Nei giorni scorsi è stato presentato allo spazio Etoile a Roma il simbolo del NUOVO, GRANDE PARTITO DEMOCRATICO. Effetto tricolore, è stato detto: una grande P verde, una D bianca su sfondo rosso. Sotto, c'è scritto Partito Democratico (ahimé, con solo due lettere maiuscole! Ma che sono, matti?!?), con un ramoscello d'ulivo a dividere le due parole. Il simbolo è stato ideato da un giovane molisano di 25 anni, Nicola Storto.
Storto ha dichiarato che è stato W., a scegliere: “Diciamo che procedevamo a scaglioni. Gli facevamo vedere i progetti un po’ alla volta fino ad arrivare a quello che gli è piaciuto di più. Li raffinavamo di volta in volta”. Le indicazioni di W. a Storto sono state le seguenti: “Leggerezza, modernità e contemporaneità. Ma sempre mantenendo il legame con il passato storico dell’Italia”. Indicazioni alla W.: modernità ma COMUNQUE legame storico, Storto! Forza! Scattare! Pedalare! All'evento dell'Etoile W. ha dichiarato: “Un simbolo racconta l’identità di una comunità di donne e di uomini e credo che questo che abbiamo scelto racconti bene l’identità del PD, un partito che nasce per fare un’Italia nuova con forza e determinazione”. COMUNQUE con forza e COMUNQUE con determinazione, avrete inteso. E ci mettiamo pure un bel QUANTUNQUE. Il simbolo richiama il Tricolore “ma anche tre grandi tradizioni” spiega W. “il verde del mondo laico e ambientalista, il bianco del cattolicesimo democratico, il rosso della cultura del lavoro”.
Grande W. Grande. Ti vogliamo bene. Ma non solo a te: a tutti, a tutti bisogna COMUNQUE voler bene. E tanto, tanto, tanto bene.
Storto ha dichiarato che è stato W., a scegliere: “Diciamo che procedevamo a scaglioni. Gli facevamo vedere i progetti un po’ alla volta fino ad arrivare a quello che gli è piaciuto di più. Li raffinavamo di volta in volta”. Le indicazioni di W. a Storto sono state le seguenti: “Leggerezza, modernità e contemporaneità. Ma sempre mantenendo il legame con il passato storico dell’Italia”. Indicazioni alla W.: modernità ma COMUNQUE legame storico, Storto! Forza! Scattare! Pedalare! All'evento dell'Etoile W. ha dichiarato: “Un simbolo racconta l’identità di una comunità di donne e di uomini e credo che questo che abbiamo scelto racconti bene l’identità del PD, un partito che nasce per fare un’Italia nuova con forza e determinazione”. COMUNQUE con forza e COMUNQUE con determinazione, avrete inteso. E ci mettiamo pure un bel QUANTUNQUE. Il simbolo richiama il Tricolore “ma anche tre grandi tradizioni” spiega W. “il verde del mondo laico e ambientalista, il bianco del cattolicesimo democratico, il rosso della cultura del lavoro”.
Grande W. Grande. Ti vogliamo bene. Ma non solo a te: a tutti, a tutti bisogna COMUNQUE voler bene. E tanto, tanto, tanto bene.
E io dico: adesso che abbiamo il nostro bel simbolo, bisogna che il PARTITO DEMOCRATICO abbia anche un inno.
Io avrei una proposta. Modesta, eh... Modestissima. Ma mi sembra buona. Ecco, ho pensato che il nostro inno dovesse essere una canzone popolare (ma non come quella di Ivano Fossati: PIU' POPOLARE!). E dovesse essere anche leggera, moderna e contemporanea, mantenendo COMUNQUE un legame con il passato storico dell'Italia. E dovesse essere pure aperta, apertissima al mondo!!! Nel caso, all'Africa lontana: quel continente nero dove, alle falde del Kilimanjaro, W. andrà a lavorare (aggratis, ovvio: da volontario) una volta che non sarà più sindaco di Roma.
