giovedì 27 gennaio 2011

Gurubuldu (fu furutu)


Io mi chiamo Stefano. Ma se Roberto Saviano dice che mi chiamo Assurbanipal c'è poco da ribattere: io mi chiamo Assurbanipal.
Oggi è giovedì. Ma se Roberto Saviano dice che oggi è domenica, non si discute: oggi è domenica.
È l'aratro che traccia il solco. Ma se Roberto Saviano dice che il solco lo traccia lo spazzolino da denti, poche storie: il solco lo si traccia con lo spazzolino da denti.
Mia figlia si chiama Mila. Ma se Roberto Saviano dice che in realtà si chiama Sila, io non posso far altro che inchinarmi alla sua perspicacia: ebbene sì, visto che amo la Calabria alla follia, ho chiamato mia figlia Sila.
Dio consegnò le tavole della Legge a Mosè sul Monte Sinai; in analisi logica 'sul Monte Sinai' è un complemento di stato in luogo. Ma se Roberto Saviano sostiene che trattasi invece di complemento di limitazione, beh, che la sintassi della lingua italiana vada pure a farsi fottere: Dio consegnò le tavole della Legge a Mosè limitatamente al Monte Sinai e chi s'è visto s'è visto.
Il Monte Sinai si trova in Egitto. Ma se Roberto Saviano dice che si trova in Israele, non c'è niente da fare: Israele deve immantinente dichiarare guerra all'Egitto per annettersi il Monte Sinai.


E che? Niente niente che ce l'ho su con Roberto Saviano, io?
No, ve lo giuro: non ce l'ho su con Saviano.
È che stamani mi è tornata in mente una vecchia vignetta di Altan.
C'era disegnata una mamma che, imboccando la sua bambina, la esortava: “Su, mangia gli spinaci!”. E la piccola: “Li mangia anche Bobbio?”.
Magari oggi come oggi non significa molto. Ma nel momento in cui uscì - fine anni Ottanta, primi Novanta – la voga di citare Norberto Bobbio, a sinistra (più precisamente: dalle parti di una sinistra post-comunista alla disperata ricerca di nuove auctoritates, nuove parole d'ordine, nuove suggestioni, nuove legittimazioni), aveva raggiunto livelli parossistici con esiti spesso e volentieri imbarazzanti.
Che c'entra tutto questo con Saviano, dite voi?
C'entra, c'entra... Lasciatevi servire.

mercoledì 19 gennaio 2011

Non si esce vivi dagli anni '80

C'ho un paio di domande, raga, che mi girano in testa da un paio di giorni.
Ma prima, se non vi dispiace, vi devo briffare un po', come direbbe la consigliera regionale della Lombardia Nicole Minetti, una di quelle tizie che – secondo mia moglie – Berlusconi non farebbe entrare manco per sogno nel consiglio di amministrazione di una delle sue tante aziende perché, dall'alto della loro competenza, potrebbero combinare disastri immani epperò in politica le ha fatte entrare ben volentieri perché Berlusconi - un uomo veramente no limits, eh sì - la politica la disprezza sul serio, se non si fosse ancora capito (chissà, forse persino Massimo D'Alema, che voleva riformare assieme a lui la Costituzione della Repubblica, a questo punto ha realizzato) e adesso, alla salute dei nostri padri, facciamo un briefing, alla salute e cioè, raga, come vi dicevo vi briffo un attimino, no? Ma è cosa da due minuti, non di più: believatemi e no nervi.
Ecco, allora: si tratta di roba vecchia, eh? Aveva detto già tutto Veronica Lario un anno e mezzo fa: «Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni» (traduzione: Mio marito frequenta non solo Noemi Letizia, ma anche Ruby Rubacuori – non solo una minorenne, dunque, ma delle minorenni, al plurale), «figure di vergini che si offrono al drago», assoldate da gente impegnata a sostenere il «divertimento dell’imperatore» (traduzione: Mio marito, un padre, un nonno, si fa sollazzare, ad Arcore e in Sardegna e chissà dove altro, da ragazze giovanissime che dei prosseneti gli procurano e gli portano in casa). Era stata chiarissima, la signora: «Ho cercato di aiutarlo... ho implorato le persone che gli stanno vicino di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene» (traduzione: Silvio Berlusconi è malato di sesso: sì, proprio come Michael Douglas, avete presente? Solo che Michael Douglas ne era consapevole e ha scelto di andare in clinica a curarsi; Silvio Berlusconi, invece, non se ne rende conto e le persone che più gli stanno vicino – uno come Emilio Fede, ad esempio – invece di aiutarlo a guarire gli tengono bordone nelle sue maialate).

