venerdì 27 giugno 2008

Ma non si era detto che...

Ieri il sottosegretario agli interni, Nitto Palma, era in missione (massì, usiamola pure, 'sta parola! Mi pare decisamente il caso...) in Friuli-Venezia Giulia.Ha incontrato i prefetti delle quattro province, il presidente Renzo Tondo e l'assessore regionale alla Sicurezza Federica Seganti.
E poi ha detto: "La norma contenuta nel decreto sicurezza (quello di Maroni, n.d.r.) parla della possibilità di autorizzare l'esercito per specifiche e urgenti esigenze. Stando alle notizie e al dossier in mio possesso, non credo che ci sia la necessità dell'impiego di militari in questa realtà. La previsione è stata pensata per altri contesti dove la criminalità è molto più diffusa e grave, in particolare nelle regioni meridionali".
Palma ha spiegato di aver trovato nel FVG, sul piano della sicurezza, "un panorama sostanzialmente soddisfacente. Rispetto ad altre realtà, pur non essendo nel paradiso terrestre, qui la vita scorre serenamente".
Il quotidiano Il Piccolo ha perciò chiesto - e giustamente, a mio parere - all'assessore leghista alla Sicurezza, signora Seganti, come si concilino, secondo lei, le affermazioni del sottosegretario Palma su una regione considerata "sicura" con il pacchetto sicurezza appena varato dalla giunta regionale.



La sventurata ha risposto: "Non commento le affermazioni del sottosegretario ma avrà i suoi dati". Eh, si: forse ce li avrà pure, dei dati... Ma la Seganti, cazzarola, se ne impipa: "Come avevo avuto modo di dire già durante la presentazione del pacchetto, le due cose non sono legate".
E ha ragione, la Seganti. Perché a lei interessa l'ormai leggendario percepito e della realtà che in qualche modo emerge dal dossier di Nitto Palma se ne frega proprio alla grande, scusate! Lo ha detto chiaramente, qualche giorno fa: "Abbiamo previsto significativi stanziamenti per incrementare la percezione di sicurezza nei cittadini del Friuli-Venezia Giulia". La percezione di sicurezza, capito? Non altro. Ricordate, si, come si è espressa qualche giorno fa la signora Seganti? "Lo stato di apprensione che attanaglia i cittadini è ormai acclarato e spetta alla politica dare risposte concrete per lenire questo disagio e restituire alle nostre città un'atmosfera serena e tranquilla".
Cosa poi abbia prodotto (e continui a produrre) questo stato di apprensione che attanaglia i cittadini, alla Seganti non deve importare granché.
Qui di seguito trovate l'opinione in proposito di Giancarlo Bosetti, direttore della rivista Reset (una di quelle cose noiosissime che leggono quelli di sinistra, sempre così salottieri e lontani dal popolo) ed editorialista del quotidiano La Repubblica.



In tema di sicurezza, giustizia, ordine pubblico e lotta al crimine l'opinione pubblica ha subito una corrosione sistematica delle sue facoltà di giudizio anche a causa della trasformazione dei telegiornali in tabloids pieni di sangue, stupri e massacri. Maggiore l'esposizione al video, maggiore l'insicurezza, come ha ben documentato Ilvo Diamanti. La "tabloidizzazione" è un fenomeno mondiale che è stato introdotto dalla tendenza commerciale delle tv (una domanda per la Seganti, che è tanto preoccupata dallo stato di apprensione che attanaglia i cittadini: CHI E', in Italia, il boss dei boss della televisione commerciale? Ci pensi bene, prima di rispondere! n.d.r.). Hanno resistito la Bbc e qualche altra televisione pubblica come quella tedesca (dimostrando che resistere si può). Non certamente quella italiana: tra Rai e Mediaset non c'è traccia di scrupoli nella corsa ai cadaveri trovati nei campi, ai delitti a sfondo sessuale, agli abusi pedofili. Non disponiamo in Italia di misurazioni accurate nel tempo degli equilibri tematici nell'informazione televisiva, come accade in America, dove in dieci anni è raddoppiato lo spazio dei tg dedicato a intrattenimento, disastri, incidenti e crimini ai danni delle informazioni sulla politica, gli esteri e l'ambiente (non che io lo ami granché, ma vi ricordate di Michael Moore quando paragonava l'informazione del suo Paese a quella canadese? Ecco... n.d.r.). Le uniche ricerche disponibili sono quelle realizzate dall'Isimm per l'Authority delle Comunicazioni e si sono preoccupate soprattutto degli equilibri tra i partiti. Ma dalle statistiche curate da Stefano Gorelli emerge che nei telegiornali la cronaca nera giganteggia. Nel 2007 il caso di Perugia (l'assassinio di Meredith), avvenuto il 2 novembre, ha occupato 44 giorni del Tg1 su 58 (47 nel Tg5), il caso Cogne, vecchio già di sei anni ha occupato 22 giorni del Tg1 (19 nel Tg5), il caso di Garlasco 60 giorni (76 nel Tg5). Sui casi minori non ci sono numeri, ma basta accendere la Tv verso sera e disporsi agli annunci di rapina e morti sgozzati. Nessuno stupore che la percezione diffusa della violenza sia molto alta. La stampa non è in grado di rovesciare il flusso principale del lavorìo sull'opinione che è nelle mani dei tg (ma non solo, mi permetto di osservare, n.d.r.), che continuano ad accrescere il peso della cronaca nera sia per ragioni commerciali che per ragioni politiche.
(da La Repubblica, mercoledì 18 giugno)



