lunedì 11 gennaio 2010

Deportees




Some of us are illegal, and some are not wanted
Our work contract's out and we have to move on
Six hundred miles to that Mexican border
They chase us like outlaws, like rustlers, like thieves.


We died in your hills, we died in your deserts
We died in your valleys and died on your plains
We died 'neath your trees and we died in your bushes
Both sides of the river, we died just the same.


Woody Guthrie scrisse Plane Wreck at Los Gatos (Deportee) nei primi mesi del 1948, dopo aver letto la notizia di un incidente aereo in cui furono coinvolti dei lavoratori stagionali che venivano rimpatriati in Messico dagli Stati Uniti.
Secondo il suo biografo, Joe Klein, fu «l'ultima grande canzone scritta da Woody Guthrie, un monumento a quei lavoratori stagionali senza nome e rimasti “tutti accartocciati come foglie secche” lassù, sul Canyon di Los Gatos dove l'aereo precipitò (...) La canzone fu scritta virtualmente senza musica – Woody ne canticchiava le parole – e non fu mai eseguita in pubblico, fino a quando, dieci anni più tardi, un maestro di scuola di nome Martin Hoffman aggiunse una bella melodia a quel testo, e Pete Seeger prese a cantarla nei suoi concerti».


Alcuni di noi sono illegali, altri indesiderati/ Il contratto di lavoro è scaduto e ci tocca andar via/ Siamo a seicento miglia dal confine messicano/ Ci danno la caccia come ai fuorilegge, agli imbroglioni, ai ladri.
Siamo morti sulle vostre colline, siamo morti nei vostri deserti/ Siamo morti nelle vostre valli e nelle vostre pianure/ Siamo morti sotto i vostri alberi e nascosti dai vostri cespugli/ Su quella o su questa riva del fiume siamo morti comunque.


Sarà futile, senz'altro, ma è tutto il giorno che rimugino questa canzone. Che canto questa canzone. Che bestemmio con questa canzone. Che amo con questa canzone. Che odio con questa canzone. In culo a Maroni.

1 commento:

Unknown ha detto...

Mi permetti di citare il Vangelo di Matteo (25, 35-46)?
E' Gesù che parla, con un'attualità sconvolgente.
"Ebbi ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui straniero e mi accoglieste, fui nudo e mi vestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi".
Allora i giusti gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? E quando ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo ospitato? O nudo e ti abbiamo rivestito? E quando ti abbiamo visto malato o in prigione e siamo venuti a visitarti?"
E il Signore, rispondendo, dirà loro: "In verità vi dico: tutte le volte che l'avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me".
Allora Egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Poiché ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, fui straniero e non mi accoglieste, nudo e non mi rivestiste, malato e in prigione e non mi visitaste".
Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato, o assetato, o straniero, o nudo, o malato, o in prigione e non ti abbiamo soccorso?".
Allora Egli risponderà loro dicendo: "In verità vi dico: tutte le volte che non l'avete fatto a uno di questi minimi fratelli, non l'avete fatto neppure a me".