martedì 25 marzo 2008

El leon che se magna el teron

Ah, ma questa è stupenda: stu-pen-da!!!
Francesco Caruso.
Lo avete presente, si, povero diavolo?

Caruso, dai: l'ex Disobbediente di Benevento, l'uomo (?) che nella mente (?) di Fausto Bertinotti rappresentava un po' il trait d'union tra il Partito della Rifondazione Comunista e i mitici movimenti (sticazzi, sticazzi, sticazzi: son tutto un brivido...) e che proprio per questo venne candidato - in quota Partito della Rifondazione Comunista, naturalmente - alle elezioni politiche del 2006 e portato in Parlamento, a furor di Popolo (maiuscolo, Popolo) a dare un po' di colore (perché i movimenti son sempre coloratissimi, ostia. E che, no?) a quell'aula orribilmente (sorda e) grigia (ehm...).
Caruso, insomma. Quel Caruso lì. Proprio lui.

Bene.
Quel Caruso è stato ricandidato al Parlamento. Ma non dal Partito della Rifondazione Comunista, stavolta. Bensì dalla Sinistra Arcobaleno: tutta un'altra roba, lasciatevi servire.
Solo che ai suoi vecchi compagni Disobbedienti la cosa non sta bene. E gliel'hanno voluto dimostrare, a quel Caruso.
Dovete sapere che qualche giorno fa al ristorante veneziano Nono risorto la Sinistra Arcobaleno presentava la sua ricca lista, capeggiata da Nicola Tranfaglia al Senato (tra l'altro, bella 'sta cosa di presentare liste nei ristoranti e di far politica tra una portata e l'altra, tra una forchettata e l'altra, con un grato ciac ciac di ganasce al lavoro in sottofondo. Mi piace un sacco, in generale. E pure perché, in questo preciso momento, mi fa andare col pensiero - ed è sempre un bel viaggiare - al mio amatissimo Raymond Queneau: “La mangiatoia tira sempre. Quando gli affari sono prosperi, ci si abbuffa perché si è contenti, e quando non gira più, ci si abbuffa per consolarsi”. Amen e così sia). C'era pure quel Caruso che, ha scritto Concetto Vecchio su la (solita) Repubblica, “stava dicendo peste e corna del governo Prodi” quando è entrato un tizio in passamontagna che gli ha sparato una torta in faccia.

Questo il commento di Luca Casarini, leader dei Disobbedienti: “Non c'entro, ma è chiaro che è un'iniziativa spontanea di uno di noi: il signor Caruso non è ben accolto in Veneto. Lo sapeva. Ma il miraggio di un posto in parlamento gli ha fatto perdere la testa”.
Il signor Caruso, avrete notato. Non è ben accolto da noaltri in Veneto (en passant: un sacco di gente non è ben accolta, in Veneto, da un po' di tempo a questa parte. E, scusate: pare a me, o Casarini parla esattamente come quel bel tomo di Gentilini?).
Povero, povero quel Caruso. Pare abbia abbozzato, il reprobo: "Grazie per il dolce gentilmente offerto".

Che dire, bellezza?
E' il solito andazzo della solita (noiosissima...) sinistra italiana, per cui, alla fine, salta sempre fuori un puro più puro che ti epura (questa non è mia: viene attribuita da qualcuno a Pietro Nenni)?
O forse xe solo el leon che se magna el (povero) teron?


P.S.
Uscirà in primavera per Mondadori (una piccola casa editrice di cui è proprietaria la famiglia Berlusconi: gente nostra proprio. Compagni di Milano), nella collana Strade blu, il primo libro di Luca Casarini, intitolato Gabbie. Protagonista Nico, un avvocato che difende gli immigrati e milita con i no global. Secondo Casarini, Gabbie sarebbe un social-noir, un giallo denuncia. E perdonatemi ma adesso devo proprio chiudere questo pezzo e correre veloce veloce ad accomodarmi sulla tazza del cesso.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti confesso: da quando ho appreso la notizia dell'imminente uscita del romanzo casarinesco, sono in preda a un dubbio. Compro o non compro?
Da un lato la mia curiosità felina e umana di lettore compulsivo (anche di gialli). Da un lato il mio gusto (che ogni tanto spunta) per la robaccia di serie Z (filmazzi, libracci, fumettacci). Da un altro lato attendere Casarini al varco per sbeffeggiarlo. Da un quarto lato il non voler partecipare a un meccanismo mediatico modaiolo.
Che fare?
(Senza riferimenti al libro di Lenin. Anche perchè io sono sempre stato della sinistra riformista...) http://lucianoidefix.typepad.com/

tic. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
tic. ha detto...

Non saprei cosa consigliarti.
Io tendo a non zavorrare troppo i miei affollatissimi scaffali.
Compro molti libri, ma li peso un bel pò, prima di acquistare.
Eppoi, avendo secoli di classici alle spalle, tra un classico e Casarini, beh...

Il tempo è quello che è, insomma. Perciò cerco pure di evitare gli instant book (poco tempo per leggere una roba come LA CASTA, intendo...).
Leggo solo cose che possano durare, dunque.

Però devo dire che è passato per la capa purammé di leggere Casarini.
Così: tanto per.
Perché negarsi una ghiotta occasione di presa per il culo?
Io, avrai capito, spesso tendo a sbracare.
E sparare sul luogocomunismo è una cosa che faccio di gusto.

Anonimo ha detto...

Il primo di noi che si decide per acquisto e/o lettura (soprattutto la seconda9 fa un fischio.
http://lucianoidefix.typepad.com/

tic. ha detto...

Sarà una cosa molto, molto pesante, Lucià.
Un lavoro durissimo.

Ma qualcuno deve pur farlo.