Paolo D'Agostini su la Repubblica di oggi intervista il regista cinematografico de sinistra Citto Maselli.
Maselli, classe 1930, viene presentato dal giornalista (che, a questo punto, suppongo sia più perfido di me...) come un “viveur del cinema impegnato", un “comunista gaudente che si diletta di auto d'epoca”.
Parla del Sessantotto, il viveur (e come potrebbe non: son quarant'anni, ostia!): “Quando il '68 esplode mi trovo immediatamente schierato con il movimento studentesco. Per me comunista era doveroso partecipare a un movimento d'avanguardia: che ci contestava, ma non vuol dire”. Capite? Non vuol dire: Citto vostro c'era, nel Sessantotto. Anzi, beccatevi questa: “Da comunista iscritto ero tra i pochi ad aver presentito il '68”. Così Citto, il gaudente rabdomante.
Che poi racconta di sé: “padrino di battesimo Pirandello, casa mia salotto intellettuale di Emilio Cecchi e Alberto Savinio”. Un figlio della buona borghesia romana, insomma. Pare di capire.
Suo compagno di scuola è Sandro Curzi, allievo di marxismo a 11 anni (“è lui a riconoscermelo", precisa il regista cinematografico comunista epperò pure viveur). Citto Maselli il pigmalione, capite? Anzi, mi correggo: il gaudente pigmalione. E aver avuto Curzi come allievo immagino siano state soddisfazioni.
Ancora: “ho vissuto il percorso togliattiano fin da ragazzino – tessera del partito il giorno dopo la liberazione di Roma, a 14 anni e dopo aver fatto il gappista” e sticazzi, sticazzissimi che enfant prodige! Sono ammirato.
E io lo rispetto, sia chiaro, il resistente teenager. Esattamente come porto rispetto alla memoria di Edgardo Sogno. Davvero nessun problema, per me: resistente l'uno - il figlioccio di Pirandello - resistente l'altro. Nevvero?
Ed è rimasto sempre un combattente, il gappista Maselli, sapete? Le ultime battute dell'intervista stanno lì a dimostrarlo.
Perché non le piace il partito di Veltroni?
“Non ha niente di sinistra. Il punto è nell'idea di una società 'deconflittuata'. Togliatti era l'opposto. La classe operaia deve diventare protagonista delle riforme, contro la classe padronale che pensa solo al suo utile”.
Parla di una società che non esiste più.
“Lo dice lei. Veltroni predica l'adeguamento all'esistente. Io non mi adeguo e combatto”.
Magari alla Mille Miglia, tra le auto d'epoca, ma il messaggio c'è (perché gli impegnati come Citto nostro un messaggio ce l'hanno sempre: ah, no?) ed è il seguente: non adeguarsi e combattere sempre, compagni. Almeno quelli che se lo possono permettere.
Il gaudente che si diletta, ci informa Paolo D'Agostini, sta preparando "un film sulla sinistra italiana oggi". Non vedo l'ora che esca per non andarlo a vedere.
Bieco pregiudizio? Beh, si.
Citto Maselli parla di sé come di “un concentrato di contraddizioni” e... La volete sapere una cosa?
Io mi sono definitivamente rotto i coglioni di questi fatui borghesi di sinistra che chiamano la loro repellente falsa coscienza (marxisticamente parlando, no? Noblesse oblige) “concentrato di contraddizioni”.
Com'è sta cosa? Uno che "si diletta di auto d'epoca" se ne esce serafico dicendo che “la classe operaia deve diventare protagonista delle riforme contro la classe padronale che pensa solo al suo utile” e vorrebbe magari essere pure preso sul serio?
Ma vaffanculo, va! Tu, il film sulla sinistra italiana oggi e il tuo concentrato di contraddizioni.
E vaffanculo pure a Sandro Curzi, già che ci siamo.
(Qui sopra, il gaudente viveur Citto Maselli mentre combatte senza adeguarsi.)
8 commenti:
Mah Tic: sarà che Citto Maselli lo conosco, sarà che mi hanno rotto il cazzo quelli che mi contano i soldi in tasca mentre mi faccio il culo, sarà che insomma è un vecchio d'altri tempi per cui si può non essere d'accordo con lui, ma giudicarlo co sto pragmatismo moderno mi pare erroneo, sarà infine che io er partito demogratico lo voto con un auto cacio nel culo, ma insomma non sono diplomatica, e sto post... mah, si può far di meglio.
So diplomatica.
Ti ringrazio, incantatrice...
Lo so pure io che, beh, si poteva far di meglio (in realtà, si può sempre far di meglio).
E m'ero autodenunciato, anche: attenzione attenzione, post demagogico.
E però però però.
Sarà pure un vecchio, Maselli, ma aveva ragione Jacques Brel (secondo me): certi vecchi bisognerebbe ammazzarli da bambini.
Se il vuoto culturale e ideale in cui ci si dibatte (tu ti dibatti? Io un po' si: mi dibatto!) lo dobbiamo riempire con Maselli e le sue contraddizioni, con l'oracolare Nichi Vendola, poeta, con Bertinotti e il suo rotacismo da operetta (fvequento i salotti. Embé? Lo Vivendico tvanquillamente), con Diliberto che inneggia ad Hamas eccetera eccetera eccetera, beh...
Mi pare che siamo messi maluccio.
E' che un po' mi fa incazzare che il comunismo italian style abbia fatto questa brutta fine(per dire che detesto di cuore questo luogocomunismo, questa coazione a ripetere - manco nevrotica, solo pigra - parole e slogan che eran già vetusti trent'anni fa, questa vanità: si vede?).
Non meritava di meglio? (e bada che non amo il marxismo. Per nulla)
Secondo me, si.
Grazie per la tua diplomazia, comunque.
Bacini.
...ringraziamolo allora per i film(da martellarsi le palle) che nessuno ha visto ma tutti noi abbiamo pagato?
Eh, beh...
Anche su questo ci sarebbe qualcosa da dire.
Ma comunque, la colpa è di Repubblica.
Infatti, ma perché un'intervista a sto tizio?
Solo perché il giornale bisogna venderlo pure a qualche sinistro arcobaleno e Maselli, essendo cosa loro, potrebbe interessare?
Ma che se lo intervistassero Liberazione o il Manifestolo, a Citto nostro.
E comunque, sulla qualità delle opere maselliane, ha ragione il barone. On my opinion.
Premetto che io sto a sinistra e che voterò Veltroni.
Ma che film ha fatto Maselli?
Non erano meglio Mario Bava e Dino Risi? Mario Monicelli e Sergio Leone? Lucio Fulci e Luigi Comencini? Pietro Germi e Luciano Salce? Totò e (a volte) Fellini? Steno e il Dario Argento dei primi anni?
A me, 'sti intellettuali spocchiosi m'hanno sempre dato ai nervi. Oltre ad avermi annoiato a morte.
Salutami la Sardegna (mio nonno patterno di Ozieri era. In Continnente nel Dicciotto venne. Doppo la Gguerra Quindicci Dicciotto. A Trieste una slovenna mezza austriacca e mezza friulanna trovò. La spossò. Poi mio ppadre nacque).
Luciano / Idefix
http://lucianoidefix.typepad.com/
Guardi che Brel si faceva ancora cambiare il ciripa' quando Angelo Cecchelin diceva: 'sti veci, i doveria coparli tuti 'pena nati!
Un bel po' di triestini, in giro...
Posta un commento