Quella che sta emergendo in Italia sotto i nostri occhi è una cultura dell'informazione tipica dei regimi autoritari.
In Italia ci sono ricchi e poveri anche in fatto di informazione. I ricchi sono quelli che leggono i quotidiani come la Repubblica, il Corriere della Sera e la Stampa, gli utenti della rete e chi ascolta le poche radio d'informazione indipendenti. I poveri, molto più numerosi, sono quelli che guardano i tg, controllati direttamente o indirettamente da Berlusconi. È una situazione anomala e allarmante per un paese democratico dell'Europa occidentale.
Prima della caduta del muro di Berlino, una parte della Germania est comunista – e precisamente la zona di Dresda – era chiamata “la valle degli ignari”, perché i suoi abitanti non riuscivano a ricevere il segnale delle tv occidentali e dovevano accontentarsi dell'informazione di regime. La loro visione del mondo era quella fabbricata dal governo.
Siamo abituati a pensare all'Italia come a quel paese di forma sottile e allungata che ha una spina dorsale montuosa.
Ma fin quando Berlusconi rimarrà in carica, faremmo meglio a immaginare l'Italia come un paese attraversato per il lungo da una spaccatura ampia e profonda: una nuova valle degli ignari.
In Italia ci sono ricchi e poveri anche in fatto di informazione. I ricchi sono quelli che leggono i quotidiani come la Repubblica, il Corriere della Sera e la Stampa, gli utenti della rete e chi ascolta le poche radio d'informazione indipendenti. I poveri, molto più numerosi, sono quelli che guardano i tg, controllati direttamente o indirettamente da Berlusconi. È una situazione anomala e allarmante per un paese democratico dell'Europa occidentale.
Prima della caduta del muro di Berlino, una parte della Germania est comunista – e precisamente la zona di Dresda – era chiamata “la valle degli ignari”, perché i suoi abitanti non riuscivano a ricevere il segnale delle tv occidentali e dovevano accontentarsi dell'informazione di regime. La loro visione del mondo era quella fabbricata dal governo.
Siamo abituati a pensare all'Italia come a quel paese di forma sottile e allungata che ha una spina dorsale montuosa.
Ma fin quando Berlusconi rimarrà in carica, faremmo meglio a immaginare l'Italia come un paese attraversato per il lungo da una spaccatura ampia e profonda: una nuova valle degli ignari.
John Hooper, The Guardian
7 commenti:
il problema è: tentare di recuperare gli abitanti della valle degli ignari, ripensando magari ad una forma di comunicazione in grado di penetrare nella nebbia delle loro menti, o procedere all'eliminazione fisica dei suddetti, per risollevare le sorti di 'stu paese?
non domandatemi cosa sceglierei io.
mi vergognerei della mia titubanza
Più che di valle degli "ignari" io resusciterei il termine dantesco di valle degli "ignavi".
Qui nessuno è troppo povero da non potersi permettere l'informazione.
Cit.
"Il fatto è che siamo un paese di servi!"
(da "La destinazione" di Piero Sanna, 2003)
... e se non sbaglio alle ultime elezioni locali il partito nazista a Dresda ha preso il 15 o 18%.
... c'e' da meditare!
booksworm.
E la verifica parola dice "caliz".
A quando un calice monfy?
Il 3/08 al pupkins a TS ?
Magari senza la montagna di spazzatura delle TV occidentali stavano anche meglio.....
Loro, i crucchi dell'est intendo, erano ignari e basta, gli italiani, invece, sono ignari e coperti dalla merda dell'impero RaiSet.
Opss... la parola verifica era: fessomt.
Mah, si sa che a Dresda son più seri.
Il 3 agosto se ne può parlare. Teniamoci aggiornati, Vermedeilibri.
L'ho letto anch'io questo articolo su Internazionale.
Ma non posso quasi più leggerne: mi vengono i nervi.
Non riesco neanche a infuriarmi, potrebbe venirmi un travaso di bile.
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