Berlusconi ad Atreju '08, festa di Azione Giovani, raccontando del suo recente incontro con Gheddafi, se n'è uscito in questo modo: “Il Colonnello si lamentava con me del periodo della colonizzazione, pensate che loro festeggiavano il Giorno della Vendetta” (già, pensate un po', n.d.r.) “e noi non abbiamo contezza degli eccidi degli anni della colonizzazione.” (eh, no: noi non ce l'abbiamo, la contezza, n.d.r.) “Ma io gli ho detto che Italo Balbo in Libia ha fatto cose egregie, cose buone. Lui mi ha risposto che Balbo ha costruito caserme e opere pubbliche sempre per i colonizzatori e questo non andava bene”.
Italo Balbo...
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Balbo non era certo uno sprovveduto. Sapeva perfettamente che due o tre degli «amici » fra i quali si trovava quella sera erano agenti dell'OVRA, ad alto livello, incaricati di riferire a Mussolini ogni sua parola. Uno, in particolare, che gli era stato sinceramente fedele per quasi vent'anni, a partire dalle feroci scorribande squadristiche nella bassa ferrarese, ma che nel '38 era passato fra gli «ovrini» di lusso, stipendiato per spiarlo. Balbo era talmente al corrente dell'attività svolta, alle sue spalle, dal personaggio in questione, che più di una volta aveva detto: «Poveraccio! Non è mica cattivo. Solo che gli ci vogliono almeno quattro o cinque grammi di coca al giorno, e le diecimila lire al mese che gli occorrono per comprarla, in qualche modo deve pure procurarsele!». Ma nonostante la matematica sicurezza che le sue «gigionate disfattistiche» (il duce le definiva così) sarebbero arrivate, puntualmente, alle orecchie del dittatore, se ne fregava e rincarava la dose. Con crescente strafottenza. Non si faceva illusioni.
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«No!” rispose.
«Marc'Aurelio?».
«Nemmeno!».
«Ho capito! Forse è Costantino. Perché nel '33, quando sei tornato dalla trasvolata, sei passato, in trionfo, sotto il suo arco» .
«Me ne fotto di Costantino e del suo arco, amica mia! Se ci tieni proprio a saperlo, l'unico personaggio della romanità per il quale provo ammirazione e simpatia è Petronio Arbitro!».
E cos'era stato Petronio, se non uno splendido playboy, che aveva pagato con la morte il lusso di sfottere Nerone? Così come lui, ora, rischiava forse la vita, sfottendo Mussolini.
Balbo morì a 44 anni. Li aveva compiuti 22 giorni prima, il 6 giugno. Aveva fatto la grande guerra negli alpini e alla fine del '18, a 22 anni, era stato smobilitato col grado di capitano. A differenza di tanti altri reduci, aveva subito ripreso gli studi. Nel '20, a Firenze, si laureò in scienze politiche. Era laico, mazziniano, professava idee liberali ad oltranza. Con quel ciuffo ribelle sulla fronte e quel pizzetto aggressivo, aveva qualcosa di ottocentesco, di romantico. Tant'è vero che «madama» Saffo, proprietaria del miglior casino di Firenze, tutto specchi e velluti, lo chiamava «il mi' bel Mameli». Ma lui, a dire il vero, dalla Saffo ci andava molto di rado (anche se la signora era disposta a fargli credito di qualche marchetta) perché era sempre a corto di lire.
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«Ma no! Sono di Modena!».
«Meno male!».
Avrete notato, immagino, quante baldracche compaiano in questo brillante resoconto. I fascisti, si sa, quando non sono dei tragici omosessuali repressi, sono animali da casino. Gente tosta, virilissima: gente che è abituata a pagarle, le donne, eccheccazzo!
Un po' come il nostro Maschio Dominante, cav. Berlusconi Silvio, dite voi? Mah...
Balbo fu mandato da Mussolini, infastidito dalla sua popolarità, a «fare le sabbiature» (si espresse proprio così, quel Maschio Dominante degli italiani di tanti anni fa) in Libia, venendo in questo modo relegato ai margini del PNF.
Gli giravano i coglioni, parlando del suo vecchio capo banda. Una sera, nel 1938, durante uno dei suoi splendidi ricevimenti, disse: «Nel 1911, i socialisti, contrari alla guerra italo-turca, definirono la Libia “uno scatolone di sabbia”. Fra quei socialisti c'era anche Mussolini. Il quale mi ha mandato qui proprio per inscatolarmi. Ma ha sbagliato! Perché stando a Roma, potevo rompergli, al massimo, le scatole. Mentre qua posso rompergli addirittura lo scatolone!».
Spendeva e spandeva alla grande: fu lui il primo ad essere soprannominato “Sciupone l'Africano” (poi toccò ad Emilio Fede quando faceva l'inviato RAI nel continente nero, alle falde del Kilimanjaro). Ci rideva su, «orientando il pizzo, come l'ago di una bussola, in direzione di Roma».
Un po' come il nostro Maschio Dominante, cav. Berlusconi Silvio, dite voi? Mah...
Balbo fu mandato da Mussolini, infastidito dalla sua popolarità, a «fare le sabbiature» (si espresse proprio così, quel Maschio Dominante degli italiani di tanti anni fa) in Libia, venendo in questo modo relegato ai margini del PNF.
