martedì 28 ottobre 2008

Sostanza stupefacente



“L'interesse di coloro che trattano in un certo ramo commerciale o manifatturiero è sempre, sotto qualche aspetto, diverso da quello del pubblico, e anche opposto. La proposta di una nuova legge o di un regolamento di commercio che provenga da questa classe dovrebbe essere sempre ascoltata con grande precauzione e non dovrebbe mai essere adottata, se non dopo averla esaminata a lungo e attentamente, non solo con la più scrupolosa ma anche con la più sospettosa attenzione.”
Adam Smith dixit.

P.S.
Il liberalismo è roba forte.
Mica se la può pippare chiunque.

18 commenti:

Zimisce ha detto...

beh, ecco, diciamo che è un grande classico quando i discepoli snobbano le parti più importanti dell'insegnamento del maestro.

che pure al maestro poi, quella puttanata della mano invisibile non gliela perdonerò mai e poi mai.

l'ho vista in centro oggi Mastro Tic, ma era in compagnia e non son venuto a molestare. prossima volta le butto una birra.

e beccati pure questo video che, francamente, è davvero troppo divertente:

http://www.youtube.com/watch?v=XR9V_aOCga0

tic. ha detto...

Davvero?

Allora, alla prossima volta.
Avec plaisir.

Quanto alla mano invibile, guardi che esiste.
Solo che, essendo invisibile, nessuno l'ha mai vista.

Unknown ha detto...

Uno dei miei filosofi di riferimento è Karl Popper. E quando vedo che Pera, Berlusconi, Dell'Utri si dichiarano non solo liberali ma addirittura popperiani, rischio di cadere dalla sedia per un accesso di sghignazzi isterici.
http://lucianoidefix.typepad.com

alessandro perrone ha detto...

E' roba forte, sono d'accordo, tuttavia non capisco il perché i Liberal continuino a tentare di far emergere in Smith, Popper, o in Tocqueville, degli aspetti sociali. "Se è roba forte" lo è sempre, in fondo parliamo di grandissimi intellettuali, ma anche di "cinici/bastardi" (detto con rispetto, s'intende). Che a loro modo, chi prima e chi dopo la rivoluzione francese, avrebbero cassato volentieri il sostantivo "eguaglianza" dal dizionoario degli uomini.
Detto ciò, i puffi che oggi ci governano stanno a Poper quanto Bertinotti sta al comunismo.
Il dramma è che di fronte alla crisi economica che si sta delineando, le vie d'uscita sono o più democrazia, oppure più autoritarismo. Quale pensiamo sia la scelta del signor P2?
Quanto alla mano invisibile, guardando alle ingiustizie del mondo, dubito che sia a vantaggio di tutti gli individui, nell'immediato mi accontenterei del ritorno del primato della politica.

tic. ha detto...

Proprio sicuro che nel liberalismo non ci siano 'aspetti sociali'?
Si legga Isaiah Berlin e poi ne riparliamo.

Il liberalismo è un metodo. Solo un metodo.

alessandro perrone ha detto...

Ammetto che me la sono cercata, ma caro Lei (perché ci diamo del lei e quindi, non vorrei sembrarle villano nell'iniziare con un urbanissimo e cordiale: caro Tic, non si dica che l'amicizia e la stima, siano da impaccio quando c'è da azzuffarsi in polemiche filosofiche), come dire... ah si: una rondine non fa primavera! il suo Berlin che non conoscevo, vedo (a volo d'uccello) che si è sforzato con tutta l'anima di trovare un nesso tra liberalismo e coesione sociale, egli (come quello dei maestri di cui sopra) è un esempio di alta elaborazione intellettuale (onestamente fuori dalla mia capacità cognitiva), ma vede Tic, il "Liberalismo reale" che è un metodo, ma anche un fine, ha portato al pensiero unico del neoliberismo, ciò perché ha come postulato il fatto che le masse lavoratrici debbano stare al loro posto; queste invece anche se oppresse, scalcagnate e polverizzate, continuano, anche dopo la sconfitta epocale del "Socialismo reale", in modo probabilmente sguaiato, forse anche solo balbettando, continuano, dicevo, a reclamare non solo i propri diritti, questo è il minimo, ma a volersi fare “Stato”. Non lo fanno, badi, perché sono degli illusi e magari un pò masochisti, ma perché il materialismo storico, di cui molti probabilmente ignorano l'esistenza, li porta a costituirsi in quel movimento reale che intende abolire lo stato di cose presenti (scusi la citazione).

tic. ha detto...

