giovedì 15 novembre 2007

Uno sguardo torvo su sta cazzo di Italia



Partiamo da un dato.
Negli ultimi dieci anni, calcola il CRESME (Centro ricerche per l'edilizia), si sono prodotti in Italia 3 miliardi di metri cubi di cemento.3 miliardi: capito bene, si?
Qualche giorno fa, su la Repubblica, un articolo sul Comune di Bereguardo (PV).
L'incipit: "Il "bel riguardo", quel "bello sguardo" che si apriva ai Visconti prima e agli ufficiali napoleonici quattro secoli dopo dal castello di Bereguardo, ora rischia di dissolversi per sempre. Il comune pavese ha bisogno di liquidità". Il sindaco di Bereguardo si chiama Maurizio Tornielli e ci viene presentato come un uomo pragmatico che guarda oltre l´orizzonte, a nord, dove s´indovina la grande città, Milano che, dice, "dista 30 chilometri di autostrada. Siamo a dieci minuti dalla fermata metro di Famagosta. A un milanese conviene vendere l´appartamento in città e comprare la villetta qui: arriverà prima al lavoro e gli avanzeranno anche un po´ di soldi da investire".
Il Tornielli sa bene (d'altra parte, mica li fanno sindaci per niente) perché i Comuni privilegino l´espansione residenziale: "I trasferimenti dallo Stato si assottigliano. E si ventila anche la diminuzione dell´Ici. Dove prenderemo i soldi? I piccoli comuni che necessitano di opere pubbliche non hanno alternativa se non l´aumento indiscriminato delle cementificazioni".
Et voilà, signore e signori: c'est la merde!
Ecco qui pronto uno studio dell´ANCI (ehi, lo sapete che io conosco bene il Presidente dell'ANCI della Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia? Che culo, nevvero?) che ci avverte che "la principale fonte di entrata tributaria dei comuni è l´Ici". Urca! In quelli con meno di mille anime pare arrivi al 57 per cento. E rispettare il patto di stabilità è più duro per un paesino, ammonisce Secondo Amalfitano, presidente dei comuni "under 5000" dell´ANCI (e sticazzi: in Italia esiste un pure un Presidente dei comuni under 5000!): "Lo scuolabus per pochi bambini costa molto di più, in proporzione, che nelle città". E vogliamo noi togliere lo scuolabus ai piccini? Ma certo che no!
Secondo Paolo Pileri, urbanista al Politecnico di Milano, a spingere verso nuove cementificazioni è stata la decisione di «liberalizzare», tre anni fa, la destinazione dei soldi incassati dai Comuni per le nuove urbanizzazioni: "Prima potevano essere usati solo in minima parte per le spese correnti, ora non più. E la tentazione di ricorrere all´espansione edilizia per realizzare asili è forte". E vogliamo noi togliere l'asilo ai piccini? Come sopra, perdiana, come sopra!
Mercoledì 14 novembre una lettera accorata a la Repubblica di Vittorio Emiliani: "I Comuni ricevono meno denari dal centro e si rifanno con Ici e oneri di urbanizzazione (che poi possono spendere, grazie alla sciagurata Finanziaria di qualche anno fa, per turare le falle del bilancio corrente). Prima, la legge Bucalossi glielo impediva. In alcune Regioni, come la Toscana, i Comuni sono stati anche sub-delegati alla tutela del paesaggio e quindi decidono loro se incentivare (come fanno) l'edilizia o controllarla (come non fanno) a favore del paesaggio. Situazione che ha portato il consumo annuo di suolo a 244.000 ettari, contro medie sotto i 45.000 in Germania e addirittura sotto i 10.000 nel Regno Unito. L'Italia dovrebbe fissare un "tetto" massimo di consumo dei suoli liberi (come in Germania e nel Regno Unito). Siamo il solo Paese europeo a non preoccuparci di ciò, siamo il più devastato ed anche quello che dal paesaggio ricava grandissimi introiti turistici".

