lunedì 1 settembre 2008

La spinetta






Scorciatoie e raccontini, di Umberto Saba, uscì per i tipi di Mondadori nel 1946 : constava di circa duecento tra aforismi, riflessioni fulminanti, commenti e giudizi densi, essenziali, rapidi, brevi e talora molto brevi, su persone e fatti della storia, della letteratura, dell'arte e della vita di ogni giorno di un poeta straordinario.
Saba si misurò con il genere aforistico, assai poco praticato in Italia, indicando esplicitamente i modelli a cui si era ispirato: “GENEALOGIA DI SCORCIATOIE. Nietzsche – Freud”. Nietzsche per lo stile, Freud perché - come scrisse Mario Lavagetto - in Scorciatoie lo sguardo del poeta voleva essere proprio quello dello psicoanalista-detective, capace di smascherare la finzione nella storia, nella letteratura e nelle azioni umane e di illuminare “la verità che giace al fondo”.
E insomma, sto parlando di un libro assai originale e prezioso, che occupa un posto certo non secondario nel corpus dell'opera di Saba.

Il poeta detestava Benedetto Croce. Lo sapevate? Per farvi capire, in una lettera inviata nel corso del 1946 alla moglie Lina scrisse: «Potessi dire tutto quello che so, polverizzerei quell'uomo che fu, in fondo, un uomo funesto. Dicono i suoi ammiratori che egli ha “sistemata tutta una cultura”; è vero; ma come l'ha sistemata? Come una donna analfabeta, che avesse l'incarico di ordinare una biblioteca, la quale, non sapendo leggere i frontespizi dei libri da scaffalare, li mettesse tutti secondo un ordine esteriore, di misura, di colore esterno ecc. Bell'ordine!».
Qualche canaglia di passaggio potrebbe maliziosamente far osservare che Saba ce l'aveva con Croce anche (o magari soprattutto) perché il filosofo ignorò del tutto, o quasi, le sue poesie. In Storia e cronistoria del Canzoniere (un saggio che Saba scrisse in terza persona proprio per rimediare alla scarsissima attenzione dimostrata dai critici nei suoi confronti) si legge: «Il grande filosofo Benedetto Croce, al quale, consigliato (male) da un filosofo minore, Saba affidò un giorno la poesia A mia moglie assieme ad alcuni sonetti militari, gli rispose con una cartolina postale che ricordiamo ancora. Diceva: "le sue poesie hanno qua e là dei movimenti vivaci, ma mancano ancora di qualunque elaborazione formale"». Ecco. Ci capiamo?
Comunque, canaglie, canaglierie e malizie a parte, va detto che il grande triestino spregiava i sistemi filosofici e considerava i filosofi persone che rifiutavano la realtà. Di più: persone incapaci di vedere e dunque di comprendere la realtà.
Perciò, ecco quello che Umberto Saba scrisse di Benedetto Croce in Scorciatoie e raccontini.

ULTIMO CROCE In una casa dove uno s'impicca, altri si ammazzano fra di loro, altri si danno alla prostituzione o muoiono faticosamente di fame, altri ancora vengono avviati al carcere o al manicomio, si apre una porta e si vede una vecchia signora che suona - molto bene - la spinetta.

La serenità olimpica di don Benedetto colpita e affondata. Cattivello, l'Umberto, eh?

