martedì 29 marzo 2011

Quante divisioni ha, il Papa?


Per Giovanni Brusca, il boss mafioso, «la guerra non è fra Berlusconi e questi della sinistra. La guerra è tra Berlusconi e De Benedetti con Repubblica e tutto il resto».

Lucida, la canaglia, eh?

No?

Allora ditemi un po', in coscienza: secondo voi, in questi anni di vergogna, la sinistra italiana ha veramente inteso combattere Berlusconi? Ha davvero voluto fargli la guerra? Dai, su...

Quale guerra?

L'Italia dei moderati non l'avrebbe mica capita, una guerra così...

Perché Berlusconi, dopotutto, “è stato eletto”. Possiamo girarci attorno quanto ci pare, ma “è stato eletto”, giusto? E allora con lui un qualche accomodamento lo devi trovare.

È doveroso.

Perché bisogna essere “responsabili” (anzi, "perché noi siamo una forza responsabile").

Perché bisogna essere Rutelli.

Perché noi abbiamo dei doveri prima di tutto verso l'Italia.

Perché noi siamo un grande Paese europeo.

Perché noi siamo un grande Paese tout court.

Perché Berlusconi, noi, non lo dobbiamo neanche nominare.

Perché se si parla male di Berlusconi si fa solo il gioco di Berlusconi.

Perché la gente - la gente vera, mica gli intellettuali radical chic - non ci segue, se parliamo male di Berlusconi.


Secondo la mia modestissima opinione, nell'ultimo quindicennio le cose sono andate più o meno così, a sinistra, in Italia.

Al netto della competizione tra “le due sinistre”, naturalmente.

E della inestimabile coscienza dei Franco Turigliatto e dei Fernando Rossi.

Come dite? Chi sono Franco Turigliatto e Fernando Rossi?

Eh.

Chiedetelo un po' a Giovanni Brusca, chi sono: lui se li ricorda bene...

mercoledì 23 marzo 2011

Intoccabili...


‎... depuis cent ans, en long en large et en travers, qu'il soit minuit, qu'il soit midi, vous me faites chier Docteur Route...

lunedì 21 marzo 2011

Gli sfondoni di Scalfari e Nichi che dice bafta

Ieri, nella sua consueta omelia domenicale, Eugenio Scalfari ha scritto che “Saddam Hussein aveva invaso il Kuwait però si ritirò subito dopo l'ingiunzione internazionale ma l'armata di Bush in nome dell'Onu lo inseguì fino a Baghdad, lo processò e lo giustiziò”.
Ho atteso inutilmente un'errata corrige su la Repubblica di oggi. Non c'era niente.
Qualcuno lo avrà notato, lo sfondone? O forse non c'era nessuno, in via Cristoforo Colombo 90 a Roma, che fosse disposto a far le pulci al barbone del padre fondatore del glorioso quotidiano di riferimento di noi ceti medi riflessivi?
Poco male, in ogni caso. Ci avrà pensato la stampa berlusconiana, immagino, a far presente che, se le cose fossero andate come le ricorda lo Scalfari, una seconda guerra del Golfo non avrebbe potuto aver luogo manco per sogno.
Eh, già: se nel 1991 l'esercito irakeno in rotta fosse stato inseguito dal Kuwait liberato fino a Baghdad, il famoso Occidente non avrebbe avuto bisogno di inventarsi, dodici anni dopo, la balla spaziale dell'uranio del Niger per giustificare l'operazione Iraqui Freedom.
Detto ciò, non ho molta voglia di scrivere qualcosa su quanto sta accadendo in Libia in questo momento, se non che le truppe di Gheddafi avrebbero dovuto essere fermate, nell'unico modo possibile, già dieci giorni or sono.
Adesso va bene bombardare chi non ha esitato a sparare sui civili per riprendersi il potere (momentaneamente?) perduto, è giusto provare a fermarlo, ma ho come l'impressione che le bombe occidentali rischino di essere molto poco efficaci.
Si è perso tanto tempo. Troppo?
In ogni caso, io ai raid aerei sulla Libia sono favorevole. Immagino che pure a Bengasi e a Tobruk ci siano un sacco di persone favorevoli e mi fa molto piacere essere d'accordo con lo loro e in totale disaccordo col nichivendola di turno che oggi, sempre sulla solita Repubblica, appariva preoccupatissimo: quale sarà lo lo slogancino appropriato alla bisogna, cari compagni?
Il più grande poeta di Terlizzi pare abbia scelto NO A GHEDDAFI NO ALLA GUERRA.
Che dire? A qualcuno il genere piace. A me, invece, ha veramente rotto i coglioni.
Tra l'altro, proprio non riesco a non pensare al fatto che furono i raid americani sulla Serbia, dopo che Milosevic aveva ordinato la pulizia etnica in Kosovo, a far cessare le ultime guerre balcaniche in ordine di tempo, quelle che noi europei ci siamo goduti per quasi un decennio, comodamente seduti in poltrona, senza fare un cazzo di niente per fermarle prima che arrivasse Bill Clinton – evidentemente molto preoccupato, e non ho mai capito per quali pozzi di petrolio – a mettere a posto tutto.
A Bill Clinton i kosovari hanno poi dedicato il Bill Clinton Boulevard, a Pristina.
E, chissà, forse dedicheranno una strada pure a quelli che, mentre Clinton bombardava i responsabili della pulizia etnica, in Italia dicevano NO A MILOSEVIC NO ALLA GUERRA.
Ma col tempo. Adesso non credo siano ancora pronti.




