lunedì 11 maggio 2009

Parole celebri dalle mie parti (n.60)


"Ai tempi del fascismo non sapevo di vivere ai tempi del fascismo."

(H. M. Enzensberger)

11 commenti:

Unknown ha detto...

Ai tempi di Berlusconi, noi lo sappiamo, di vivere ai tempi di Berlusconi.

Tina ha detto...

E forse è proprio questa la cosa brutta...

Mammifero bipede ha detto...

Neanch'io so in che tempo sto vivendo, purtroppo però lo immagino...
I nostri nipoti la chiameranno "l'età dello spreco".

Anonimo ha detto...

Enzensberger è del 1929. Quindi ai tempi del fascismo (rectius nazismo) aveva suppergiù una quindicina d'anni. L'ultima classe chiamata alle armi da Hitler poco prima del crollo finale fu appunto quella del '29.
E. deve averla scampata, buon per lui.
Però, qualcosa con la Hitlerjugend deve pur avuto a che fare (a quella era più difficile scampare, ci finì anche un certo Ratzinger): possibile non si sia mai accorto di vivere in un Paese governato dai nazisti?
O cosa pensava che fossero, boy scout?
Leggo poi, nella sua biografia, che ha vissuto diversi anni nella Cuba di Fidel Castro (e di anni doveva averne senz'altro più di trenta...): si sarà accorto almeno allora di dove viveva?

tic. ha detto...

Credo che l'aforisma di Enzensberger dica innanzitutto della difficoltà, o impossibilità, di storicizzarli in tempo reale, certi fenomeni...
Chissà se chi viveva ai tempi di Hitler immaginava che potessero aver fine, i tempi di Hitler.
C'è speranza che finisca pure il tempo del Bagaglino (o del calcio, fa lo stesso, per quanto mi riguarda) al potere, quindi...

Quanto a Cuba, credo che Enzensberger abbia vissuto per Cuba lo stesso trasporto amoroso di molti occidentali de sinistra, non solo intellettuali.
A quanto ne so, gli è passata.
E' passata forse pure a Josè Saramago, il che è tutto dire.

Ciau,

tic


P.S.
Chi sei? Il Sergio che ha scritto recentemente sul blog di Luciano, forse? O magari Marco?
La prossima volta firmati, please. Thank you per essere passato a farmi visita.

Unknown ha detto...

Al di là della biografia personale di (miiiiiii! Come si scrive giusto?!) Enzesberger, ciò che conta in questa frase è il versante pubblico.

Anonimo ha detto...

Per tic:

mi firmo sono Dario Predonzan, solo che non sono capace - in questo blog (e solo in questo, in idefix è tutto assai più facile) - di far apparire il mio nome. Crassa ignoranza informatica, senza dubbio.

Detto questo, perchè solo a me viene intimato di identificarmi? Non che abbia alcun problema a farlo, sia chiaro, ma ho notato che diversi altri commenti qui appaiono come opera di "anonimo" (o con pseudonimi più o meno fantasiosi), ma non ricordo di aver mai visto intimazioni del genere: almeno mi si spieghi il perchè di questo privilegio riservato solo a me.

Tornando a H. M. E., salto di gioia alla notizia che ci abbia ripensato, su Cuba. Osservo però che il problema della "difficoltà a storicizzare" i fenomemi vissuti in prima persona, molti altri non l'hanno avuto. C'è chi per esempio, più o meno alla stessa età di H.M.E., dopo aver fatto il balilla e l'avanguardista, se n'è andato a combattere nella resistenza, perchè qualcosa aveva capito. Magari confusamente, magari soltanto perchè il piovere delle bombe aveva risvegliato in lui il senso critico di cui ognuno di noi è dotato (oddio, certo non tutti nella stessa misura). Non si trattava, solitamente, di intellettuali, va detto.
L'avevano capito e si erano comportati di conseguenza, molti lasciandoci anche la pelle, o rischiando di lasciarcela.

H.M.E. invece no. Lui "non sapeva di vivere nel fascismo", finchè qualcuno (chi?) non glielo ha spiegato. Dopo la fine della guerra, immagino.
Perchè probabilmente, se la guerra i nazisti l'avessero vinta, lui probabilmente ancora non avrebbe capito dove viveva.

Il che, almeno per me, spiega come mai si sia poi innamorato di Fidel e di Cuba: chi ha provato un totalitarismo da giovane (senza neppure rendersene conto), prima o poi ci ricasca con un altro.
Affari suoi, certo, ma in fondo anche nostri, nel momento in cui persone del genere si atteggiano a maitres à penser.
Perchè H.M.E. si atteggia, nevvero?

P.S. : anche questo commento apparirà come di "anonimo", ma ormai tic sa che è mio.

tic ha detto...

Ma no, che non si atteggia, pover Hans Magnus: non mi è mai parso troppo il tipo.

Quanto all'anonimato, l'anonimato non è certo vituperato.
Ma lei ha ragione, Predonzan: ci son troppi anonimi che passano di qua.
A me basterebbe perciò uno pseudonimo, non un nome vero, per sapere con chi ho a che fare.
Infatti, ogni tanto domando: ma chi sei tu, o anonimo? L'anonimo di ieri o quello di quattro giorni fa?

Unknown ha detto...

Una domanda "di servizio". Tic: come mai sul blog (in altri esiste) non c'è un elenco degli ultimi commenti fatti? Sarebbe molto comodo, per poter seguire le discussioni, sapere subito quali sono state aggiornate e quali no.

tic ha detto...

Vedrò di provvedere.

Raffa ha detto...

Salve a tutti, è la prima vola che scrivo in un blog...in realtà vorrei solo un'informazione da quale libro arriva la citazione? io l'ho trovata sul libro di Stefano Benni ma vorrei sapere il libro di Enzensberger! grazie mille