Son quarant'anni dal Sessantotto (e lo sa bene, il vostro tic, che nel Sessantotto ci nacque. Modestamente...) e quest'anno celebra che ti celebra: libri, convegni, mostre.
Mostri.
Si: c'è Mario Capanna che si profila all'orizzonte.
L'altro giorno era a Roma, a celebrare - ad officiare! - a Valle Giulia (luogo fatidico, la facoltà d'Architettura. Più di Palazzo Campana a Torino. Molto di più. Dico: l'avrete vista, spero, la foto di Giuliano Ferrara che scappa dalla polizia, a Valle Giulia, trascinandosi dietro il suo ancor giovane ma già rispettabilissimo panzone... No?
Beh, sappiate che a Valle Giulia c'era la polizia da una parte e Ferrara dall'altra. Come si poteva dar torto a Pasolini? Ve lo ricordate, vero, quello che scrisse Pasolini sugli scontri di Valle Giulia?
Demagogico? Si, può essere.
E allora?
Lo riscrivo: polizia da una parte, Giuliano Ferrara dall'altra.
Beh, io non ho dubbi. Lo so d'istinto, con chi devo stare) e insomma era a Roma, Mario Capanna, a celebrare, a celebrarsi e a presentare la sua ultima fatica, Il Sessantotto al futuro.
Un ossimoro? Un paradosso? Ma no, ma no: che andate a pensare? Sostiene Capanna che il Sessantotto sarebbe un nuotatore (bella, no? Se il poeta di Pessoa è un fingitore, il Sessantotto di Capanna è un nuotatore), capace di starsene per anni, anni e anni in apnea. Ma prima o poi dovrà pur tornar su a riprendere fiato, 'sto Enzo Majorca della Marvel Comics, e allora saran dolori de panza per tutti! “E ci siamo, lo fiuto nell'aria”, aggiunge, emozionato (stava scritto sul giornale, che Capanna, a Valle Giulia, si è emozionato. Non mi son inventato nulla).
C'era pure Bertinotti, assieme a Capanna.
Sentite un po'.
La prima del Fausto: “Caro Mario, qui ci tocca rifare il '68”.
La seconda, cito da la Repubblica: “ di quell''ultima scalata al cielo', come la chiama il presidente della Camera, i fiori sarebbero pronti di nuovo a sbocciare”.
La terza, e qui Bertinotti cita Franco Fortini: “l'Internazionale fu vinta e vincerà, il '68 fu vinto e le sue istanze vinceranno”.
La quarta: il Sessantotto fu "progresso e modernità", però “noi volevamo la rivoluzione, il socialismo, mica solo il divorzio e l'aborto”. Ecchecazzo: son mica Pannella, io! (questo non l'ha detto, il nostro: trattasi di mia forzatura, alquanto arbitraria).
Infine, ricito da la Repubblica, “Bertinotti è certo: dopo Seattle, Porto Alegre, Genova, il '68 è vivo”. (e a 'sto punto, dico io, un sapido "e lotta insieme a noi" non ci avrebbe fatto forse la sua porca figura?)
Beh, la citazione di Fortini sull'Internazionale che fu vinta e vincerà, adesso come adesso, con la squadra in testa alla classifica – 64, i punti – secondo me è roba da brivido. Fortini poeta profeta?
Il resto è Guido Gozzano.
Pensateci: i mille fiori che devono ancora sbocciare, l'ultima scalata al cielo, NOI, noi sale della terra, che volevamo il socialismo e la rivoluzione e a 'sto punto qualche carico di briscola ce lo posso pure mettere anch'io, che tanto a Fausto, son sicuro, farà piacere: che so? Avanti, o popolo, alla riscossa, dieci, cento, mille Vietnam, hasta la victoria, siempre, se il vento fischiava ora fischia più forte, le idee di rivolta non sono mai morte, l'autunno caldo, compagni dai campi e dalle officine, prendete la falce prendete il martello, scendete giù in piazza picchiate con quello, scendete giù in piazza affossate il sistema, viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse Tung, ce n'est q'un début, Don Milani, Sartre, Les damnés de la terre, Rudi Dutschke, Cohn-Bendit...
A me è venuta in mente L'amica di nonna Speranza.
i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto),
i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,
gli oggetti col monito salve, ricordo, le noci di cocco
le stampe, i cofani, gli albi dipinti d'anemoni arcaici,
i dagherottìpi: figure sognanti in perplessità,
e immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto,
chèrmisi... rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta!
6 commenti:
Una volta ho chiesto a mia mamma "Ma tu dov'eri in quegli anni?". Lei mi ha risposto "Lavoravo a Pesariis". E questo è tutto ciò che so del '68.
Eh, già... Mica l'hanno fatto tutti, il '68.
C'è stato chi ha potuto e chi no.
Poi quello che scrivi mi ha fatto pensare anche ad Hans Magnus Enzensberger che una volta se ne uscì in questo modo (folgorante): "Ai tempi del Fascismo io non sapevo di vivere ai tempi del Fascismo".
ma perchè la polizia non ce l'ha tolto dalle palle quell'anno il buon ferrara? così ci risparmiava anche la campagna anti-abortista...forse essere a pesariis in quegl'anni era più rivoluzionario che stare a valle giulia coi puloni alle calcagna...
Grazie, caro barone.
Questo è il più bel commento che lei abbia mai firmato nel mio povero blog.
Davvero grazie.
E' molto difficile capire gli effetti del sessantotto e anche dare giudizi storici. La nostra è una società in continua e rapida evoluzione e ancora penso sia prematura dare giudizi su fatti di 40-50-60 anni fa.
Io non sono ne' d'accordo, ne' contro a quello che scrisse Pasolini.
So che, come fece lui, è difficile dire chi ha ragione e chi ha torto.. le cose sono sempre più complicate di come appaiono.
V.
Sai, Vladimiro, il mio - più che un giudizio su di un periodo storico - voleva essere una presa per i fondelli di Bertinotti (e anche di Capanna, poveretto: sessantottino di professione). E del suo luogocomunismo sempre più patetico e fatuo...
Grazie di essere passato a trovarmi. Fatti risentire.
Hai un bellissimo blog.
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