Dove voglio andare a parare? E' presto detto.
Si è sentito molto parlare di Spinetta, in quest'ultimo periodo. E non mi riferisco allo strumento musicale a tastiera con corde pizzicate parente stretto del clavicembalo, ma a Jean-Cyril Spinetta, numero uno di Air France-Klm.
Ve lo ricordate, si, Spinetta?
Mesi fa, ai tempi del Medioevo rosso, quando regnava ancora il malvagio professor Prodi, monsieur Spinetta aveva proposto un piano per il salvataggio di quella schifezza di Alitalia imperniato sulla difesa dell'unitarietà del gruppo, del suo marchio e dei suoi asset. Sarebbero stati tagliati 2.100 dipendenti su 18.000 , la flotta sarebbe stata ridotta da 174 a 137 aerei (va detto che, oggi come oggi, Alitalia utilizza in pista comunque solo 140 aeroplani), ma le rotte a medio e lungo raggio e le grandi destinazioni sarebbero state garantite. Air France prevedeva di investire 850 milioni di euro entro il 2010 e soprattutto, per comprare Alitalia, avrebbe cacciato fuori ricchi 1,8 miliardi di euro.
Ai sindacati tutto ciò non piacque per nulla e siccome si era in campagna elettorale (ah, che campagna elettorale emozionante fu quella! Indimenticabile davvero) essi cercarono e trovarono, ma guarda un po', una sponda politica in Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. E l'offerta di Air France finì nel tritacarne della demagogia nazionale (e nazionalistica, nel caso). Il risultato fu, lo ricorderete, che Spinetta se ne tornò oltralpe affermando testualmente: “Per Alitalia ci vuole l'esorcista (...) sembra proprio che non ci siano altre strade per salvare quella compagnia”.
Bene: pare che adesso, in pieno Rinascimento berlusconiano, sia stato impartito un contrordine: Air France e Spinetta vanno benissimo per aiutare a salvare la baracca Alitalia, visto che la baracca (anzi, il baraccone: facilissima questa, come battuta. Me ne rendo conto, ma tant'è) bisogna salvarla avendolo Berlusconi promesso. E quando Berlusconi promette qualcosa, beh, non so voi, ma io...
Peccato però che non ci siano andati bene subito, 'sti francesi.
Eh, si: un vero peccato. Perché adesso, a cinque mesi dalla ritirata dello sdegnato Spinetta (ma gli è passata, gli è passata...), gli esuberi in Alitalia, per dire, sono diventati 6.000 (c'è chi dice di più) e non si capisce ancora dove andranno a finire, quei disgraziati che perderanno il posto di lavoro.
Mi fermo a 'sto dato, perché sul salvataggio di Alitalia pensato da Silvio nostro potete leggere da altre parti (vi fidate di Tito Boeri? Io abbastanza. Andate un po' a recuperare quello che ha scritto sulle magnifiche sorti e progressive della compagnia di bandiera de noantri e cercate di farvi quattro risate. Soprattutto quando Boeri, che è uno parecchio intelligente, vi spiegherà chi si accollerà gli oneri sociali per la gestione degli esuberi di Alitalia. Ma forse riuscite a indovinarlo: dai, che non è difficile...).
Ora, i sindacati.
I sindacati protestano. Guglielmo Epifani oggi era lì a sparare cazzate a volontà del tipo: “Non possiamo accettare la logica del prendere o lasciare”. Non puoi accettare? Scrivete voi, nei commenti, un insulto indirizzato al segretario generale della Cgil. Perché io, per Epifani e per il sindacato, non ho proprio più parole.
E il PD.
Il PD dice pochino, quasi nulla... Striscia e bussa, come al solito.
A me piacerebbe assai che il PD si mettesse a sparare ad alzo zero sulle scelte (?) di un sindacato inqualificabile, oltre che sulle scelte del Governo, e lo facesse in nome dei cittadini italiani, ovvero di quelli che pagheranno caro il disastro di Alitalia (anche se molti di loro, poveracci, lo faranno benedicendo Silvio Berlusconi, l'uomo del Rinascimento). Ma è inutile sperare.
Ha detto bene Massimo Giannini, su la Repubblica: il PD “è sostanzialmente privo di voce perché politicamente privo di identità: il suo ministro ombra delle Attività Produttive, il giovane Matteo Colaninno, dovrebbe attaccare il pasticcio Alitalia ma non può farlo perché porta lo stesso cognome del presidente in pectore della “Nuova Alitalia”, il padre Roberto Colaninno”.
Insomma, si parva licet, questo PD assomiglia a una vecchia signora che suona, in mezzo al caos, la spinetta. E lo fa pure maluccio.

9 commenti:

Adespoto ha detto...

Bel Post.
Ovviamente non lo condivido completamente. Però ricordo chiaramente che in quel momento della campagna elettorale in cui Zilvio, il delfino d'Italia, disse che lui, lui sì che l'avrebbe salvata la compagnia di bandiera... Ebbi una (sobrissima) discussione con degli amici sostenendo, con il sorriso, che Silvio prima prendeva i voti e poi sarebbe scappato via da questo brutto affare irrisolvibile, a meno di non voler violare (e chi lo farebbe davvero) due o tre trattati internazionali...
La stampa, neanche a dirlo, gli diede una bella mano nell'impresa...
Il mondo è paese.

tic. ha detto...

I cittadini TUTTI (o quasi...) pagano gli errori, le scelte sbagliate e quelle non fatte.
La cordata di imprenditori italiani messa in campo dal governo è lì per realizzare profitti (ovvero, per passare all'incasso, quando sarà).
Air France torna in campo (e immaginiamo le risate che si saran fatti i francesi, in questi mesi) a raccogliere i cocci.
Tra perdite socializzate, guadagni privatizzati, occasioni perdute, un capolavoro di furbizia e italico ingegno.
La mia sensazione, comunque, è che non sia ancora finita...

Zimisce ha detto...

Mooolto bella la citazione di Saba. Seppur con motivazioni personali meno fondate di lui, anch'io ho sempre trovato Croce piuttosto antipatico.

In tutta la faccenda Alitalia non ce n'è uno che si sia comportato in maniera vagamente degna. Quando poi ci sono di mezzo nomi come Colaninno, puoi star certo che la faccenda è appena iniziata.

tic. ha detto...