P.S.
Disse una volta il grande John Huston che davanti a un disgraziato che sta affogando si incontrano, di solito, due categorie di uomini: quelli che si buttano in acqua per salvarlo e quelli che si mettono a fare della filosofia sulla brevità della vita umana.
Sapendo che, certo, le guerre si fanno per ben altro (ben altro tipo il petrolio, perbacco!), voi a quale delle due categorie sentite di appartenere?

martedì 15 marzo 2011

Parole celebri dalle mie parti (n.96)


"Interessarsi alla vita di uno scrittore perché ci piacciono i suoi libri è come interessarsi alla vita di un'anatra perché ci piace il foie gras."

(Margaret Atwood)




P.S.
Questa la dedico a una ragazza che ha qualche problema (diciamo così...) non con l'opera ma con la vita di Charles Dickens.

lunedì 14 marzo 2011

Andate e segnate

"Perché ho la faccia incazzata?
Ho la faccia incazzata perché respiro sfiducia, respiro aria da aspettativa, respiro quelle facce da senso critico, come quando uno vede una partita di pallone non ce la fa e tutti sono professori; perché, perché la gente legge i giornali, vede il titolo, si rimbalza, si crea dei grandi film che sono tutte cazzate!
Oggi non parlo di Alessandro, parlo di Napoleone. Napoleone a Waterloo, una pianura in Belgio, fece il suo capolavoro, tutti lo davano per fatto, cotto, per la supremazia degli avversari, c'aveva cinque grandissime nazioni contro, delle forze in campo. Però strategia, chiarezza delle idee, determinazione, forza, Napoleone fece il suo capolavoro a Waterloo.
Allora, le facce scettiche, le facce di... non servono a un cazzo. Questa è una delle aziende più belle che esiste al mondo. E allora, forte di questa convinzione, noi dobbiamo dimostrare che questo è un fatto. Piangersi addosso non serve assolutamente a niente. E come nel momento duro, dagli spalti la gente ti dice "ehhh la squadra non gira, non corrono", bene, correte di più, stringete i denti, prova di carattere. E allora dagli spalti vi applaudiranno perché voi andrete e segnerete.
Come fece Napoletone a Waterloo".

