrata da Tammany Hall (l'organizzazione politica collaterale al Partito Democratico che dominò a NY fino all'elezione di Fiorello La Guardia a sindaco della città, nel 1934. Sotto la guida di Carmine De Sapio, nei primi anni Cinquanta, fu travolta dagli scandali e cessò di esistere nel 1960)”. Gli ebrei erano “sfuggiti ai pogrom d'Europa; con preghiere, rendimenti di grazie e solenni promesse erano fuggiti, da un nuovo Egitto a una novella Terra Promessa”.
Rossen, che da ragazzino desiderava una vita da boxeur, da regista cinematografico troverà il modo di parlare della sua ambizione giovanile in Body and soul (Anima e corpo) sceneggiato da Abraham Polonsky e interpretato da John Garfield (anche lui ragazzo ebreo dell'East side, nato Jakob Julius Garfinkle nel 1913) nella parte di Charlie Davis, giovane pugile ebreo, uomo schiacciato dal bisogno di soldi e di successo, costretto a tradire i propri principi per denaro.

Il tema del film, una denuncia scoperta del sistema capitalistico, non piacque molto alla famigerata Commissione parlamentare sulle attività anti-americane (nata nel 1937 sotto la guida dell'avvocato e senatore texano Martin Dies, fervente anti-comunista). Garfield, Polonsky e Rossen furono convocati per chiarire la loro posizione politica e le loro eventuali simpatie per il Partito Comunista Americano.
John Garfield, straordinario attore, dichiarò di non essere membro del Partito e di considerare il comunismo una tirannia, ma non fece mai i nomi di possibili comunisti. Ne avrà stroncata la carriera e nel 1951 morirà per un attacco di cuore, mentre era a letto con una puttana, la notte prima di un interrogatorio a Washington: una di quelle gogne pubbliche a cui furono costrette tantissime vittime della Commissione.


Rossen rifiutò di testimoniare, inizialmente. Ma le forti pressioni lo portarono prima ad ammettere di essere stato membro del Partito Comunista e poi a denunciare altre cinquantatre persone.
Una vita, la sua, dedicata al cinema. Dal 1937 in poi firmò sceneggiature, tra gli altri, per Raoul Walsh, Michael Curtiz e Anatole Litvak. Fu sempre molto attento al sociale e alla denuncia delle ingiustizie e della sopraffazione di più deboli. Ce l'aveva, come dire, nel sangue: non dimenticava da dove veniva. La sua prima regia è del 1947, A sangue freddo (Johnny O'Clock). Seguirà Body and soul, sempre del '47.

Nel suo momento umanamente e professionalmente più difficile, Robert Rossen non rinunciò a dirigere, sceneggiare e produrre All the King's Men, riadattando per il grande schermo il romanzo di Robert Penn Warren ispirato alle gesta di Kingfish Long. In Tutti gli uomini del Re, Long si chiama Willie Stark, ambizioso avvocato che arriva a farsi eleggere governatore di un imprecisato stato del sud degli States e che per attuare il suo programma non esita a usare ogni mezzo necessario.
Uno dei migliori film politici nella storia del cinema americano. Straordinario nella rappresentazione cruda e disincantata dei dirty tricks della politica, brutalmente realistico nel racconto - privo di qualsiasi consolazione - dei meccanismi di gestione del potere. Una parabola totalmente disillusa (ma non cinica) sull'ambizione umana.
Rossen in origine offrì il ruolo di protagonista a John Wayne, che però trovò la sceneggiatura antipatriottica e, sdegnato, rifutò la parte che toccò a Broderick Crawford.
Rossen attraverso Crawford si prese una bella rivincita: l'attore si vide assegnato un Oscar per la sua straordinaria interpretazione di Willie Stark. Un altro Oscar toccò poi a Mercedes McCambridge (nel film è Sadie Burke, l'assistente, del tutto priva di scrupoli, di Stark). Il terzo Oscar premiò il miglior film.
Trovate Tutti gli uomini del Re in DVD. Columbia Classics.

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