venerdì 13 giugno 2008

I foresti nela nostra piassa

Dovete sapere (ma qualcuno già sa, come no...) che tic, da quando è venuto al mondo, vive (o meglio, risiede) nella città (vabbé, dai...) di M., città che ospita un grande cantiere navale.
Dovete anche sapere che, negli ultimi anni, sono arrivati nella città di M. moltissimi immigrati, proprio per lavorare nel grande cantiere navale.
La maggior parte di questi immigrati proviene dal Bangladesh.
Gente mite, gente tranquilla...
Perché vi racconto tutto ciò?
Perché un paio di giorni fa un mio caro amico filosofo (che è di sinistra, ammesso e non concesso che questo ormai significhi qualcosa) si è trovato a parlare col popolo, a M., in un bar (nella mia città, di bar, ce ne sono tantissimi: si beve forte, da noi...), e ne ha riportato una pessima impressione, a suo dire.




DIALOGO DELL'AMICO DI tic COL POPOLO


Il popolo: "Questi cazzo di bengalesi hanno rotto i coglioni!"
L'amico di tic: "Perché?"
Il popolo: "Hanno rotto i coglioni e basta!"
L'amico di tic: "Ti disturbano?"
Il popolo: "A me si. Che tornino da dove son venuti. Cosa cazzo ci fanno qui?"
L'amico di tic: "Beh.. Fanno un lavoro di merda. Un lavoro che noi non vogliamo più fare"
Il popolo: "Son troppi. Troppi. E rompono il cazzo alla gente. Tu non hai idea a quanta gente stiano sulle balle!"
L'amico di tic: "Ma perché?"
Il popolo: "Perché si!"
L'amico di tic: "Senti, posso farti una domanda?"
Il popolo: "Si..."
L'amico di tic: "Questi bengalesi, non so... Rubano? Io non ho mai sentito di nessuno di loro coinvolto in un furto. Rubano, secondo te?"
Il popolo: "Beh, no..."
L'amico di tic: "Spacciano droga? Io non ho mai sentito di uno di loro arrestato per droga, magari tu..."
Il popolo: "Neanche io..."
L'amico di tic: "Hanno ammazzato qualcuno?"
Il popolo: "No..."
L'amico di tic: "E allora?"
Il popolo: "..."
L'amico di tic: "Perché ce l'hai con loro?"
Il popolo: "Son sempre lì in piazza, seduti sulle panchine. E quella è la NOSTRA piazza"


E' tutto vero, sapete... Parola più, parola meno. Io praticamente ho solo tradotto il dialogo dal nostro meraviglioso dialetto (il dialetto più bello che ci sia, ostia di un'osteria!) in fiorentino.
E' tutto vero.
A me, una volta, facevo ancora l'assessore, un tizio (uno che ha studiato e si è pure laureato. Ve lo dico perché non si pensi che solo le persone culturalmente più deboli puzzino di razzismo. Spesso funziona così, certo: sei ignorante come una capra, sei razzista. Ma mica sempre) ha chiesto: "Scusi, assessore: che cosa aspettate a togliere le panchine dalla piazza? Non vedete che sono solo gli immigrati a sedercisi sopra?". "Embé?", feci io. "Embé cosa?", rispuosemi quell'uomo di mondo, "Ma non capite che se ci sono loro la nostra gente in piazza non ci viene? E guardi che io ho votato per voi!". Testuale. Anche quest'ultimo dialogo, per facilitarne la comprensione, è stato tradotto in fiorentino dal nostro straordinario dialetto (il dialetto più bello del mondo! E va protetto, sapete? Va preservato. Va difeso. E proprio dal mondo va difeso, alla fine, il dialetto più bello che ci sia, ostia di un'osteria!).
Così vanno le cose, nella città (vabbé, città: circa...) di M.
E io mi chiedo e chiedo: davanti a gente (gentaglia, su... E diciamocelo!) che si esprime così (e che non si vergogna, ma manco per sbaglio, ad esprimersi così), la sinistra (sempre più sradicata dal territorio, sempre più salottiera, sempre più lontana dal popolo) che cosa deve fare?
Mah...
Io, per me, son felice (non sapete quanto) di non essere radicato in questa palta.
E adesso qualcuno magari se ne uscirà dicendo che un politico dovrebbe far di tutto, di tutto, per essere sempre in sintonia con la gente.
Bene. Io, per me, credo che le persone decenti (non i politici decenti, no: proprio le persone decenti) abbiano un dovere preciso: di chiamare sempre l'inciviltà col suo nome, il razzismo col suo nome, l'intolleranza col suo nome. E, nel caso, pure la merda col suo nome.
Domanda: la politica non dovrebbe essere anche pedagogia?


P.S.
Il sindaco della città di M. (un bell'uomo, va detto) pare abbia intenzione di istituire una delega assessorile alla Sicurezza (maiuscolo, 'Sicurezza': è lo zeitgeist ad imporlo!).
Suppongo sia perché, di questi tempi, la Sicurezza va tanto di moda, signora mia.
Sapete com'è: la gente si sente insicura e bisogna farsi carico, in qualche modo, di ciò che dalla gente è percepito (e pure 'sto percepito è una cosa che va via come il pane, ultimamente. La realtà, nel frattempo, è stata sequestrata dalla tivvù).
Dice: ma nella città di M., tra carabinieri, polizia e guardia di finanza, ci son più di duecento uomini che già si occupano della Sicurezza dei cittadini.
E allora?
E' la politica, bellezza... Non si può mica star fermi: bisogna dar risposte!
E far tornare la nostra gente in piazza.
Anzi, in piassa.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido il Tic pensiero, anche se per me non l'ha scritto Lui (troppi errori....o a fagiulo?)
Sulla indicente parlata di osteria: che vadano a cagare sti' BISIACHI 'gnoranti. E che Crico vada a difendere i deboli non quelle merda, parlatacchiata qua e là.

Adespoto ha detto...

Bel pezzo.
Bella la riflessione sulla pedagogia. Questa politica-sondaggio riesce a teorizzare come pratica l'assecondare i "moti" umorali di popolo...
Poi ci si chiede quando la sinistra abbia perso il primato culturale...

tic. ha detto...

Errori?
No, dai...
A fagiulo, allora.



La sinistra si fa molto condizionare dai media cialtroni (indecenti) che abbiamo.
Hanno paura di non essere considerarti a la page?

Zimisce ha detto...

Ma che vadano a cagare 'sti indiani!

heheh scherzo ovviamente. Purtroppo hai ragione, Tic, è lo zeitgeist triste che ci attornia. Butta un occhio su internet se trovi le dichiarazioni del nuovo addetto alla sicurezza del comune di Udine.
So che ti delizieranno e riempiranno di orrore al tempo stesso.
Tra parentesi, anche lui designato da un sindaco di centrosinistra. Il neosindaco di Udine, forse non bello come quello di M. (tuttalpiù magnifico), ma sicuramente moooooooooooooooooolto intelligente.

barone von furz ha detto...

credo che vent'anni non siano stati abbastanza, ce ne vogliono altrettanti o forse più per far crescere gli anticorpi al fascismo, all'intolleranza e al razzismo...pensavo meglio del popolo...del mio popolo...ma se serve son pronto a sopportare altri anni di dittatura. Con l'esercito in città si è già cominciato a porre le basi...