Perciò in questi giorni – è qui che volevo arrivare - non è venuto fuori niente di sostanzialmente inedito, via... niente che già non sapessimo o che non avessimo immaginato, i più arditi tra noi, da tempo: Silvio Berlusconi è un malato di sesso a cui le donne piacciono giovanissime, un malato di sesso ricco come un creso che le donne giovanissime può comprarsele a vagonate, un malato di sesso che di carne giovane non ne ha mai abbastanza.
Detto questo, torniamo a bomba: mi sto chiedendo un paio di cose, da ieri l'altro, e magari potreste aiutarmi voi, raga, a trovare una risposta.
Domanda numero uno: considerato il livello del suo immaginario – donne poliziotto con le tette di fuori, infermiere in autoreggenti bianche che gli misurano la pressione - è stato Silvio Berlusconi a produrre la subcultura televisiva italiana degli anni Ottanta (roba à la Drive in, à la Colpo Grosso, per intendersi) o è stato prodotto lui, da quella subcultura?

Domanda numero due: se Walter Veltroni è stato capace di dire che “si poteva stare nel PCI senza essere comunisti”, lo si troverà qualcuno, a destra, tra qualche annetto, disposto a sostenere che “si poteva stare in Forza Italia, e poi nel Pdl, senza essere berlusconiani”? Eh? Che ne dite?

domenica 16 gennaio 2011

(Il mio rapporto con il) Progresso

Oggi ho finalmente capito che cosa Fiat vorrebbe produrre a Mirafiori.
Stava scritto su Repubblica, a pagina 13.
A Mirafiori si produrrà... il Suv!!! Pensate un po' che roba: il Suv!!!
Nelle due versioni (ché una non basta, evidentemente), Jeep e Alfa.
Secondo il Lingotto, «per la fine del 2012 il Suv dovrà essere già in produzione (280mila vetture l'anno) e pronto per essere commercializzato».

Ve lo dico? Massì, ve lo dico...
Non credo sia mio interesse vedere i Suv - quei bestioni terribilmente ingombranti e impestanti - correre in strada.
E non intendo l'interesse di Stefano Piredda in quanto cittadino di questa cazzo di Repubblica, ma l'interesse di Stefano Piredda in quanto essere vivente su questo cazzo di pianeta che dovrebbe continuare a esistere, si spera, anche quando Stefano Piredda sarà morto...
Mi dispiace un sacco per gli operai di Mirafiori, ma quello che produrranno nei prossimi anni è pura follia.
Se i posteri malediranno il nome degli uomini del 2011 - e lo straordinario ingegno che li portò a produrre e commercializzare i Suv - beh, per quanto mi riguarda faranno benissimo.
Ma già... in fondo che cosa hanno fatto, i posteri, per noi?

domenica 9 gennaio 2011

Parole celebri dalle mie parti (n.94)


"Da piccolo i film dell'orrore non mi hanno mai fatto paura. Ero molto più terrorizzato dalla mia famiglia e dalla vita di tutti i giorni."

(Tim Burton)

venerdì 7 gennaio 2011

Il togliattismo dei derelitti

È il 28 febbraio del 2002.
A Montecitorio si discute della Legge Frattini sul conflitto di interessi.
Luciano Violante, il participio presente del verbo 'violare', interviene nel dibattito in qualità di presidente del gruppo parlamentare dei Democratici di Sinistra - L'Ulivo.

