domenica 9 dicembre 2007

Secret agent man (ovvero: dalle Filippine con furore)




Weng Weng nacque come Ernesto de la Cruz il 7 settembre del 1957 a La Balacran, un distretto di Pasay City che oggi fa parte di Manila. Era il più piccolo di cinque fratelli e, stando alle parole di sua sorella, Celing de la Cruz, quando nacque “non era più grande di una bottiglia di Coca-Cola”.
Il primo anno della sua vita lo passò in un'incubatrice e i medici pensavano che non sarebbe riuscito a sopravvivere alla tremenda prova. Ma, caparbiamente, Weng Weng riuscì a farcela.
Ebbe un'infanzia felice e i suoi familiari cominciarono, simpaticamente, a chiamarlo Weng Weng: un appellativo che nelle Filippine pare sia solitamente riservato alle mascotte (mascotte di cosa non saprei: fate un po' voi)...
Crebbe ossessionato dalle arti marziali e cominciò a praticarle con assoluta dedizione: si allenava come un pazzo.
E furono proprio le arti marziali a cambiargli la vita. Un suo istruttore, infatti, decise ad un certo punto di contattare il produttore cinematografico Peter Caballes: “Questo dovresti vederlo”, gli disse. Furono Caballes e sua moglie, Cora Ridon Caballes, ad introdurre Weng Weng nel rutilante mondo del cinema filippino. Lo presentarono a Bobby A. Suarez - regista di film d'azione a quel tempo di gran successo in Asia, come BIONIC BOY (1977) e BIONIC BOY 2 (AKA... DYNAMITE JOHNSON) - che immaginò Weng Weng nella parte di un piccolo Superman.
Però il regista del debutto cinematografico del minuscolo filippino fu Luis San Juan, specializzato in pellicole di arti marziali che al tempo spopolavano nelle sale dell'arcipelago.
Dopo qualche cameo in certi film caduti (purtroppo!) nel dimenticatoio, la strada di Weng Weng incrociò quella del Re della Commedia delle Filippine, Dolphy, che lo volle in film come THE QUICK BROWN FOX (1980) e in una parodia western dal titolo DA BEST IN DA WEST (1981).
Fu allora che Weng Weng (chissà perché) divenne assiduo della famiglia Marcos e graditissimo ospite nel palazzo presidenziale. I Marcos (Fernando e l'incredibile Imelda: un classico del demenziale come i nazisti dell'Illinois e il leggendario Presidente della Provincia di G.) lo nominarono pure agente segreto onorario. Potevano farlo, d'altra parte: a quei tempi, dalle parti di Manila, i Marcos facevano quello che volevano. Esiste, da qualche parte, una foto di Weng Weng in posa, con la sua onoreficenza in una mano e una pistola calibro 25 in un'altra.
Forse fu proprio questo episodio la principale fonte di ispirazione dei produttori e amici di Weng Weng Peter e Cora Caballes per la sua prima apparizione da protagonista, una parodia dei film di James Bond che si intitolava FOR YOUR HEIGHT ONLY. Il nostro interpretava l'agente segreto 00 (e non ci sono proprio parole, a questo punto). Pensate che Weng Weng fu nella pellicola lo stuntman di se stesso, dopo tre mesi di training durissimo. Capito che professionalità?
E fu il successo, quello vero. Weng Weng divenne nel suo Paese un autentico divo. La Liliw Productions, di proprietà dei Caballes, seppe rispondere immediatamente alla popolarità della star lillipuziana con il seguito delle mirabolanti avventure dell'agente 00 intitolato THE IMPOSSIBLE KID (1982) e con un western, D' WILD WILD WENG (1982).