E il Sindaco della città di M. (un bell'uomo, va detto) che fa?
Dichiara alla stampa locale che le nuove normative nazionali in materia di sicurezza saranno applicate senza resistenze, ma anche senza abbandonare la linea che la sua amministrazione ha sempre seguito in questi anni.
Nell'ultimo consiglio comunale poi, rispondendo ad un'interrogazione di un consigliere d'opposizione, tal Giorgio P. di Forza Italia, ha affermato: "Il sindaco ha il dovere di applicare le norme, ma farò in modo che un tanto rientri il più possibile in un'azione interistituzionale, al di là dell'esistenza del protocollo di legalità di cui M. già dispone". Quindi, innanzitutto, sinergia con le forze dell'ordine presenti sul territorio del Comune. E poi estensione della videosorveglianza dove necessario, vigili di quartiere e amenità varie.
Bene, signor Sindaco. A me pare più che sufficiente. In fondo, Lei non amministra mica Cabot Cove...

Conosce? Dovremmo essere non troppo distanti da Portland, Maine.
A Cabot Cove vive Jessica Fletcher, la giallista-detective protagonista de La signora in giallo. Secondo i riferimenti presenti nella serie televisiva stessa, trattasi di un villaggio di 3.680 abitanti che si affaccia sull'Oceano Atlantico.
E' stato notato che, politicamente e socialmente parlando, Cabot Cove è una cittadina molto stabile e coesa: ha il suo bravo sindaco (Sam Blooth), lo sceriffo (prima Amos Tupper poi Mort Metzger), il medico legale e poi, beh... Poi c'è la signora Fletcher, vanto della comunità, celeberrima scrittrice: di più, una delle protagoniste assolute della letteratura gialla americana.
Basandosi sui fatti raccontati nei telefilm, in particolar modo sull'esagerato numero di omicidi che vengono compiuti, di cui la maggior parte proprio a Cabot Cove (deve sapere, signor Sindaco, che da contratto la produzione de La signora in giallo era obbligata a realizzare almeno cinque episodi all'anno ambientati nella cittadina del Maine), il New York Times (quotidiano generalmente piuttosto autorevole) ha stimato che circa il 2% della popolazione del ridente paesello sia stato assassinato nel corso dell'intera serie.
Immagini che rogne per il suo collega di Cabot Cove, signor Sindaco.
E sorrida alla vita.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Popopoporopoporopopo..

(leit motiv della sigla della Signora in Giallo)

Lo faremo suonare alla Banda Civica Piero Poclen.

tic. ha detto...

Seee, come no...

Adespoto ha detto...

Già, in effetti mi sono sempre chiesto perchè non la esilino, è evidente che la vecchia porta sfiga...

P.S: Della città di M., del giornale letto da tutti e del suo modo di fare "informazione" presto parlerò anche dalle mie parti...

Anonimo ha detto...

Misuri le parole, Adespoto. Quella giusta è "foglio a tre veli".

Adespoto ha detto...

Mi si perdoni l'inesatta espressione...
"Foglio a tre Veli"
Non dimenticherò, per il futuro, la corretta nomenclatura...