Gli giravano i coglioni, parlando del suo vecchio capo banda. Una sera, nel 1938, durante uno dei suoi splendidi ricevimenti, disse: «Nel 1911, i socialisti, contrari alla guerra italo-turca, definirono la Libia “uno scatolone di sabbia”. Fra quei socialisti c'era anche Mussolini. Il quale mi ha mandato qui proprio per inscatolarmi. Ma ha sbagliato! Perché stando a Roma, potevo rompergli, al massimo, le scatole. Mentre qua posso rompergli addirittura lo scatolone!».
Spendeva e spandeva alla grande: fu lui il primo ad essere soprannominato “Sciupone l'Africano” (poi toccò ad Emilio Fede quando faceva l'inviato RAI nel continente nero, alle falde del Kilimanjaro). Ci rideva su, «orientando il pizzo, come l'ago di una bussola, in direzione di Roma».
Un giorno, scherzando con Orio Vergani su Allegria di naufragi di Ungaretti, disse: «Anch'io mi preparo a naufragare allegramente!».
Italo Balbo morì alla fine del giugno 1940, quando il suo “S61” venne centrato per errore dalle nostre batterie antiaeree nel cielo di Tobruk. Conclude Gian Carlo Fusco che «forse, il suo naufragio personale, (...) fu assai meno allegro di quanto avesse sperato. Ma gli evitò, perlomeno, la tragedia convulsa e insensata del naufragio collettivo nell'aprile del '45. Un vero playboy finire nella death-fair di piazzale Loreto? Giammai!».
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Vi si racconta, tra le altre cose, anche di Tommaso Beltrani, promotore del fascismo ravennate, chiamato a Ferrara da Balbo, di cui divenne luogotenente per attuarne “le inflessibili direttive”. Ovvero, botte, botte, botte e sempre botte; botte, botte, botte in quantità.
Nel giugno del 1923 “Balbo lo designa segretario della federazione di Ferrara, carica dalla quale è estromesso il 30 aprile 1924, essendosi trovato in minoranza nelle lotte di corrente”. Emarginato da ruoli direttivi, si vendica consegnando ai Repubblicani, in cambio di 7000 lire, “un corposo dossier, assai compromettente per Balbo (...) che ventilava sue corresponsabilità nelle violenze culminate nell'assassinio di don Minzoni”.
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A me piacerebbe un sacco, però, se qualcuno (magari proprio un prete) spiegasse pubblicamente a Silvio Berlusconi chi era Giovanni Minzoni. Così, tanto per vedere l'effetto che fa.
P.S.
Di Gian Carlo Fusco, grandissimi anche Guerra d'Albania e Le rose del ventennio, entrambi Sellerio, e il formidabile Duri a Marsiglia, Einaudi.
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Soddisfatti o rimborsati, eh!
15 commenti:
P.P.S.
Naturalmente lo so benissimo, che a Berlusconi non gliene frega un cazzo di Giovanni Minzoni.
E nemmeno di Italo Balbo, a dirla tutta.
A Silvio Berlusconi, infatti, importa solo di Silvio Berlusconi.
Si faceva per dire, quindi.
Tanto, talkischeap...
Ma tanto ormai si fa tutto per parlare. Il mimetico ministro della difesa straparla a destra e a manca (soprattutto a destra) anche di cose che esulano il suo incarico, e non si esime di insegnarci che i bravi ragazzi della Decima van onorati perché credevano in un ideale.
Ah-ha. Come Baffone, insomma.
Atreju era il nome del protagonista della Storia Infinita!
Mumble mumble... Storia Infinita... che ci sia un rimbalzo di magia in tutto ciò? Fate attenzione ai segni...
I fasci vanno matti per il fantasy. E' bello rifugiarsi in un mondo immaginario in cui le principesse te la danno quando nella realtà sei uno sfigato. Scusate la prosaicità da terza media.
Per Zimisce: L'Infanta Imperatrice NON la dava in giro. Non se che genere di principesse frequentavi tu nella tua fantasy...
Detesto la fantasy.
Con tutta l'anima.
Sarà per questo che disprezzo i fasci?
Lo so ben io!
Riguardo all'invisione di tic per il fantasy, si, ne ho un ricordo bello chiaro: un cinema di qualche anno fa, presenti 4 degli scriventi di questo blog. Tre gradirono la visione, non il padrone di casa, che si mangiò durante il film, per noia credo, un sacchetto di minimars preciso preciso, commentò quanto basta il suo disappunto durante tutta la durata dello stesso e si alzò alla fine lasciando un cesso di cartine di minimars sotto la sua poltrona.
VA DETTO che il finale del film in questione fu UN PELO tirato per le lunghe motivo per cui gli furono date le attuananti generiche.
Attenuanti generiche 'sta gran cippa!
Ar patibbolo, ar patibbolo!
Sì, guardare il Signore degli Anelli con sottofondo di bestemmie non fu grande esperienza...
IL SIGNORE DEGLI ANELLI di Peter Jackson?
Mamma mia.
Piuttosto che rivederlo, preferirei partecipare ad una delle sardanapalesche feste tripoline di Italo Balbo.
E preferirei pure essere bastonato senza pietà da una delle squadracce di Italo Balbo, ras di Ferrara.
Mamma mia. Mamma mia.
Mamma mia deli Abba?
C'è il film in uscita. Ti porterò a vederlo.
Sorry, "degli Abba" nel commento precedente.
Col cacchio che ci vengo!
certo che almeno l' aereo su cui volava Balbo il 28 giugno potevi azzeccarlo, Savoia Marchetti SM.79
Gozzi morì nel 1920, come faceva nel '21 a fare le scorribande con Balbo?
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