Sapete come succede, a volte...
Sono anni, anni, che cerchi di tirar fuori qualcosa che hai dentro, nelle profondità più recondite ed insondabili dei tuoi precordi, e non trovi le parole giuste per farlo.
Non c'è verso. Per quanto tu possa sforzarti, non ci riesci.
E un giorno arriva qualcuno che dice esattamente quello che tu hai sempre desiderato dire. Ma proprio esattamente. Parola per parola. E tu comprendi - ed è un'illuminazione, poche storie: come il satori del buddismo zen - che è per te, ma proprio per te, che quel qualcuno sta parlando. O, ed è la stessa cosa, che de te fabula narratur.
Nel nuovo disco di Elio e le Storie Tese, l'infame Studentessi, ci sono le seguenti parole dedicate a Gino Paoli e al mitico Luigi Tenco, quello che si è sparato per protestare contro il Festival della Canzone Italiana di Sanremo.
Sono anni, anni, che cerchi di tirar fuori qualcosa che hai dentro, nelle profondità più recondite ed insondabili dei tuoi precordi, e non trovi le parole giuste per farlo.
Non c'è verso. Per quanto tu possa sforzarti, non ci riesci.
E un giorno arriva qualcuno che dice esattamente quello che tu hai sempre desiderato dire. Ma proprio esattamente. Parola per parola. E tu comprendi - ed è un'illuminazione, poche storie: come il satori del buddismo zen - che è per te, ma proprio per te, che quel qualcuno sta parlando. O, ed è la stessa cosa, che de te fabula narratur.
Nel nuovo disco di Elio e le Storie Tese, l'infame Studentessi, ci sono le seguenti parole dedicate a Gino Paoli e al mitico Luigi Tenco, quello che si è sparato per protestare contro il Festival della Canzone Italiana di Sanremo.
La tristezza vien vissuta come un valore negativo,
Mentre invece va vissuta come un valore positivo.
Non commettete l’errore di denigrare la tristezza.
Ad esempio Gino Paoli ci ha costruito su un impero;
Un impero conosciuto come "impero di Gino Paoli".
Ma con ciò non intendo affermare che egli abbia fatto male.
Ad esempio Luigi Tenco ci ha prosperato molti anni
Fino a quando, poveretto, non ne è rimasto sopraffatto
Salvo grosse novità dalla riapertura dell’inchiesta.
Mentre invece va vissuta come un valore positivo.
Non commettete l’errore di denigrare la tristezza.
Ad esempio Gino Paoli ci ha costruito su un impero;
Un impero conosciuto come "impero di Gino Paoli".
Ma con ciò non intendo affermare che egli abbia fatto male.
Ad esempio Luigi Tenco ci ha prosperato molti anni
Fino a quando, poveretto, non ne è rimasto sopraffatto
Salvo grosse novità dalla riapertura dell’inchiesta.
E allora io penso, per la seconda volta in meno di una settimana (l'altra è capitata ad Istanbul, davanti agli affreschi e ai mosaici della chiesa di San Salvatore in Chora), che forse dio esiste davvero.
Tu al massimo potevi uscirtene con un semplicissimo “Gino Paoli e Luigi Tenco? Oddio, che orchite!”; oppure così: “Gino Paoli e Luigi Tenco? Ogni volta che li ascolto è come se qualcuno mi scalpellasse il sacco scrotale!”; o così: “Gino Paoli e Luigi Tenco? E che stramaroni! Ma che vi ho fatto di male, gente? Fate i bravi: togliete sta roba, dai!”; e così: “Gino Paoli e Luigi Tenco? Se mai avvertissi il desiderio di mutilarmi, saranno senz'altro le loro immortali canzoni a fare da colonna sonora all'operazione!”.
Robetta, no?
E poi ti arrivano Elio, Tanica, Faso, Cesareo e Mangoni che si sono inventati 'sta cosa dell'impero di Gino Paoli e tu cadi in ginocchio, folgorato come un fagiano che si è appena beccato una bella scarica di pallini da caccia. E non hanno nemmeno paura di essere orrendi, le canaglie, come ben dimostra il verso che fa riferimento alla riapertura dell'inchiesta sulla morte di Tenco (sapete, io ho sempre compreso le ragioni di chi non si rassegnava al suo suicidio: ma si può essere così sciroccati da tirarsi un colpo per protestare contro il Festival della Canzone Italiana di Sanremo? Risposta: no! E allora, ostia, devono averlo proprio ammazzato, a Tenco).
Prima di loro c'era stato solo quel cinico meraviglioso che risponde al nome di Dino Risi che si era inventato una cosa ENORME su Sassi (“che il mare ha consumato /sono le mie parole d'amore per te”) per prendere per il culo l'imperatore Gino Paoli e la sua proverbiale joie de vivre. Ricordate (spero per voi di si, perché c'è da sganasciarsi) ne I Mostri l'episodio del povero ragazzo cieco (ma che forse potrebbe riacquistarla, la vista perduta, dice un oftalmologo dopo avergli dato un occhiata veloce) sfruttato da un Gassman davvero atroce, pochissimo interessato alla sua salute e alla sua felicità?