E quello con la faccia come il culo, finora, è stato proprio Colaninno (padre. E occhio a non confonderlo con il figlio, che è stato candidato da Walter nostro perché è un ragazzo taaanto intelligente e genuino. Ed è soprattutto uno che si è fatto da solo).
Immenso quando ha affermato: "Io sono di sinistra, ma non potevo rifiutare l'offerta di Berlusconi. Non potevo non accettare la sfida".
Magnifico, il capitano coraggioso: ormai in Italia si può pensare di prendere per il culo il proprio prossimo in questa maniera e farla franca.
Tanto, ha ragione chi l'ha detto (pure io, nel mio piccolo - nel mio infimo - su 'sto cazzo di blogghe molti mesi or sono), in Italia NON esiste opinione pubblica.
Ormai esistono solo i cazzi propri che pretendono riconoscimento.

Anonimo ha detto...

Quella di Alitalia è una triste vicenda che, ancora una volta, ci dimostra come la squadra formata dalla destra, dal nostro capitalismo straccione e dal sindacalismo massimalista (la sinistra radicale neanche la inserisco tanto non esiste più) riescano a fare danni immensi a questo disgraziato paese.

Quanto al PD, ho sentito cose intelligenti e sensate da Bersani ma, naturalmente, bisogna promuovere quelli che vengono dalla "società civile" e quindi il povero Colaninno, assurto ai vertici del partito in qualità di "imprenditore" e "figlio di" non è in grado di dire nulla.

Caro Tic, si può fare buona musica ed essere ascoltati anche con la spinetta, basta che i suonatori sappiano il loro mestiere.

Visto che l'emergenza sicurezza e immigrazione è sempre seguita dal nostro affezionatissimo le chiedo: ha visto che in questo paese se hai un velo non puoi entrare al museo ma se hai il passamontagna e una spranga puoi impossessarti di un treno, farti scortare in autobus allo stadio, goderti la partita e tornare a casa dopo aver lasciato per ricordo qualche milione di danni?
Tutto gratis, tutto pagato dallo Stato.

Forza Italia! Forza Azzurri!

tic. ha detto...

Ah, il caso di Napoli.
Non sento i nostri URLARE (si, URLARE. Proprio come faceva la destra di merda che questo Paese si ritrova quando governava il malvagio professor Prodi) contro il ministro degli interni per quello che è accaduto.
Non li sento accusare la destra trionfante per l'INSICUREZZA dei cittadini di cui il caso di Napoli è un simbolo.
Non li sento perché (ha ragione Massimo Giannini) il PD è sostanzialmente privo di voce dato che è politicamente privo di identità.

Ci pensi un po' su, caro filosofo.
Riusciamo persino ad essere acquiescenti con il papato mentre il papato ci piscia in faccia (e mica solo a quei 4 laici 4 che rimangono nel PD - pochissimi tra gli ex comunisti. No. Pure ai cattolici adulti che pur ci sono. Solo la Binetti è felice) e sostiene apertamente il libertinismo amorale e il culto cafone per l'esibizione del denaro e del lusso dei campioni della destra. E non diciamo un cazzo di nulla.
Cosa siamo noi?

Anonimo ha detto...

La cosa raccapricciante è come si vada spostando il confine della "normalità". Cose che anche solo vent'anni fa avremmo considerato aberranti, ci saremmo indignati, avremmo protestato ad alta voce, ora passano tranquillamente, come se niente fosse...
Oppure è così che ce la facciamo raccontare, dalla stampa e dai mezzi di dis-informazione, e finiamo col crederci pure noi.
Bisogna trovare una via d'azione, un modo per fare qualcosa di concreto, altrimenti finiremo nel tritacarne della modernità (che dice??? Ci siamo già? ...ora che me lo fa notare, sì, in effetti ci siamo già da un pezzo).

P.s.: qualcuno/a può aiutarmi a contattare contattare Oliver Sacks? Vorrei chiedergli di mettersi al lavoro sul PD e su ciò che resta del pensiero critico di questo paese...
:-(

P.s.2: bel post, come sempre, ma ormai tutto questo arguto bloggare comincio a classificarlo nella categoria "fatica sprecata".
"Manic depression is touching my soul"

Anonimo ha detto...

Anche io spesso penso alla fatica sprecata che rappresentano i nostri blog.. ma la vera domanda è quella di Tic: Cosa siamo noi?
Nessuno lo sa più.. siamo entita che cercano di ragionare in un mare di caos.. ma è difficile rimanere attenti e arguti quando il rumore dei tg di regime sommerge tutto.
Il Tg2 si è dimenticato di dire(lo ha detto come 15a notizia, facendo un breve cenno e scaricando sui governi precedenti) che Berlusconi nel trattato col simpatico Gheddafi ha scritto e firmato che l'Italia, in caso di guerra della Libia con la nato, non metterà a disposizione le basi nato e USA.
Non ci sono parole.
V.

tic. ha detto...

Bah... Non lo so se è fatica sprecata.
Penso spesso che sia soprattutto un modo per dire IO SONO QUESTO.
Non: CI SONO ANCH'IO, attenzione. Io non ho bisogno del mio blog, per fortuna, per sapere che ci sono.
No.
IO SONO QUESTO.
Per quel poco che può significare, IO SONO QUESTO.