Se c'è stato qualcosa, nell'ultimo ventennio, che ha messo le ali ai piedi ai liberisti, quel qualcosa si chiama proprio "fallimento del socialismo reale"...

E guardi che, in ogni caso, ha ragione Ruffolo: il capitalismo ha i secoli contati (crisi o non crisi).
Non sarebbe il caso di prenderne atto?
Capisco che anche gli psicoanalisti debbono aver da lavorare, ma insomma...
Prender atto di certe cose aiuterebbe ad evitare quei disastri emotivi che poi ti fanno rimanere all'angolo per decenni a far da spettatore ai liberisti che spadroneggiano.
Non me le faccia dire certe cose, dai...

Sulla coincidenza tra liberalismo e liberismo, poco da dire: è una roba che non è affatto scontata (Croce ed Einaudi ne hanno dibattuto per benino).
Si può ben essere liberali e di sinistra.
In Italia i liberali di sinistra non son stati pochi, tra l'altro.

E molti di loro volevano un sacco di bene, ai comunisti: più di quanto gliene volessero i socialisti, ai comunisti.

alessandro perrone ha detto...

Non si crucci egregio Tic, anche i comunisti hanno voluto bene a dei liberali di sinistra, la "Sinistra Indipendente" oltre ai cattocomunisti ne era piena.
Non intendo convincerla e comunque probabilmente non ne sono all'altezza, con la mia precedente intendevo solo farle notare o meglio, rammentarle, che c'è chi la vede diversamente sulle teorie del signor Smith.
Respingo con nettezza, invece, ogni riferimento all'emotività, almeno in questo campo non mi tocca e se lo dice lei che il capitalismo è morto o sta morendo, le credo ciecamente.
Per quanto riguarda il "fallimento del socialismo reale" mi permetto di dire che non basta confinarlo negli scantinati ammuffiti della storia, se le interessa però, sappia che ho elaborato il lutto da anni..... sa, sono un pò togliattiano.
Scusi l'impertinenza, ma sparo ci siano delle ragioni tecniche che mi costringono a ricopiare le lettere per verificare l'esattezza della parola prima che mi venga pubblicato il commento, o devo pensare che una mano invisibile, composta da un impercettibile sistema binario di uni e zeri, mi costringe a fare un test attitudinale, così tanto per mettermi in soggezione, ogni volta che desidero postare un qualche pensiero, solo per ricordarmi che infondo sono in casa d'altri e devo comportarmi bene?

tic. ha detto...

Lo so. E' dura postare co' 'ste letterine...

Quanto al 'capitalismo' (il libero mercato: meglio dire così) non morirà.
IO non glielo permetterò.
E non merita di morire: storicamente NIENTE è stato in grado di far progredire l'umanità come il libero mercato. Con tutte le strorture (e pure i crimini) che vuole e che sappiamo (pure io, so...).

Detto ciò, bisogna combattere gli 'animal spirits'. By any means necessary.

E la politica deve reimparare a dare regole.
Gli uomini sono esseri imperfetti. Hanno bisogno di regole come dell'aria che respirano.
Ecco perché sono di sinistra...

tic

P.S.
Lo legga, il vecchio Berlin: non potrà che giovarle.

alessandro perrone ha detto...

Seguirò il suo consiglio, non dubiti. Non intendo diventare stucchevole, ma vede, c'è una stretta connessione tra il progresso a cui lei fa riferimento, che riguarda esclusivamente il Primo Mondo con lo sfruttamento e la povertà del Terzo Mondo ed i flussi migratori a cui assistiamo, rigurgiti xenofobi annessi. In merito mi permetto di segnalarle, se non l'ha già letto, il libro: "I dannati della Terra" del filosofo francese Frantz Fanon.

Anonimo ha detto...

Carissimo Sandro, da cinico quale sono le consiglio anch'io un libro:
"Il singhiozzo dell'uomo bianco" di Pascal Bruckner e da ancor più cinico le chiedo: quali sono stati i risultati sociali del comunismo?

alessandro perrone ha detto...