Do you remember? Bene. La canzone ossessivamente cantata dal cieco (un dubbio: avrei forse dovuto dire 'diversamente vedente'?) è proprio la sbarazzina Sassi (“che il mare ha consumato /sono le mie parole d'amore per te”), con la sua ormai leggendaria verve da marcia funebre.
Tra l'altro (questa ve la devo raccontare) Gino Paoli è venuto al mondo nella mia città e, a quanto ne so, non gliene è mai importato una sega. Questo magari non è bello dirlo, ma tant'è.
L'imperatore Gino Paoli si considera genovese e bona là. E mica me la sento, di dargli torto.
Insomma, un paio d'anni or sono, quando ero ancora l'assessore alla cultura del mio paesello, mi arriva un disgraziato che mi fa: “Assessore: ho un regalo per lei!”. “Caspita! – faccio io – Non doveva disturbarsi. Non era il caso!”. E lui: “Nessun problema. Lo faccio volentieri. Lo sa che giorno è oggi?”. “No”, rispondo “Non lo so. Che giorno è oggi?”. “Oggi è il compleanno di Gino Paoli! Lo sapeva?”. “Beh... No... In effetti no...”. “Immaginavo. E allora son venuto da lei a ricordarglielo: così potrà dargli un colpo di telefono e fargli gli auguri! Io credo che sia importante che ci si ricordi dei nostri concittadini illustri. Non crede anche lei? Eh? La segretaria del sindaco custodisce senz'altro il numero di telefono di Gino Paoli... Se lo faccia dare e lo chiami. Va bene?”. “Certo, certo! Come no! Grazie, grazie! Ha tutta la mia gratitudine! Lo chiamo senza meno. Senza meno!”.
E' tutto vero, lo giuro!
Tu al massimo potevi uscirtene con un semplicissimo “Gino Paoli e Luigi Tenco? Oddio, che orchite!”; oppure così: “Gino Paoli e Luigi Tenco? Ogni volta che li ascolto è come se qualcuno mi scalpellasse il sacco scrotale!”; o così: “Gino Paoli e Luigi Tenco? E che stramaroni! Ma che vi ho fatto di male, gente? Fate i bravi: togliete sta roba, dai!”; e così: “Gino Paoli e Luigi Tenco? Se mai avvertissi il desiderio di mutilarmi, saranno senz'altro le loro immortali canzoni a fare da colonna sonora all'operazione!”.
Robetta, no?
E poi ti arrivano Elio, Tanica, Faso, Cesareo e Mangoni che si sono inventati 'sta cosa dell'impero di Gino Paoli e tu cadi in ginocchio, folgorato come un fagiano che si è appena beccato una bella scarica di pallini da caccia. E non hanno nemmeno paura di essere orrendi, le canaglie, come ben dimostra il verso che fa riferimento alla riapertura dell'inchiesta sulla morte di Tenco (sapete, io ho sempre compreso le ragioni di chi non si rassegnava al suo suicidio: ma si può essere così sciroccati da tirarsi un colpo per protestare contro il Festival della Canzone Italiana di Sanremo? Risposta: no! E allora, ostia, devono averlo proprio ammazzato, a Tenco).
Prima di loro c'era stato solo quel cinico meraviglioso che risponde al nome di Dino Risi che si era inventato una cosa ENORME su Sassi (“che il mare ha consumato /sono le mie parole d'amore per te”) per prendere per il culo l'imperatore Gino Paoli e la sua proverbiale joie de vivre. Ricordate (spero per voi di si, perché c'è da sganasciarsi) ne I Mostri l'episodio del povero ragazzo cieco (ma che forse potrebbe riacquistarla, la vista perduta, dice un oftalmologo dopo avergli dato un occhiata veloce) sfruttato da un Gassman davvero atroce, pochissimo interessato alla sua salute e alla sua felicità?
Do you remember? Bene. La canzone ossessivamente cantata dal cieco (un dubbio: avrei forse dovuto dire 'diversamente vedente'?) è proprio la sbarazzina Sassi (“che il mare ha consumato /sono le mie parole d'amore per te”), con la sua ormai leggendaria verve da marcia funebre.
Tra l'altro (questa ve la devo raccontare) Gino Paoli è venuto al mondo nella mia città e, a quanto ne so, non gliene è mai importato una sega. Questo magari non è bello dirlo, ma tant'è.
L'imperatore Gino Paoli si considera genovese e bona là. E mica me la sento, di dargli torto.