La carriera di Weng Weng fu stroncata dalle ambizioni di Cora Caballes, che lasciò al suo destino la Liliw Productions e si buttò in politica (la maledetta politica!). Il povero attore si trovò così senza lavoro e non gli restò che ritornarsene con la coda fra le gambe alla sua casa di La Balacran. Il denaro guadagnato nel cinema lo perse tutto, poco a poco. Così, quello che era stato un divo idolatrato dalle folle finì all'Aeroporto di Manila ad accogliere i visitatori, con la sua targa di agente segreto onorario in una mano e nell'altra un cartello che diceva: "Bienvenidos A Manila".
Si attaccava spesso alla bottiglia, cominciò ad ingrassare e ad avere problemi di ipertensione: alla fine il suo piccolo cuore cedette. Weng Weng passò a miglior vita il 29 agosto 1992. Aveva solo trentacinque anni.


(tic dedica questo pezzo allo zio Roberto e ringrazia il curatore dello straordinario wengwengblog.blogspot.com. Accettate il mio consiglio, fateci un saltino...)




http://www.funnyordie.com/videos/2620 (se volete vedere il grande Weng Weng all'opera. Credetemi: ne vale la pena!)

22 commenti:

Fabio Montale ha detto...

Ok, come al solito non capisco granche' (son ignorante). Qui facevano i film porno con i nani.
Questo e' diventato un divo nelle Filippine perche' qualcuno ha detto: ehi, con questo qui facciamo la grana! D'altronde qui qualcuno esaltava i giganti di Sequals, li' qualcun altro esaltava i nani di La Balacran. Scusi, ma dopo 10 secondi di filmato ho un saporaccio in bocca. Lo hanno fatto finire all'aeroporto con l'onorificenza, la festa era finita e la scimmietta non serviva piu'. Che tristezza.
Per fortuna esiste chi mette in piedi una rilegatoria per dare giusta occasione di dignita' a tutti gli zii Roberto. Pace.

Anonimo ha detto...

Beh, non è che solo Weng Weng ha questo destino.. ricordo che quest'anno Marco Predolin ha presentato il Cantafestival de la Bisiacaria...

Anonimo ha detto...

vogliamo parlare di Arnold?
Molto meglio è andata al nanetto protagonista della pubblicità kodak (ve lo ricordate, no?), che ho rivisto poi in un film porno su biancaneve e i sette nani.

tic. ha detto...

Una rilegatoria?
Che significa? Lei a volte è criptico...

Quanto ai nani, pensi all'incredibile ruolo che hanno in questo momento storico nella società italiana: l'Italia dei valori e il mancato-gelataio-immigrato-in-Germania-dal-nativo-Molise Antonio Di Pietro; il PdCI di Oliviero Diliberto; Mastella e sua moglie; Dini e Bordon; i Verdi di Pecoraio.

Quanto a Weng Weng, sarà scorretto, ma io ho riso a crepapelle. E guardi che il simpatico omiciattolo delle Filippine non era un ritardato mentale: quindi sapeva cosa stava facendo. E a parte il finale patetico, per un po', almeno per un po', è stato al top...

Fabio Montale ha detto...

Lo stesso immaginario dell'uomo tigre... proprio a Biancaneve e i sette nani pensavo! Se l'ha visto anche lei allora so di acquisire credibilita'! La ringrazio messere

barone von furz ha detto...

lo trovo triste...fenomeno da baraccone senza velleità artistiche felliniane...

tic. ha detto...

E di Tatu, indimenticabile braccio destro di Ricardo Montalban in FANTASILANDIA ne vogliamo parlare? Eh? Ne vogliamo parlare?

Ricordo poi al Barone Von Furz che non di solo Fellini è fatta la storia del cinema...

Anonimo ha detto...

Tristissime storie di sventurati quelle di questi poveri nani. Solo Tic poteva riderne. Però tutti di gande dignità: nessuno di loro è entrato in politica.

Biancaneve. Si l'ho visto anch'io; ma di nani ce n'erano ben sette e tutti di grosso valore artistico.

tic. ha detto...

Eh, eh, eh...

Anonimo ha detto...

Questa discussione sta andando fuori da ogni logicità, e rivela che tutti i presenti non sono al passo con i tempi. Se c'è una cosa che la tv ci ha insegnato infatti è che Dio ha creato le persone deformi perchè noi potessimo riderne. Non dimenticatelo mai.

tic. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
tic. ha detto...