Oggi quer ber pupone de Francesco Rutelli si chiede: "La Bella Italia è diventata generalmente più brutta?". Beh, si... Io, nel mio piccolo, direi di si. Assomiglia moltissimo agli italiani, d'altronde. I quali, lasciatemelo dire, fanno cagare veramente tanto, e ogni giorno un po' di più.
Rutelli assume comunque degli impegni (e un bello 'sticazzi' ce lo metto proprio volentieri). Tra le altre cose, "un monitoraggio accorto per impedire scempi e realizzazioni orribili".
Io sono un pochino scettico, lo confesso. E come potrei non? Gli italiani sono un popolo generalmente ignorantissimo. Sanno tutto, poniamo, del calcio, proprio niente di storia dell'arte (e pochissimo, ça va sans dire, di storia in generale). Da altre parti in Europa NON E' COSI'. C'è molta meno ignoranza. E non intendo solo nella classe politica. Parlo dell'opinione pubblica. Da noi, mi pare, siamo invece a qualche milione di opinioni privatissime. E a svariati milioni di porci comodi.
Senza la consapevolezza della posta in gioco, da parte dei cittadini, non ci sarà consenso, e senza un (convinto) consenso diffuso che politiche di salvaguardia vuoi mettere in campo?
Servirebbe uno Stato più forte della pappetta che abbiamo. Ma non uno Stato amico, no. Uno Stato che spaventi.
Solo che non è cosa. Direi proprio di no.
Largo, quindi, al Sindaco Tornielli.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Chi prendesse un aereo diretto vero il nord Europa e guardasse il territorio sottostante, vedrebbe ampi spazi aperti, punteggiati da agglomerati urbani, più o meno grandi, ben distanziati tra loro e collegati da un'ordinata rete viaria.
Se guardasse il panorama dal cielo italiano vedrebbe, invece, un'enorme massa tumorale urbanistica, stendersi senza soluzione di continuità dall'Alto Adige alla Sicilia.
Secondo esempio: provate a recarvi in un sito archeologico in Europa; troverete un area accessibile, ben atrezzata e con un supporto informativo capace di dare a chiunque le informazioni essenziali sul luogo. Ora, fate lo stesso in Italia (magari ad Aquileia). Se riuscite a trovarlo e se, fortunatamente, non è inaccessibile per lavori, scioperi o sequestri, troverete delle informazioni comprensibili solo se avete una laurea in archeologia e avete una grande esperienza di scavi in Mesopotamia.
Ultima osservazione: chi ha costruito il paesaggio urbano italico? Gli urbanisti? No. Gli architetti? Nemmeno.
I geometri. Certo, proprio loro. Intendiamoci, si tratta di un mestiere rispettabile svolto da persone rispettabili, ma per studi, cultura e pratica del tutto incapaci di avere una visione complessiva del territorio.
Dubito che l'Alberto Sordi della politica nostrana, alias Francesco Rutelli, il fenomento passato dall'anticlericalismo pannelliano al bigottismo di Ruini, posso fare qualcosa; del resto che la politica sia ormai impotente è uno dei drammi di questo paese.
Ma siamo sicuri che i responsabili dello schifo di panorama che abbiamo attorno siano esclusivamente la classe politica? In fondo essa non ha fatto altro che obbedire al popolo, alla ggente, e la ggente in questo disgraziato paese vuole le villette, le tavernette, gli appartamentini, le lotizzazzioni, i mattoni sparsi per la penisola come i Lego, salvo poi protestare e indignarsi quando bisogna costruire qualche strada per rimettere un po' d'ordine in questo caos.
Ci vorrebbe uno Stato? Magari cattivo? Forse e vero. Ma soprattutto ci vorrebbero dei cittadini. E noi non gli abbiamo.

Noi, purtroppo, abbiamo la ggente.