sabato 18 settembre 2010

2035


“Bella roba, il Pd, eh?”, mi interroga un collega in sala insegnanti.
“Non me ne frega niente, del Pd...”, gli rispondo, in un impeto di sincerità davvero prorompente.
“Siamo proprio rovinati!”, fa lui.
“Siamo chi, scusa?”, replico.
E via incomunicando.
Ad un certo punto, però, il mio stimato collega se n'è uscito così: ”Ma chi si ricorderà, di Veltroni, fra venticinque anni?”.
E qui l'uomo mi ha dato da pensare.
In questi ultimi giorni, sapete, mi è persino capitato di leggere, da qualche parte, delle lodi sperticate a Meno di zero di Bret Easton Ellis (che sarebbe un “romanzo generazionale”, nientemeno).

Su quella incommensurabile merdata, uscita appunto venticinque anni fa, credevo che la parola definitiva l'avesse detta Stefano Benni nel lontano 1987 (qualche anno prima, cioè, che Benni imparasse a suonare il trombone e ne diventasse un incredibile virtuoso).
Non so se qualcuno di voi ha presente un racconto che si intitola Californian crawl...

È morto il padre di Hank. Stava giocando a golf e la pallina gli è finita nel bosco. È entrato dentro a cercarla. Dopo un'ora il caddy preoccupato è andato a vedere ed era lì, morto.
Aveva i pantaloni sbottonati. Sembra si stesse masturbando quando è morto. Forse il golf non lo divertiva abbastanza.
Adesso Hank è qui, sul bordo della mia piscina. Ha una camicia azzurra con un disegno a rombi uguale a quella di Percy Sledge nella copertina di un vecchio disco, non sono sicuro però che sia Percy Sledge, forse è un altro ma Hank è proprio Hank, siamo stati bambini insieme l'anno scorso, e ora non sembra turbato dalla morte del vecchio, si è comprato un paio di occhiali neri con la montatura rosa e la madre gli ha detto, ti sembrano occhiali adatti per un funerale? Hank non ha risposto, aveva il walkman.
La madre di hank beve perché ha un cancro al fegato, oppure ha un cancro al fegato perché beve, non lo so, comunque beve come un pellerossa e adesso con un'eredità di mezzo milione di dollari potrà bere anche di più.
Dunque Hank sta seduto sul bordo della mia piscina con la camicia azzurra col disegno a rombi come il disco di Percy Sledge, tira fuori dalle tasche della coca e fa una riga sul bordo della mia piscina. Appena la vede Lisa nuota verso il bordo della piscina un braccio dopo l'altro e poi ancora l'altro verso l'alto e così procede nell'acqua azzurra con i capelli biondi nella cuffia viola mentre il sole della California entra dalla parete di vetro e abete svedese e fa brillare gli spruzzi di Lisa e gli occhiali rosa di Hank poggiati su una sedia a sdraio e la riga immacolata di coca sul bordo della mia piscina.
- Non dovresti tirare tanto Hank – dice Lisa, e fa sparire la riga di coca dentro il suo bel nasino di bostoniana.
- Potevi lasciarmene un po', cazzo – dice Hank. Si prepara un'altra riga e la aspira con la cannuccia della mia Ginger Ale, così devo andare a prenderne un'altra in casa e mentre sono lì che cerco nel mobile bar vedo mia madre sbronza, con un kimono a disegni come l'insegna del ristorante giapponese di Palos Altos.
- Mi stai sgocciolando tutta la casa, Peter – mi dice.
- È morto il padre di Hank - dico io – e non ci sono più cannucce.
Mia madre mi guarda. È invecchiata, dall'ultima volta che l'ho vista. Mi accarezza i capelli in quel suo modo californiano che non so se amare o detestare.
- Quanti anni hai Peter? - mi chiede
- Ventuno, mamma – le rispondo. Mi mordo le labbra. Non riesco mai a dirle la verità.
- Ventun anni – ripete meccanicamente come se non ci credesse.
- Ventun anni – ripete meccanicamente come se non ci credesse.
- Ventun anni – ripete meccanicamente come se non ci credesse.

E via cazzeggiando.
Una recensione feroce e assai divertente, se vi piace ridere delle disgrazie del mondo. Ma se, beati voi, non conoscete la merdosissima prosa (“generazionale”, sapete?) di Bret Easton Ellis, non potrete apprezzare.
E insomma, dopo venticinque anni c'è ancora qualcuno che si ricorda di Meno di zero, e non per farci sopra una grassa risata: perché, dunque, nel 2035 Walter Veltroni dovrebbe essere dimenticato?
In fondo, in questo nostro tempo storto, ci si è ricordati pure di Franchi e Ingrassia. Dite la verità: ve lo sareste mai aspettato? Se sì, o siete dei completi idioti o, beati voi, non avete mai visto un loro film.

E dunque, Veltroni. Con la sua pappagorgia. Con le sue primarie. Con il suo partito light. Con le sue candidature immaginifiche tipo Calearo. Con i suoi loft del cazzo.
Ce ne ricorderemo senz'altro, di Veltroni, come no...

2 commenti:

Mammifero Bipede ha detto...

Ce ne ricorderemo, ma al riguardo ci verrà da dire solo "Ah, sì, quello..."

Anonimo ha detto...

piria, secondo mi te gà sempre letto roba del cazzo, te fà mal, te fa sprecar el tuo talento.
An non, uti corporis vulner, ita exercitus incommoda sunt tegenda, ne spem adversariis augemus?
Ho aperto un pò a caso il de bello civile e guarda che bella frase è venuta fuori!
Fa proprio per noi.
Dovremmo nascondere le nostre recenti ferite: Dalema, Rutelli, Veltroni, Franceschini, persone che non giudico proprio malissimo ma che dovrebbero farsi da parte per il bene comune, proprio per non accrescere la fiducia del nemico; ed invece si mostrano ogni giorno.
Siamo deboli, siamo deboli e feriti e riperderemo, cazzo!
E se ce li trascineremo avanti riperderemo anche nel 2035!