Io avrei una proposta. Modesta, eh... Modestissima. Ma mi sembra buona. Ecco, ho pensato che il nostro inno dovesse essere una canzone popolare (ma non come quella di Ivano Fossati: PIU' POPOLARE!). E dovesse essere anche leggera, moderna e contemporanea, mantenendo COMUNQUE un legame con il passato storico dell'Italia. E dovesse essere pure aperta, apertissima al mondo!!! Nel caso, all'Africa lontana: quel continente nero dove, alle falde del Kilimanjaro, W. andrà a lavorare (aggratis, ovvio: da volontario) una volta che non sarà più sindaco di Roma.
Ho scelto perciò una canzone di autore ignoto (mi è parsa molto democratica, la cosa: “autore ignoto” significa che tutti, davvero tutti in una comunità di donne e uomini, potrebbero esserne gli autori. Che figata!) che parla di persone sofferenti, di donne (e come si fa, tra noi democratici, a non parlare di quote rosa?), di immigrazione e di guerra che siamo tutti quanti, tutti insieme, contro alla guerra, noi.
Di questa bellissima canzone democratica esistono varie versioni. Io ho scelto questa. Spero tanto che qualcuno riferisca della mia proposta al nostro COMUNQUE Segretario del QUANTUNQUE Partito. Egli, confido, saprà apprezzarla.
Di questa bellissima canzone democratica esistono varie versioni. Io ho scelto questa. Spero tanto che qualcuno riferisca della mia proposta al nostro COMUNQUE Segretario del QUANTUNQUE Partito. Egli, confido, saprà apprezzarla.
IL TUCUL E' UNA CAPANNA DOVE ZAMBO FA LA NANNA
Quando me sentire odore di banana,
subito pensare ad Africa lontana,
me pensare a giungla nera,
alla tigre, alla pantera,
me pensare sempre più,
al mio coso nel tucul.
Il tucul è una capanna dove Zambo fa la nanna.
Il tucul è un posto tetro, ci si entra dal didietro,
non c'è sedia, non c'è letto per il povero negretto,
sulla porta del tucul il mio uccello fa cucù!
Una volta, in Mozambico, fatto male a grosso dito,
evitare l’infezione, necessaria amputazione,
la negretta disse a Zambo: “Non ti voglio senza gambo,
non ti far vedere più sotto l’ombra del Tucul!” .
Quando guerra poi scoppiata,
arruolato in Quinta Armata,
in Italia destinato,
sono a Napoli arrivato;
c'eran tante bimbe belle che chiedevan caramelle,
quando chiedere di più io mandare a far tucul!
Se fortuna destinare, voglio in Africa tornare,
rivedere la negretta e tenerla stretta stretta;
ed allora, a Mozambico, miei signori, ve lo dico,
io non voglio viver più, ma morire nel tucul.
26 commenti:
Ma chi l'ha scritta? il Barone?
Aspetto la versione in friulano e sloveno per il PD isontino.
Direttore e voce solista: il Presidente!
Suggerisco un classico, da inserire nei tempi morti dei congressi (pardon, convention) del nuovo partito di donne e uomini, laici e cattolici, bianchi e neri...
Un giorno un grande esplorator
la' nell'equator
intorno radunate le tribu'
e poi gli disse cosi'
soli soli che ci fate qua
molto meglio e' la citta'
seguitemi su
ma il vecchio negro disse allor
Oh bongo bongo bongo
stare bene solo al Congo
non mi muovo no no
bingo bango bengo
molte scuse ma non vengo
io rimango qui
no bono scarpe strette saponette
treni e tassi'
ma con questa sveglia al collo
star bene qui
ma sempre il grande esplorator
ad ognun parlo'
dei quadri futuristi dello swing
la nostra moda spiego'
soli soli che ci fate qui
io vi portero' a Paris
seguitemi su
ma il vecchio negro disse ancor
Oh bongo bongo bongo
stare bene solo al Congo
non mi muovo no no
bingo bango bengo
molte scuse ma non vengo
io rimango qui
no bono radio e cine signorine
magre cosi'
molto meglio anello al naso
ma stare qui
bongo bongo bongo
stare bene solo al Congo
non mi muovo no no
bingo bango bengo
molte scuse ma non vengo
io rimango qui
no bono scarpe strette saponette
treni e tassi'
ma con questa sveglia al collo
star bene qui
ma con questa sveglia al collo
star bene qui
ma con questa sveglia al collo
star bene qui
Altro che l'Internazionale.
dei versi di Arbasino come motto del nostro Democratico tricolor:
"mangio una pizza rossa, sono al verde e vado in bianco"
E questa di Franco Fortini?
