Se (vedi mai...) vi aspettate da me un commento sulle ultime uscite del papi della Patria (tra l'altro, ieri Le Nouvel Observateur - parlando di un Italia “abbandonata a un Don Giovanni patetico, che corre freneticamente dietro alla sua eterna giovinezza, a colpi di iniezioni pelviche, impianti capillari, operazioni di chirurgia estetica, sedute di trucco” - ha dato del Maschio Dominante degli italiani una definizione fantastica, “un Michael Jackson paracadutato in un teatro della commedia dell'arte”) se vi aspettate da me un commento, dicevo, posso solo consigliarvi di compulsare Caro Mao perché sei morto di Massimo Bucchi.
La prima vignetta risale al 1993. C'è Robespierre che dice: “In Italia non hanno capito la differenza tra una rivoluzione e una retata”.
Un'altra, del 2008. Un bambino e un adulto seduti davanti al mare. Bambino: “L'Italia è una repubblica?”. Risposta: “No, una penisola”.
E non c'è proprio niente da ridere, sapete?
8 commenti:
I "papi della Patria" è notevole. Se è tua, aumenta ancora (ripeto: ancora) la mia stima nei tuoi confronti.
Sto leggendo un libro che ti piacerebbe: L'insopportabile Bassington (un grosso volume Einaudi con un romanzo e una cinquantina di racconti di Saki, feroce umorista inglese di fine Ottocento/inizio Novecento). Ti cito solo (a memoria) una frase: "Il maggior talento di un politico è sapere qual'è il limite fin dove è possibile spingersi. E spingersie un po' oltre"
Uno dei problemi dell'Italia è che Berlusconi, da quindici anni, si spinge oltre ogni giorno. E non di poco. E noi glielo lasciamo fare.
Bucchi è veramente geniale
"Dice il Garante che tra mafia e stato non c'è abbastanza concorrenza"
"Non più di tre, oltre i venticinque anni, apolitici e disarmati: ecco i requisiti per candidarsi alle primarie del Pd".
Anche Spinoza, nel suo piccolo, di satira ne sa qualcosa.
Segnalo anche questa:
Veltroni intanto prepara la legge sul conflitto di interessi. Sarà pubblicata insieme ad altri racconti inediti.
(Di questo passo forse riusciranno a ostacolare la carriera politica di Piersilvio)
Papi della Patria è mia, sì (che io sappia).
E anche Bokassa del Viagra.
E, devo dire, molto bella l'uscita di mia moglie sulla carriera politica di Piersilvio. Secondo me, morto un papi se ne farà un altro e chi ci dice che non sarà proprio Piersilvio?
Tanto l'Italia è di Berlusconi. Passerà quindi ai suoi eredi.
Siccome io, a differenza di te, non godo ad appropriarmi di battute altrui, segnalo che anche la battuta su Pierisilvio è di Spinoza.
Io cito SEMPRE la fonte, mia cara!
(e confermo: a quanto ne so, il papi della Patria è proprio mia...)
Dato che, nell'Italia attuale, più ci si lancia nella satira demenziale e più ci si azzecca, vorrei dire anche in questa sede ciò che sostengo da anni (posso portare testimoni): dopo Silvio non illudiamoci: non ci sarà il vuoto ma arriveranno Piersilvio oppure Marina.
(E io ritengo più probabile la seconda)
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