Diogene la seguo da un pò e sinceramente mi meraviglia la sua domanda, tuttavia non voglio fare il pesce in barile e le dirò che gli effetti sono stati molteplici. Il primo è stato la presa di coscienza delle masse lavoratrici che soprattutto dopo la pubblicazione de "Il Manifesto" hanno alzato la testa e preteso diritti prima negati. Inoltre dopo la rivoluzione d'ottobre la ricaduta sul mondo del lavoro è stata enorme. Al comunismo si deve la spinta alla decolonizzazione dei milioni d'individui in Africa ed Asia. Ad esso si deve anche il consolidamento del compromesso socialdemocratico che attraverso lo stato sociale si è realizzato in Europa occidentale, poiché al di là della dottrina keynesiana, alla quale dobbiamo moltissimo, senza il peso dell'Unione Sovietica ciò non poteva realizzarsi, visto che gli "spiriti animali" del capitalismo se la stavano facendo sotto. Oltre poi la lotta contro il nazismo e la "spinta propulsiva" che ebbe l'egualitarismo, anche con le sue storture, in tutto il mondo. Ci furono infine, enormi ricadute sulla cultura e la scienza.
Vede Diogene, il PCUS è stato sciolto avendo ancora ben 16 milioni di iscritti, ciò malgrado lo stalinismo, la stagnazione, la mancanza di libertà e dialettica. Oggi nei paesi del terzo mondo si parla del socialismo del XXI secolo, masse di diseredati si organizzano, alle volte arrivano anche al potere, senza il comunismo o meglio il "socialismo reale", anche a fronte delle sue brutture e tragedie colossali e dopo la sua sconfitta epocale, tutto ciò oggi non potrebbe realizzarsi.
Per me la Storia non è finita, fino a quando c'è anche solo un uomo a reclamare i propri diritti la storia continua a compie il suo corso.
Quanto a cinismo non è male...il libro che mi ha proposto mi era capitato tra le mani, l'avevo scartato, non tanto perché poco consolatorio, ma perché avendo io poco tempo per leggere, lavoro a turno, faccio politica, ho una famiglia (in questi giorni imperverso per il solo fatto che sono in casa integrazione,) devo selezionare le mie letture, ho una massa enorme di libri quasi iniziati, quasi finiti che ancora mi aspetta, ma colgo il suggerimento e mi applicherò, mi dia tempo però.


PS. incredibile, la parola di verifica è: "couni", che sia un messaggio della mano invisibile?

tic. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
tic. ha detto...

Due le cose TERRIBILI, secondo me:
1 - la spiegazione della socialdemocrazia e delle sue realizzazioni come contromovimento rispetto al socialismo reale;
2 - la questione dei 16 milioni di iscritti al PCUS: sembra sia un dato da leggersi prescindendo dal contesto totalitario del comunismo sovietico.
Ma come possono impressionare 16 milioni di iscritti? Mica il totalitarismo sopravviveva solo grazie alla polizia segreta. Aveva il consenso di molti, ovviamente.
Come lo ebbe il nazismo. Come lo ebbe il fascismo. I totalitarismi mica son stati regimi senza consenso. C'era chi ci mangiava, oltre a chi ci stava male. E chi ci mangiava, mangiava pure bene: alla facciaccia di chi stava male.

Il comunismo sovietico è stata una delle peggiori nequizie della storia.
Non so cosa ci riserverà il futuro, ma se il socialismo del XXI secolo è Chavez, siamo ben messi.

tic. ha detto...

Infine, secondo me il suo è un punto di vista di tipo religioso.
Dalle sue parti tutto ha un fine e c'è una spiegazione per tutto.

Ma fare della Storia un dio, come fa lei, è metafisica.
La stessa roba che frequentano Ratzinger e i suoi tristi seguaci.

Ecco perché detesto il marxismo, Alessandro: perché voglio bene all'illuminismo.

alessandro perrone ha detto...

