sabato 18 luglio 2009

Coraggio!

Sto leggendo un libro molto bello, L'età dell'oblio. Sulle rimozioni del '900, di Tony Judt.
A un certo punto l'autore, parlando del grande storico marxista Erich Hobsbawm, ricorda ciò che un veterano comunista spiegò un giorno al giovane Jorge Semprùn, a Buchenwald.

«Mais c'est quoi, la dialectique?», chiese Semprùn.
«C'est l'art et la manière de toujours retomber su ses pattes, mon vieux!», gli venne risposto.
La dialettica è l'arte e la tecnica di cadere sempre in piedi...
Erano tosti, i comunisti, mica robetta.
Ci ho pensato molto, tra ieri e oggi, a quanto erano tosti.

L'altro giorno il sindaco di Bari, Michele Emiliano, se n'è uscito dicendo che "dobbiamo finalmente avere il coraggio di dire che il Pd è un partito fraternamente anticomunista".
E ci vuole CORAGGIO per dirla, 'na roba del genere, sì?
Ora, che in Puglia, poveracci, siano rimasti ai tempi di quel meraviglioso democratico che è stato Vito Lattanzio posso anche capirlo, ma insomma...
A dirsi anticomunisti a comunismo morto e sepolto ci vuole... CORAGGIO?

6 commenti:

diogene ha detto...

Visto oggi: la nuova superstar del pd, Debora Serracchiani, si presenta come candidata alla segreteria regionale del partito. Dietro a lei una fila di giovani (con tre g)a fare da trofei, davanti, in prima fila, la nomenklatura.
Ricordate il discorso che la rese famosa: "Vengo dalla città che ha accolto Eluana Englaro", in quei giorni un altro deputato pd, Ivano Strizzolo, dichiarò: "E' un omicidio". Oggi Strizzolo era in prima fila tra i sostenitori di Debora.

E' la dialettica baby!

Unknown ha detto...

Di Judt ho letto (non tutto, lo confesso) quell'altro magnifico librone che è DOPOGUERRA, storia dell'Europa dal 1945 al 2000. Per le nostre zone al confine nord-est è utilissima e interessantissima la parte sugli esodi, tragici e complessi: solo inquadrata all'interno di questo contesto, si può capire per davvero (e disinnescarla) la vicenda dell'Istria. Se invece si continua a pensare che sia un unicum, il frutto della cattiveria slavo-comunista, non ne usciremo mai.

yodosky ha detto...

Ah, disinnescar l'Istria mi interessa. Com'è che si fa?

Mammifero bipede ha detto...

Tic, ci vuole "coraggio" (o demenza) quando gli unici tuoi potenziali alleati (o quantomeno ex-alleati) comunisti ci si definiscono.
Il fatto è che è molto più semplice definirsi per contrapposizione a qualcosa che non avere una propria identità coerente, si fa molto prima a dirsi "antiqualcosa" che ad argomentare su cosa si vuole realizzare. Fino a poco tempo addietro (pensa un po', con una doppia negazione) il PD si definiva "non antiberlusconiano", già passare ad una negazione sola è un fattore di semplificazione nei confronti dell'elettorato che diventa via via più "semplice" e meno capace di padroneggiare concetti complessi (tipo le frasi di più di dieci parole).

Ma più che altro, appunto a comunismo morto e sepolto, che necessità c'è di definirsi, oltretutto in maniera così rudimentale, rispetto ad una corrente politica, economica e di pensiero che ha avuto nel secolo scorso mille interpretazioni e mille incarnazioni, non tutte di per sé negative? Cui prodest? Si vuol dar fastidio a qualcuno? (Baffetto?) E' sempre e solo il solito, autoreferenziale teatrino in cui il PD si sta avvitando fin dalla sua fondazione?

Boh, non ho così tanto tempo da sprecare, rinuncio a capire e mi dedico a cose più concrete.

tic ha detto...

Naaa...
Emiliano è uomo di Baffetto.

Ad un mio amico, su facebook, ho detto più o meno questo:
"Quando fra un secolo parleranno del 2009 in Italia diranno che il popolo italiano tutto si era rincoglionito. Destra/sinistra uguale.
Io credo di averlo capito, Emiliano: Berlusconi dopo tutto ha avuto successo, con l'anticomunismo, in questi anni. Specialmente nel nostro meraviglioso Meridione dove vivono ancora sotto Marco Caco, poveracci, o ai tempi del buon frate fascista di Pietrelcina.
Quindi Emiliano si sarà senz'altro detto: a Sud bisogna impostarla così, per prendere voti. Con l'anticomunismo. E' l'ammissione di un'arretratezza culturale, in fondo. Non altro.
Il comunismo è morto e sepolto? Ma certo!
Forse pure l'Italia...".
Dixi.

Unknown ha detto...

Per "disinnescare" la vicenda istriana (e cioè sputar via il veleno nazionalista che ancora suppura), il primo passo è spostarsi un poco.
Cerco di spiegarmi.
Agli italiani convinti che il "male" inizi solo con l'arrivo dei "cattivi" slavo-comunisti assetati di sangue italico vanno mostrate le complesse radici di quella tragedia (il sorgere dei contrapposti nazionalismi alla fine dell'Ottocento, il crollo dell'impero austro-ungarico, l'arrivo del fascismo, la sua feroce politica di repressione, l'invasione della Jugoslavia compiuta da Italia e Germania, il collaborazionismo di molti istriani, il carattere totalitario del comunismo titoista...).
Agli sloveni e ai croati convinti che "il male" sia dovuto solo alla "cattiveria" degli italiani fascisti o filo-fascisti va mostrato che la realtà è più complessa.
Un eccellente (e agile) libretto è IL DOLORE DEGLI ALTRI di Guido Crainz (edizione Donzelli).