Quando facevo l'assessore incontravo sempre un sacco di gente molto arrabbiata con me. Per un motivo o per l'altro. Magari solo perché quel giorno invece di esser bello, ostia, pioveva.
Non mi facevo in là più di tanto, devo dire: il mugugno degli amministrati deve essere considerato fisiologico, da un amministratore.
Molti (ve lo giuro: molti davvero), quando volevano proprio spaventarmi di brutto, se ne uscivano così: ”Guardi che scrivo a Striscia la notizia!”.
Intendevano: adesso scrivo al Gabibbo perché il mondo intero deve conoscere i terribili soprusi di cui noi poveri cittadini siamo vittime; adesso scrivo al Gabibbo perché si sappia che la nostra disgraziatissima città è governata da mostri che solo in un film di John Carpenter (e avevano tutti presente They live, ovviamente...);adesso scrivo al Gabibbo perché mi sento esattamente come dovevano sentirsi Silvio Pellico allo Spielberg e Nelson Mandela a Robben Island e non ne posso proprio più.
Al che io immancabilmente pensavo: “E chi se ne frega, brutto buzzurro ignorante che non sei altro... Vai a cagare, vai!”.
Ma non potevo proprio dirgliela, una cosa del genere: perché io stavo lì a fare il punching ball, mica a tirare di boxe. E allora cercavo di sorridere amabilmente ai disgraziati: “Su, su... Vediamo come possiamo risolvere...”.
Dovevo temere il Gabibbo, capite? Il Bob Woodward de noantri.
Non mi facevo in là più di tanto, devo dire: il mugugno degli amministrati deve essere considerato fisiologico, da un amministratore.
Molti (ve lo giuro: molti davvero), quando volevano proprio spaventarmi di brutto, se ne uscivano così: ”Guardi che scrivo a Striscia la notizia!”.
Intendevano: adesso scrivo al Gabibbo perché il mondo intero deve conoscere i terribili soprusi di cui noi poveri cittadini siamo vittime; adesso scrivo al Gabibbo perché si sappia che la nostra disgraziatissima città è governata da mostri che solo in un film di John Carpenter (e avevano tutti presente They live, ovviamente...);adesso scrivo al Gabibbo perché mi sento esattamente come dovevano sentirsi Silvio Pellico allo Spielberg e Nelson Mandela a Robben Island e non ne posso proprio più.
Al che io immancabilmente pensavo: “E chi se ne frega, brutto buzzurro ignorante che non sei altro... Vai a cagare, vai!”.
Ma non potevo proprio dirgliela, una cosa del genere: perché io stavo lì a fare il punching ball, mica a tirare di boxe. E allora cercavo di sorridere amabilmente ai disgraziati: “Su, su... Vediamo come possiamo risolvere...”.
Dovevo temere il Gabibbo, capite? Il Bob Woodward de noantri.
Funzionava così (almeno fino a qualche mese fa...), in un angolino molto periferico di un povero Paese senza una vera opinione pubblica ma, in compenso, con svariati milioni di porci comodi sempre molto determinati a pretendere visibilità e soddisfazione: guardi che scrivo al Gabibbo, assessore.
Cominci a tremare.
4 commenti:
Striscia la notizia, per me, è distillato di merda. E Ricci il frate trappista.
Magari sbaglierò.
E poi, una cosa che mi son sempre chiesto, il nome di sto cacchio di Gabibbo (che a me ha sempre ricordato l'ippopotamo Pampers) verrà mica da una parola del dialetto nostrano?
Anni fa leggevo che il mestiere del pupazzone di gommapiuma è considerato molto pericoloso: pare che alla gente venga l'insana voglia di picchiarli. Tic, se ti mandavano il Gabibbo lo potevi risolvere così il problema. Per una volta l'avrei guardata anch'io, Striscia.
Credo che la parola gabibbo in genovese indichi la medesima cosa che indica nel nostro dialetto.
Se non vado errato, deriva dall'arabo Habib.
Che è un cognome.
arriva dall'arabo ma significa "amico".
parola frequente nell'intercalare arabo e, appunto, cabibo.
lalligatore
Grazie, caro personaggio dello scrittore Massimo Carlotto, per la precisazione.
Sa che le voglio bene?
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