E chi se lo scorda?
Grazie, comunque, per avercelo ricordato.
D'altra parte, sappiamo come funziona: la Natura scherza, la tivvù mostra, noi si ride.

Anonimo ha detto...

Maaaammmamiiiiia!!! Voi due... si, proprio voi... Fabio Montale e Barone Von Furz... cos'è quest'improvvisa fiammata di "political correctness"?!?! Dice bene Tic quando suggerisce che l'attore filippino non era un ritardato mentale; non siamo piuttosto noi i primi a considerare tale ogni nano o uomo elefante che ci troviamo davanti? Mah...! Chissà che ne pensa la versione mandarina di José Luis Moreno ed il corvo Rockfeller che trovate su:
http://www.news.com.au/gallery/large/0,25692,5027964-5014991-94,00.html

barone von furz ha detto...

diogene si riferiva forse al lungometraggio Biancaneve sotto i nani?...credo sia passato al Nuovo Sacher di recente durante una retro(e sottolineo retro)spettiva sul cinema underground...

Anonimo ha detto...

Eccelso Barone, la memorabile pellicola si chiamava proprio "Biancaneve e i sette nani" e venne diretta dal grande maestro Luca Damiano, autore di altre celebri rivisitazioni di storie celebri come Marco Polo e Napoleone (film che di certo lei e l'Uomo Tigre non avete dimenticato).

Si, credo propio sia stata proiettata durante un cineforum al Sacher, ne è seguito un girotondo.

Anonimo ha detto...

C'è un "celebre" in più. Scordatelo.
Cineforum, sottolineo forum, mio nobile amico.

Fabio Montale ha detto...

Caro il Miocuggino, non sono i commenti miei e del Barone ad essere politically correct, ma tutta la pappa di articolo soprastante ad essere inutilmente incensante. Per ridere di questo filmato bastava dire: ehi, guarda sto nano che cojòn!... e invece che 68 righe bastava mezza.
Non so perche' ma cosi' avrei riso!

tic. ha detto...

Beh, dai... Incensante non era. Magri noiosa (ma io scrivo post lunghetti, si sa).
Rileggiamo un po'...

"Il primo anno della sua vita lo passò in un'incubatrice e i medici pensavano che non sarebbe riuscito a sopravvivere alla tremenda prova. Ma, caparbiamente, Weng Weng riuscì a farcela.
Ebbe un'infanzia felice e i suoi familiari cominciarono, simpaticamente, a chiamarlo Weng Weng: un appellativo che nelle Filippine pare sia solitamente riservato alle mascotte (mascotte di cosa non saprei: fate un po' voi)...".

Non mi pare proprio "incensante". Vorrebbe essere ironico. Non so se ci riesce, però. Forse è un po' ipocrita, però.
Potevo magari uscirmene con "weng weng, ovvero: quando Madre Natura si accanisce". Oppure con una battutaccia, qualcosa come: "Se Madre Natura decide di scherzare un po', perché noi non dovremmo stare al gioco?".
Ho avuto qualche cautela, come dire...

Vorrà dire che la prossima volta mi mostrerò senza problemi per il cialtrone che sono.

Anonimo ha detto...

Sia al Barone che a Diogene in quanto a classe non glielo mette in culo nessuno, eh.

Anonimo ha detto...

Cara, le cito un verso del commediografo latino Terenzio (che certamente il Barone conosce): "Homo sum nihil humanum a me alienum puto".

Quindi perchè questa ironia se conosciamo un filone cinematografico molto seguito e villipeso.

E poi sto' nanetto filippino cosa ha artisticamente di meno di un Ron Jeremy? (escludete risposte ovvie).

tic. ha detto...

Noblesse oblige! Che lusso sfrenato nel mio blog...

Anonimo ha detto...

Nessuna ironia, gentile filosofo. Commentavo solo le scelte linguistiche. Onore al genere, ha sciolto molti dubbi di giovani virgulti in pieno vigore...