Tic la pensiamo diversamente, facciamoci una ragione, lei ha una preclusione ideologica nei confronti dell'esperienza del socialismo che arriva anche a negare fatti oggettivi, cioè riconosciuti dalla storiografia.
Lei pensa che la socialdemocrazia in Europa senza la presenza dell'Unione Sovietica aveva comunque possibilità di svilupparsi, io invece ne dubito, e pensando alla fine di Allende in Cile.
Io non faccio un totem della storia, ma penso che non sia finita con la caduta del muro di Berlino, lo ribadisco perché ci hanno fatto credere il contrario e credo anche che continui il suo processo evolutivo. Lei continua a dire che il capitalismo è l'ultima frontiera dell'uomo e che l'illuminismo è in contrapposizione con il marxismo, poiché il primo è scienza ed il secondo è religione, anche su questo rimango in netto disaccordo, per me il marxismo non è una cosa statica, ma è la filosofia della prassi e come tale non può che essere sempre in movimento.
Ammetto invece, che c'è chi ha fatto del marxismo una religione, la lettura accademica del marxismo è fonte di gravi distorsioni che sono arrivate alla più deprecabile tragedia.
Ma guardi che in nome del liberalismo si sono fatti misfatti ancor più deprecabili.
Il Comunismo uguale al nazismo e fascismo, è una grossolanità che non le fa onore. Non mi dilungo in merito, perché voglio pensare che nella verve polemica le sia "fuggita la mano".
Quanto al socialismo del XXI secolo (mi lasci non affrontare la figura di Chavez, mi porterebbe troppo lontano, ma sia chiaro io ne penso bene) è solo la conferma che la storia non è finita, che malgrado quanto più terribile ha commesso il socialismo reale, sul quel solco si stanno realizzando cose, movimenti ed esperienze di massa che guardo con favorevole interesse.
Infine ho voluto rammentare i 16 milioni di iscritti all'ultimo PCUS, non per giustificare le sue malefatte, anzi, ma per affermare che proprio in quella situazione, c'era ancora chi credeva nelle idee di base di quel partito; ai miei occhi, infatti, ciò non confermava il residuo consenso al regime del PCUS, ma verso la forza delle idee di liberazione umana propri del marxismo, che diversamente ad altri sistemi ancor'oggi travalica gli errori che i marxisti hanno compiuto.
Ciò detto, la ringrazio, il suo Blog che apprezzo molto, mi tiene vispo, quando la CIG sarà finita ritornerò nell'anonimato e farò l'internauta della domenica.

Anonimo ha detto...

I primi teorici della socialdemocrazia avevano revisionato il marxismo PRIMA che apparisse all'orizzonte quel criminale di Lenin (sic: criminale. Perché è purtroppo passata l'idea che Stalin sì, che è stato un grandissimo criminale. Il Lenin, invece, era tanto 'nu bravo guaglione): veda il caso del mai troppo citato Eduard Bernstein.

So benissimo che nazismo, fascismo e comunismo sono stati cose molto diverse. Ma proviamo a pensare un po' al punto di vista di un oppositore del nazismo segregato a Dachau e al punto di vista di chi è passato, in URSS, nel tritacarne del gulag. Non riesco a rilevare grosse differenze: povera umanità di fronte al Leviatano. Nient'altro.

La democrazia liberale è decisamente meglio: è una roba fighissima, altro che (tra l'altro, va detto che i comunisti, in questo Paese, la democrazia liberale l'hanno difesa molto spesso. Anche se non l'hanno cambiata, come hanno sostenuto spesso. E' vero il contrario: è stata la pratica democratica a cambiare, e profondamente, i comunisti italiani. E buon per loro: così li possiamo salvare. E difendere dai loro principali e implacabili nemici: i socialisti italian style. Veda, che so, un Cicchitto, un Brunetta, un Sacconi. Gente che vi rinchiuderebbe in uno stadio domattina, se solo ne avesse la possibilità).

La prego di non ritornare nell'anonimato, caro il mio sovietico: venga, intervenga e si firmi.

alessandro perrone ha detto...

No, no.....l'anonimato nulla a che fare con la firma, come vede ci metto anche il "muso", l'anonimato è relativo alla mia impossibilità a frequentare con assiduità questi lidi, peraltro impegnativi, in quanto ho tempi di elaborazione più lunghi dei suoi.
Per la cronaca i comunisti non hanno difeso la democrazia solo perché pensavano di cambiarla (se pure la "progressività" della Costituzione mi fa coniugare il verbo al presente), ma anche perché prima, durante e dopo la Resistenza, c'hanno messo del proprio.
Egregio, il leninismo è stato un metodo. Solo un metodo.

PS. Non è possibile, ora il sistema mi chiede di scrivere: "retto". Dubito sulla casualità di questo sistema!