martedì 18 agosto 2009

Calzini bucati

Sono in molti a criticarmi, ultimamente: dicono che parlo troppe volte troppo male del famoso Partito democratico. Anzi, meglio: dicono che lo prendo troppe volte per il culo, il famoso Partito democratico. Non dovrei proprio, mi viene fatto presente: hai la tessera in tasca, ti pare il caso?
E io lo so che hanno ragione. Lo so che non dovrei comportarmi come mi comporto. Lo so che non è serio. Ma è più forte di me.
Ad esempio, ieri son venuto a sapere che un paio d'anni fa il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha commissionato a Giovanni Allevi un “inno alle Marche”. Bene: ho riso fino alle lacrime. Cosa dovevo fare?
Non ho niente contro Allevi: a me sembra solo un Richard Clayderman de noantri, ma probabilmente sbaglio.
Però 'sto Gian Mario Spacca del famoso Partito democratico, benedetto uomo...
Quando presentò alla stampa la composizione di Allevi disse così: “L'inno ci mette in sintonia con le corde della nostra comunità”.
Come vuoi non ridere, davanti a una roba del genere?
Come vuoi non ridere quando leggi che Walter Veltroni ha di recente messo a punto una proposta di legge molto seria contro il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi?
Come vuoi non ridere se Paola Binetti afferma, tutta compunta, che l'uso del cilicio “ci costringe a riflettere sulla fatica del vivere, è il sacrificio della mamma che si sveglia di notte perché il bimbo piange”?
Come vuoi non ridere con Debora Serracchiani che, presa anche lei da sacro fervore, si mette a dar voti a destra e a manca?
Vabbé... Vi regalo un pezzettino di una vecchia intervista a Jacques Tati.
Devo alla mia tardiva vocazione di discolo la mia prima visione divertente dell'umanità.
Fino a quando mi sono comportato bene, il mio banco si trovava in prima fila di fronte al professore.
Di lui non vedevo che due guance ben rasate e una cravatta impeccabile. Poi, un giorno, sono stato cacciato in un angolo e allora mi sono accorto che il mio insegnante aveva i buchi nelle calze, i pantaloni gualciti e si grattava di continuo i malleoli. Insomma ho cominciato a scoprire il mondo.
Sa cosa ricordo della guerra del '40? Un vecchio capitano che l'indomani della disfatta cercava di fuggire con una bicicletta senza catena.
Tati non lo sapeva, ma stava parlando pure di me.
Tra l'altro, io ho spesso i calzini bucati.

11 commenti:

diogene ha detto...

Grande Tati e grande post

yodosky ha detto...

Confermo per i calzini. Una vera piaga nazionale.
E, in effetti, il Pd inizia sempre più a somiglirare ai Monty Phyton.

Anonimo ha detto...

beh ci sono i metodi per smettere di ridire... ad esempio basta pensare ad Alessandra Guerra che si iscrive.

mz

Zimisce ha detto...

War in the east,
War in the west,
War up north,
War down south -
War - war -
Rumours of war.

Direbbe il grande Bob.

Unknown ha detto...

Io ho spessissimo i calzini corti. Anche col buco.
E puro un paio di scarpe (a cui tengo molto) c'hanno un bucarello.
Un episodio assai formativo della mia vita avvenne quando avevo dodici anni all'incirca: un mito era (per me) un anziano commesso di libreria, limpido depositario di ogni sapere, adamantino uomo che poteva toccare qualsiasi libro, leggendario personaggio in grado di raggiunge i più lontani scaffali, essere mitico in possesso delle chiavi della LETTURA che mi sarebbe stata affidata sotto forma di libro.
Ebbene, un giorno che ero con mio nonno, vidi in un buffet il commesso che (seduto al banco) se magnava un piatto de trippa, il cui sugo j'aveva inzozzato a' cravatta.
Da quel giorno, me rimasero solo Bobby Kennedy e Martin Luther King.
Peccato che du'anni dopo me l'ammazzarono.

yodosky ha detto...

Oh dio questa del sig. Luciano a l'è veramente orrenda....

Per quanto riguarda Alessandra Guerra, la sua è una carriera fantastica: lanciata nell'olimpo stragiovane (mi pare a trent'anni presidente della Regione??), si trova a far quella figura del cacchio con Illy (dopo aver strepitato come una matta, si narra, nei corridoi romani per essere la candidata ufficiale al posto di Tondo), perde clamorosamente, fa opposizione sfegatata, quando presume che Illy vince (complimenti!) tenta il salto della quaglia lanciando una ferocissima lettera al Pdl; Illy perde e lei si affretta a scusarsi con Tondo (che si dà credo all'autoerotismo per essersi preso la rinvicita dopo cinque anni); comne risposta riceve un calcione e se ne torna nel suo bjel cjastel a Udin. E poi, dopo due annetti, oplà!!! osannata in quel di Udin e a quanto pare con un certo feeling con la vostra amata Debora.
Io che a momenti mi vergogno anche a chieder di passare avanti alla fila del supermarket quando ho poca roba....

E la password è thoxic. Giuro.

tic ha detto...

Eh, sì...
Il PD fa proprio ridere.
L'ultima è di Fassino che, leggo e non capisco (non posso capire...), "in Veneto apre a Galan".
Le matte risate!

yodosky ha detto...

Dipende da COSA apre a Galan.

Zimisce ha detto...

Beh, la Guerra è madre di tutte le cose, diceva Biagio Izzo, se non sbaglio.

La password per accedere è travandoutdes.

Anonimo ha detto...

Usate ancora i calzini?

Anonimo ha detto...

mi "piscio" dalle risate: non mollare e continua cosi'....liam