"Fratelli d'Italia, tiriamo a campar.
Governo ed altare si curan di te.
Fratelli d'Italia, ciascuno per sé"
E questa:
Se tu dall'altipiano guardi il mare
moretta che sei schiava tra gli schiavi
vedrai come in un sogno tante navi
e il tricolore sventolar per te.
Faccetta nera,
bell'abissina
aspetta e spera
che già l'ora si avvicina!
quando saremo
insieme a te
noi ti daremo
un'altra legge e un altro Re.
La legge nostra è schiavitù d'amore,
il nostro motto è LIBERTA' e DOVERE,
vendicheremo noi camicie nere,
gli eroi caduti liberando te!
Faccetta nera,
bell'abissina
aspetta e spera
che già l'ora si avvicina!
quando saremo
insieme a te
noi ti daremo
un'altra legge e un altro Re.
Faccetta nera,
piccola abissina,
ti porteremo a Roma, liberata.
Dal sole nostro tu sarai baciata,
sarai in Camicia Nera pure tu.
Faccetta nera,
sarai Romana
la tua bandiera
sarà sol quella Italiana!
Noi marceremo
insieme a te
e sfileremo avanti al Duce
e avanti al Re!
Non è buonista? Multiculturale? Democratica?
Oh, santissimi numi... Si fermi, filosofo, la prego...
bongo bongo bongo la cantava anche de sica...ultimamente l'esegue renzo arbore ammiccando a chissà quali qualità degli uomini africani...
Qualità nascoste, immagino...
No. Tic.
Perchè pratica la censura?
Lei, il paladino della libertà di pensiero, di sghignazzo e di sberleffo. Lei, capace di concedere a una pernacchia, a un rutto o a una scorreggia la dignità di essere ascoltata, non faccia come qualcun altro.
Torni quello che amiamo e non censuri.
chi è stato censurato?
Un presidente, Barone, nientemeno che un presidente.
provinciale?e che ha detto di grave?
Non proprio il presidente della Provincia, ma dell'autorevole assemblea. Pare ci fossero parolacce e blasfemità inserite in un articolato discorso.
Ma le pare Barone? Il nostro Tic trasformarsi in pudico bacchettone.
...bè...il porco mi dà un pochino di fastidio a dire il vero...preferisco non vederlo...per il resto vale tutto
Ma no. Citava un'espressione (ricorda Anubi la divinità egizia) spesso usata da autorevoli politici locali e Tic non ha capito la fine citazione.
ah...il famoso dio...con fattezze canine...allora se non ha capito la citazione mi preoccupo...
A proposito di convitati di pietra.
Il blog voi-sapete-quale ha avuto un timido risveglio con il post di un anonimo postatore che si meravigliava del deserto intorno.
La reazione è stata a dir poco isterica.
L'unica altra presenza è quella di una fiera donna del PD, il che fa capire per chi era pensata la scritta sul muro che recitava "Morirò al barBuzz"..
P.S. E collegati in chat inde-fesso blogghista!
Vabbé, vabbé... Cenere sul capo del libertario tic... Che non ha capito la citazione. E lo confessa.
Non accadrà più (spero)... Ma le bestemmie, via... Anche se citazioni...
Comunque ho colto, ho colto. Dalle nostre parti le cariche istituzionali son capaci di bestemmiare (come turchi) nell'esercizio delle loro funzioni. Ed è anni che ciò avviene. Perché eleggiamo gente davvero raffinata. Soprattutto intelletualmente. E l'ultimo eletto è un vero lord.
