venerdì 14 marzo 2008

Parole celebri dalle mie parti (n.3)


"Il politico assomiglia all'uomo che traccia la propria rotta in mezzo ai mari. Può dirigere la nave che lo trasporta ma non impedire all'oceano di sollevarsi sotto i suoi piedi."

(Alexis de Tocqueville)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi viene in mente una afrase di Pietro Nenni (il leader socialista degli anni Quaranta/Sessanta): "Si faccia quel che si può, accada quel che deve" Oppure (non me la ricordo mai con esattezza) la frase era il contrario: "Si faccia quel che si deve, accada quel che può"
Luciano / Idefix http://lucianoidefix.typepad.com

Fabio Montale ha detto...

Appena sentita, ma un classico:

"Provare e' il primo passo verso il fallimento" (Homer Simpson)

Anonimo ha detto...

Se cerco di immaginare il dispotismo moderno, vedo una folla smisurata di esseri simili ed eguali che volteggiano su se stessi per procurarsi piccoli e meschini piaceri di cui si pasce la loro anima...Al di sopra di questa folla, vedo innalzarsi un immenso potere tutelare, che si occupa da solo di assicurare ai sudditi il benessere e di vegliare sulle loro sorti. E' assoluto, mite, previdente, e persino mite.
Assomiglierebbe alla potestà paterna, se avesse per scopo, come quella, di preparare gli uomini alla virilità. Ma, al contario, non cerca che di tenerli in un'infanzia perpetua. Lavora volentieri alla felicità dei cittadini ma vuole esserne l'unico agente, l'unico arbitro. Provvede alla loro sicurezza, ai loro bisogni, facilita i loro pensieri, dirige gli affari, le industrie, regola le successioni, divide le eredità: non toglierebbe forse loro anche la forza di vivere e di pensare?

Non lo dico io, lo dice l'Alexis che tu citi. Considerando che è morto nel 1859, si può dirlo un uomo avanti ai suoi tempi, ne c'est pas?

tic. ha detto...

Avanti un bel po'...
E spietatamente realista.
Riconosco la citazione.
E mi fa piacere che ci sia qualcuno in giro che abbia letto Tocqueville.

Torna a trovarmi.

Anonimo ha detto...

Non centra 'na mazza, ma l'ho trovato folgorante.
Dal blog di amlo, il diario del samurai:

"Siamo donne.
Secondo voi come la penso sulle femmine? Lo sapete, no? E secondo i maschi sinceri ho ragione, secondo i maschi ricchioni e secondo le femmine ho torto. Ora, non per dire, ma dove sono quelle sista bipartisan che rivendicavano le quote rosa al grido di se comandremmo noi, non ci fossero popo più guerre? Ora che si parla di aborto e della sua sostanziale abolizione (non è che vi credete che i fascisti e i preti vogliano qualcosa di diverso, eh, ambecilli?) tutte a camminare sotto muro come alle zoccole, eh? Tutte a fare fiut fiut e a grattarvi via le macchie di sburro dai taièrs, ah? Mi fa piacere, sono contento che vada a finire così, e sarò felice il giorno che vi leveranno il voto, che tanto al massimo siete capaci di votare a Pippobbaldo. Tutte a lavare le scale e farvi ingravidare come giumente, baldracche mesciate. Due sono le cose, adesso: o fate come alle vostre mamme, che erano cretine come a voi ma almeno, con i loro peli da boscaiolo del Montana, le loro gonne a fiori e i loro allucchi da aquile subnormali facevano tremare parlamento e vaticano e ottenevano divorzio, aborto e diritti civili, oppure. Oppure rimanete quello che siete, una informe mappata di pucchiacche fracide, e noi sapremo che oltre le gambe c'è di più: un culo da sguarrare a forza di calci."

Olè!