Ad un certo punto egli pronuncia, distintamente udibili, le seguenti parole: «L'onorevole Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena – non adesso, nel '94, quando ci fu il cambio di governo – che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l'onorevole Letta... Voi ci avete accusato nonostante non avessimo fatto la legge sul conflitto di interessi e dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni... Durante i governi di centrosinistra il fatturato Mediaset è aumentato di 25 volte!».


Per non dimenticare...

giovedì 6 gennaio 2011

The Dark Knight

Qualche giorno fa, alla cerimonia della quotazione in borsa di Fiat Industrial, l'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne - il manager tutto d'un pezzo che Fausto Bertinotti (il mentore del famoso poeta Nichi Vendola) una volta ebbe a definire “un borghese buono” - ha scasinato un bel po'.
E la Fiom di qua e la Fiom di là e io non accetto ricatti da nessuno ma se al referendum tra gli operai di Mirafiori sull'accordo del 23 dicembre – quello che ha visto la contrarietà della Fiom e l'adesione degli altri sindacati – i “no” arriveranno al 51% allora «la Fiat non fa l'investimento a Mirafiori», cari signori: prendere o lasciare, anzi – datosi che Marchionne è un manager internazionale - “take it or leave it”.
Marchionne (Marchionne) ha poi detto (said) di considerare (to judge) “offensive” (insulting) le domande (questions) sul progetto (plan) denominato (named) Fabbrica Italia (Factory Italy).
Alla lettera: «È veramente offensivo che bisogna vedere i punti specifici del piano. Chiedere a Fiat di svelare i dettagli del piano lo trovo ridicolo. Ma che, scherziamo? Smettiamola di comportarci da provinciali».
Dunque, gente mia bella gente, non ci è dato sapere perché Fiat sta facendo tutto 'sto casino in Italia (e la Fiom di qua e la Fiom di là eccetera eccetera eccetera). Il piano industriale della Fiat per Mirafiori e Pomigliano è un segreto (it's a secret).
L'international manager ha anche fatto presente a tutti noi (to everybody) che in Brasile, dove egli ha appena aperto una nuova fabbrica (a new factory), nessuno (nobody) «si sarebbe mai permesso di farsi dare i dettagli dell'investimento».
Che dire?
Che cosa dobbiamo attenderci, a 'sto punto, da Fiat?
Mah...
Secondo me, minimo minimo la produzione in serie della Batmobile.

martedì 4 gennaio 2011

Arieccomi!

La prima lettura del 2011?

I Racconti di fantasmi di Montague Rhodes James: grazie a MareMagnum (conoscete? È un sito fantastico se volete recuperare libri rari e fuori catalogo) sono riuscito a trovare il volume di 520 pagine - uscito nel 1989, a cura del povero Malcolm Skey, per i tipi di Theoria – che li raccoglie tutti, ma proprio tutti.
MRJ (si firmava così), nato nel 1862 e morto nel 1936, era davvero un bel tipo: gran medievista, paleografo, archeologo, poliglotta di quelli stupefacenti - imparò da solo l'italiano, il tedesco, l'etiopico, il danese (tradusse pure Hans Christian Andersen), lo svedese, il copto, l'ebraico, il siriaco – e scrittore quasi a tempo perso di rabbrividenti (ma sul serio!) ghost stories.

L'uomo aveva l'abitudine di leggere i suoi racconti agli amici che andavano a trovarlo sotto Natale: «la sera prestabilita il gruppo si ritrovava ad aspettare a lungo finché, di solito verso le undici, “Monty” non appariva con l'inchiostro ancora umido sull'ultimo foglio. Tutti i lumi meno uno venivano spenti; e si dava inizio alla lettura del racconto».
E insomma queste sere di gennaio, per quanto mi riguarda, sono piene di case infestate, antichissimi sortilegi, streghe vendicative, tesori custoditi da demoni ferocissimi, camere d'albergo che non esistono ma poi invece sì, quadri che si animano, figure incappucciate nascoste nel buio, folate di vento che sembrano urla, cupi presagi e maledizioni inesorabili.
Fuori dalla mia finestra, immancabili, le brume della campagna inglese; sotto al mio letto, un'orribile creatura in attesa...

Urge ristampa, perdiana!