Quanto al convitato di pietra (che però, lo ricordo, è quello che trascina Don Giovanni all'inferno. Secondo voi il Nostro pdp è capace di trascinare qualcuno o qualcosa da qualche parte? Mmmmm...), poverino: quale altra reazione poteva avere? Nel suo blog non ci va mai nessuno. Le volte che capita, accade con gente che gli ride in faccia... C'è da capirlo, suvvia.
L'ultimo eletto è un lord? Immagino Lord Fart, dal quale spesso io e la gentile Baronessa Von Furz abbiamo assistito a magistrali interpretazioni di arie al clavicembalo...
Leggete, vi prego, l'ultimo post del presidente.
Ditemi se non è peggio di una bestemmia.
Perfino io, cinico randagio dell'antica Grecia, ne sono inorridito e non riesco a commentarlo...
Letto, letto... Parla di un morto per parlare di se stesso (e delle sue rogne su blog, in questo caso) . L'ha già fatto, tra l'altro.
Uomo di buon gusto, eh?
Meglio, molto meglio, il barone Von Furz quando parla di scorregge. Più dignitoso.
Oramai mi pare disposto pure ad attacar briga con il primo ubriacone che passa, pur di non veder morire la sua creatura.
Me lo vedo alla tastiera che spacca i tasti a zuccate urlando Baaastaaardiii!
P.S. Come non aver pensato al gioca joue come inno del PD? Lascio a voi gli ordini del giorno da impartire; io parto con la musica..
pappa parapa pappa parapa pappa para pa paa paa..
Ricordo un libro di Calvino, “Il cavaliere inesistente”, che narra di un cavaliere che non c’è, nel senso che non è fatto di materia, ma che ha la volontà di esserci e quindi una forte identità.
(Libro che ho sempre evitato come la peste, dopo aver letto - o meglio essermi fatto spiegare - la seconda di copertina. Identità e volontà sono concetti che non c'azzeccano, ma mi servono per quanto livorosamente poi voglio dire..)
Questo cavaliere ha uno scudiero che c’è, nel senso che è fatto di carne ed ossa, ma non ha identità, in quanto assume di volta in volta quella di qualsiasi cosa incontri: un sasso, una pecora, ecc.
(E vabbè, dai, andiamo avanti, diritti al bersaglio..)
Entrambi le figure sono evidenti metafore del nostro vivere.
(Qui non so che cazzo ho detto, ma metafore è sempre una parola spiazzante. Almeno, a me spiazza!)
Ricordo questo libro per ricordare in modo non retorico Mirko Spacapan,
(Non retorico, chiaro? NON RETORICO!! Che non voglio che questo post faccia la fine di quello di Gregorin. Vi prego...)
perchè lui, che di identità se ne intendeva,
(Mirko, l'intenditore di identità..)
ha avuto una vita intensa e fatta di mille impegni, sportivi, culturali, associativi, politici, e ha sempre fatto di tutto per esserci e per esserci con la sua identità slovena, fino al punto di lottare e vincere per cambiare il proprio cognome da Spazzapan a Spacapan. Una scelta forte, una scelta di identità.
(Trallallà)
Il nome quindi come caposaldo di indentità, non nascondersi ma invece vantarsi di quello che si è, di quello che si vuole essere.
Chissà cosa direbbe Mirko di tanto anonimato che gira nel web, di persone che ci sono e si privano della loro identità.
(Chedirebbe, eh? Che direbbe? Ecchevvuoi che dica.. Eh? dove siete, bastardi.. Venite fuori)
In fondo il mondo è fatto di scudieri e di cavalieri, come dire “per tanti ma non per tutti”.
(E mo prendo il mio caballo, e me ne vado incontro al tramonto. Tiè!!)
Gustosissime le chiose (immaginarie?).Davvero grazie, perché ho riso a crepapelle. Certo che a lei il tristo Sbirulino di provincia (anzi, Provincia!) deve stare proprio sulle balle, nevvero?
La capisco, la capisco. Un pallone gonfiato capace di pubblicare un'infamia come quella che oggi abbiamo letto merita il suo dileggio. E pure il suo disprezzo.
"...non nascondersi ma invece vantarsi di quello che si è, di quello che si vuole essere..."
Avanti, buon uomo, faccia outing! Si liberi!
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