Eh, già: la gente legge i giornali, vede il titolo, si rimbalza, si crea dei grandi film che sono tutte cazzate.
Domani, per esempio, la gente leggerà i giornali e vedrà il titolo che Luca Luciani – uno che, come tutti i manager, quando respira sfiducia ha la faccia incazzata, e non vi dico poi cosa gli succede quando respira aria da aspettativa o quelle facce da senso critico... – Luca Luciani, autore e interprete del meraviglioso discorso con cui ho voluto aprire questo post, manager responsabile della divisione brasiliana del gruppo Telecom indicato nei giorni scorsi come nuovo direttore generale della compagnia, è stato iscritto nel registro degli indagati nell'ambito di un'inchiesta su un giro di sim false, prodotte in gran numero e intestate a nomi di fantasia - chissà, magari pure a tal Napoletone Bonaparte - per aumentare il fatturato di una delle aziende più belle che esiste al mondo.
Le ipotesi di reato a suo carico sarebbero “false comunicazioni, ostacolo all'autorità di vigilanza e truffa aggravata ai danni dello Stato”.
Ma probabilmente sono tutte cazzate, sapete? Grandi film che la gente che legge i giornali si crea vedendo il titolo e rimbalzandoselo allegramente un po' di qua e un po' di là.
È in momenti duri come questo, in ogni caso, che viene fuori il Grande Manager: quando tutti lo danno per fatto, cotto (perché c'ha contro delle forze in campo, ovviamente), ecco strategia, chiarezza delle idee, determinazione, forza e Luca Luciani potrebbe anche fare il suo capolavoro.
Proprio come Napoletone a Waterloo, sputato sputato.

(nella foto sopra, il manager Luca Luciani)

mercoledì 9 marzo 2011

In partenza per


Il rientro è previsto per domenica prossima. Bye bye...

giovedì 3 marzo 2011

Capisaldi della cultura cattolica, pt. 1


Da Mediaset a Medjugorje,
da Emilio Fede alla fede nella mamma di Gesù.

martedì 1 marzo 2011

Roba paranormale sul serio

Leggo sui giornali che l'indagine sulla scomparsa della povera Yara Gambirasio viene adesso giudicata «senza dominus e con troppi passi falsi», oppure come «una sequenza di eventi in cui i “vuoti” hanno prevalso sui “pieni”»: i carabinieri che puntano subito sul solito sospetto, cioè l'immigrato (in ogni indagine che si rispetti in cui la vittima sia un italiano, ancora meglio se un'italiana, ne deve per forza saltar fuori uno, ormai: stavolta è toccato a tal Mohammed Fikri, marocchino); le indagini della Mobile su un testimone, Enrico Tironi, a lungo considerato attendibile ma che ha finito per rivelersi un mitomane; i Ros su un cantiere edile che viene scandagliato persino con un geo-radar e dulcis in fundo...
Beh, dulcis in fundo ci sono state «le segnalazioni delle sensitive a Udine e Forlì».
Le sensitive.
Cioè, come da vocabolario, delle «persone dotate di facoltà paranormali».
«A metà gennaio
– ha scritto ieri la Repubblica - l'ennesima maga la spara grossa: cercate Yara nel borgo di Viaso (Udine). Si scava anche lì: una bufala».

Si è scavato, capite? E, nonostante l'avesse detto la maga, sotto terra non c'era nulla, ma proprio nulla: il corpo di Yara, povera bambina, si trovava, incredibilmente, altrove.
Io non so che dire.
Mi pare brutto chiedere su quale capitolo di bilancio sarà finita la gita degli inquirenti a Viaso (in comune di Socchieve, provincia di Udine) per verificare le indicazioni della maga, anzi della sensitiva, in contatto permanente, presumo, con l'anima de li mortacci sua.
Mi pare brutto, sì.
E però, checcazzo, ma siamo a questo? Alle maghe?
E alla mamma di Yara Gambirasio chi indagava glielo diceva, sì?
Glielo diceva che per scoprire dove fosse finita la sua bambina si doveva conferire con la maga, anzi con la sensitiva?