E' quel capolavoro che tutti dicono? (vi starete chiedendo senz'altro)
Bah... Sapete, secondo me la parola capolavoro non andrebbe mai usata a capocchia. Nemmeno in un blog che si chiama talkischeap.
Però Il Divo è davvero un grande film.
Tra parentesi: la cassiera del cinema ci ha venduto, senza accorgersene, tre biglietti (a tic, a sua moglie E. e ad un famoso lottatore giapponese di Tana delle Tigri) per Indiana Jones. Ce ne siamo accorti solo quando ci eravamo già ben che accomodati sui sedili della sala 1. E allora rapido scambio di sguardi e via a razzo, in biglietteria e poi in sala 4. Nel frattempo, cazzate a nastro (siamo fatti così...) su Indiana Giulio e sul Divo che si libera a colpi di frusta dei suoi avversari politici. Anche se, ora che ci penso, una qualche relazione c'è, ormai, tra Giulio Andreotti e l'archeologia.
E insomma una grande opera, questa di Sorrentino, si diceva.
C'è tutto, ma proprio tutto, quello che potreste aspettarvi da un film sul sette volte Presidente del Consiglio: il fantasma di Aldo Moro e A Fra', che te serve?, l'omicidio Lima e il cardinale Fiorenzo Angelini, lo studio a piazza San Lorenzo in Lucina e l'archivio privato, Paolo Cirino Pomicino o' ministro e quelle (proverbiali) arguzie che magari ti facevano anche ridere, e come no, ma se poi ci pensavi su solo un pochino ti gelavano il sangue, e c'è Licio Gelli, ma certo, e Michele Sindona, Roberto Calvi e Mino Pecorelli, la passione per i gelati e quella per per l'ippica, Stefano Bontate e Tano Badalamenti, Sbardella e Ciarrapico, Vincenza Enea Gambogi, la storica segretaria, e la moglie Livia.
Andreotti l'eterno, Andreotti la salamandra, Andreotti il cui film preferito è (lo sapevate?) Il dottor Jekyll e Mr. Hyde, “un alternarsi di amabile buonsenso e lampi di clamorosa intelligenza che ti spiazzano e rendono la sua figura indecifrabile. Perché Andreotti – ha detto Sorrentino - fa l'elemosina, ma c'è chi lo teme; incontra Madre di Teresa di Calcutta, ma lo chiamano Belzebù. E' lui stesso a giocare con la propria ambiguità, e tuttavia si percepisce come una persona normale, ironica, distaccata”.
Il regista ha avuto a disposizione un aneddotica sconfinata per raccontarlo, per interpretarne in qualche modo l'enigma. La chiave, per sua ammissione, gliel'hanno fornita le testimonianze di due donne. La prima è Margaret Thatcher, che di Andreotti ha detto: “Sembrava decisamente contrario ai principi etici, ed era addirittura convinto che una persona di principi fosse condannata ad essere una persona ridicola”. La seconda è Oriana Fallaci, che aveva paura di Andreotti, ma perché, in fondo? Fu da lui ricevuta “con una gentilezza squisita, cordiale”. L'aveva fatta anche sorridere, con quelle sue spalle, le “spalle di un bimbo, e curve”. E poi “quelle mani delicate, dalle dita lunghe e bianche, come candele. Quell’atteggiamento di perpetua difesa. A chi fa paura un malatino, a chi fa paura una tartaruga? Solo più tardi, molto tardi, mi resi conto che la paura mi veniva proprio da queste cose. Il vero potere non ha bisogno di tracotanza, barba lunga, vocione che abbaia. Il vero potere ti strozza con nastri di seta, garbo, intelligenza”.
Secondo l'amico (il giapponese di cui sopra) che era seduto accanto a me durante la proiezione, il film ha l'unico difetto di proporre un'immagine di Andreotti certo vista da vicino (e vi assicuro che la citazione è stata involontaria. Sto scrivendo di getto) ma forse un po' troppo, come dire, andreottiana. Tra i molti ingredienti a disposizione del regista viene usato un po' troppo, cioè, quello che Andreotti stesso ha voluto (saputo?) raccontare di Andreotti. Ma a me, sinceramente, non sorprende che sia andata così: perché il nostro, lo sappiamo tutti, ha avuto una grandissima parte nella mitopoiesi (inquietante) di sé medesimo.
Il momento più agghiacciante del film, per il vostro tic? Quando il Divo confida a Cossiga, sottovoce, quasi sussurrando, uno dei più grandi segreti della sua vita, una cosa che non aveva mai voluto (saputo?) confessare a chicchessia: "Non lo dire a nessuno. Sai, da ragazzo ero innamorato di Mary Gassman, la sorella di Vittorio".
Mary Gassman...
5 commenti:
certo che giulio e signora che si tengono per mano sull'aria di "i migliori anni della nostra vita"...
altrochè tarantino
Sì comunque io la scelta di Harrison Ford nella parte di Andreotti non l'avrei fatta... e non mi ricordo che usasse la frusta per liberarsi dei suoi avversari politici....
marito e moglie che piccionano tramite blog è una cosa tenerissima..
Naoto date
Mary Gassman .. “mi toglieva il sonno Mary gassman , mi toglieva la fame Mary Gassman”
(Credo anche L’ emicrania) se solo mi avesse potuto accarezzare la testa.. poi incontrai Livia mi sposai e non ci pensai più ..
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