venerdì 16 maggio 2008

Pantaloni


Da Finale di partita di Samuel Beckett (Einaudi, traduzione di Carlo Fruttero).



NAGG Ti ha sempre fatta ridere. (Pausa). La prima volta ho creduto che saresti morta.

NELL Era sul lago di Como. (Pausa). Un pomeriggio d'aprile. (Pausa). Riesci a crederci?

NAGG A che cosa?

NELL Che siamo andati in barca sul lago di Como. (Pausa). Un pomeriggio d'aprile.

NAGG Ci eravamo fidanzati il giorno prima.

NELL Fidanzati!

NAGG Hai talmente riso che la barca si è capovolta. Avremmo dovuto annegare.

NELL Era perché mi sentivo felice.

NAGG Ma no, ma no, è stato per via della mia storiella. Prova ne sia che ridi ancora. Ogni volta.

NELL Era profondo, profondo. E si vedeva il fondo. Così bianco. Così limpido.

NAGG Sentila ancora. (Voce di narratore). Un inglese... (fa una faccia da inglese, riprende la propria espressione) ... avendo bisogno d'urgenza di un paio di pantaloni a righe per le feste dell'anno nuovo, va dal suo sarto che gli prende le misure. (Voce del sarto) "Ecco fatto, ritorni tra quattro giorni, saranno pronti". Bene. Quattro giorni dopo. (Voce del sarto) "Sorry, torni tra otto giorni, ho sbagliato il fondo". Bene, d'accordo, il fondo non è una cosa semplice. Otto giorni dopo. (Voce del sarto) "Desolato, ritorni tra dieci giorni, ho sballato il cavallo". Bene, d'accordo, il cavallo è una cosa delicata. Dieci giorni dopo. (Voce del sarto) "Spiacente, torni tra quindici giorni, la bottoniera è venuta male". Bene, effettivamente una bella bottoniera ha la sua importanza. (Pausa. Voce normale) La racconto male. (Pausa. Avvilito) Racconto questa storiella sempre peggio. (Pausa. Voce di narratore) Insomma, per farla breve, un giorno dopo l'altro, arriva la Santa Pasqua e sbaglia le asole. (Faccia, poi voce del cliente) "Goddam, sir, ma dove andiamo a finire, è una cosa indecente, alla fin fine! In sei giorni, ha capito, in sei giorni Dio ha fatto il mondo. Proprio così, caro signore, il mondo! E lei non è stato capace di fare un paio di pantaloni in tre mesi!" (Voce del sarto, scandalizzato) "Ma Milord! Ma Milord! Guardi... (gesto di disprezzo, con disgusto) ... il mondo... (pausa) ... e guardi... (gesto amorevole, con orgoglio) ... i miei pantaloni!".


Questa l'ho sentita raccontare anche a Claudio Magris.
La presentò come una storiella yiddish.
E ci può stare, converrete.

2 commenti:

𝒜𝒹𝓂𝒾𝓃 ha detto...

Ci può stare. E di tanto anche ;-)

Zimisce ha detto...

Hehehhe.... niente male...