Insomma, un paio d'anni or sono, quando ero ancora l'assessore alla cultura del mio paesello, mi arriva un disgraziato che mi fa: “Assessore: ho un regalo per lei!”. “Caspita! – faccio io – Non doveva disturbarsi. Non era il caso!”. E lui: “Nessun problema. Lo faccio volentieri. Lo sa che giorno è oggi?”. “No”, rispondo “Non lo so. Che giorno è oggi?”. “Oggi è il compleanno di Gino Paoli! Lo sapeva?”. “Beh... No... In effetti no...”. “Immaginavo. E allora son venuto da lei a ricordarglielo: così potrà dargli un colpo di telefono e fargli gli auguri! Io credo che sia importante che ci si ricordi dei nostri concittadini illustri. Non crede anche lei? Eh? La segretaria del sindaco custodisce senz'altro il numero di telefono di Gino Paoli... Se lo faccia dare e lo chiami. Va bene?”. “Certo, certo! Come no! Grazie, grazie! Ha tutta la mia gratitudine! Lo chiamo senza meno. Senza meno!”.
E' tutto vero, lo giuro!
Quando fai l'assessore questi sono, generalmente, i fenomeni con cui ti confronti, questa l'epica che ti tocca. E ti tocca ogni giorno che gli dei dell'Olimpo mandano in terra per noi poveri mortali.
Mi commuovo sempre quando vedo quanti sono i miei concittadini ORGOGLIOSI di essere pure concittadini dell'imperatore Gino Paoli. Che se ne sbatte altamente di loro.
Fortuna che c'è Elisa. Lei c'è nata volentieri, dalle mie parti.
Concludendo, tic - che quando vede passare il genio di solito lo riconosce - ringrazia di cuore Elio e le Storie Tese.
Mi commuovo sempre quando vedo quanti sono i miei concittadini ORGOGLIOSI di essere pure concittadini dell'imperatore Gino Paoli. Che se ne sbatte altamente di loro.
Fortuna che c'è Elisa. Lei c'è nata volentieri, dalle mie parti.
Concludendo, tic - che quando vede passare il genio di solito lo riconosce - ringrazia di cuore Elio e le Storie Tese.
P.S.
In Studentessi ci sono anche le bellissime parole che trovate qui sotto, dedicate ai suonatori di bonghi, categoria di patetici rompicoglioni (generalmente sinistrorsi cittadini del mondo) che mi son dimenticato di inserire nella mia personale galleria degli orrori, qualche settimana fa.
Provvederò nell'imminente seconda puntata.
Sentite un po'.
Provvederò nell'imminente seconda puntata.
Sentite un po'.
Un fricchettone forse drogato suona e non smette più.
Bonghi: questo fatto mi turba perché suona di merda,
Non ha il senso del ritmo e non leggo più il libro.
Bonghi: questo fatto mi turba perché suona di merda,
Non ha il senso del ritmo e non leggo più il libro.
(...)
Piantala con ‘sti bonghi, non siamo mica in Africa.
Piantala con ‘sti bonghi, non siamo mica in Africa.
Porti i capelli lunghi ma devi fare pratica.
Sei sempre fuori tempo, così mi uccidi l’Africa
Che avrà pure tanti problemi
Ma di sicuro non quello del ritmo.
Sei sempre fuori tempo, così mi uccidi l’Africa
Che avrà pure tanti problemi
Ma di sicuro non quello del ritmo.
12 commenti:
Non nominatemi Dino Risi! Che vado in mini-estasi. Una vita difficile, Il sorpasso, I mostri...
Il libro autobiografico. il suo tocco inimitabile. Quell'impasto di cinismo e tenerezza. Il suo gusto per le donne. la sua intelligenza nel raccontare la propria epoca (altro che Antonioni! Si può dire?)
Un salutone da Luciano e Idefix
http://lucianoidefix.typepad.com
Si. Altro che Antonioni!
Si può dire, per fortuna.
E li vogliamo confrontare, i dialoghi di un film (uno qualsiasi) di Risi con i dialoghi di un film (uno qualsiasi) di Antonioni?
Eh?
Un saluto, signor Luciano.
Che buffo.
Tu mi dai del "signor Luciano" e Teppista mi dà del "pazzo da legare".
Che facciamo? Ci diamo del tu?
Sono lieto che ti piaccia Risi. Ti racconto un piccolo episodio. Io sono del '54, mio papà mi portava al cinema fin da piccolo e ho visto di tutto. Poi verso i diciassette anni cominciai a frequentare brutte compagnie e brutti posti che rischiarono di traviarmi: i cineforum intellettuali. Così vidi film inauditi (roba ungherese con sottotitoli in polacco, documentari russi in originale, dibattiti prima e dopo la proiezione, underground americano, pellicole noiosissime, rompiture di coglioni megagalattiche, seghe mentali lunghe e dolorose), entrai a far parte del direttivo di un circolo cinematografico. Insomma mi ero incamminato su una brutta, brutta china.
Poi un giorno, in televisione, vidi, Ribalta di gloria (Yankee Doodle Daandy) con James Cagney. Impazzii dalla gioia.
E dissi BASTA, BASTA e BASTA alle rotture di balle.
Luciano e Idefix http://lucianoidefix.typepad.com
Ho capito.
Siamo al "No! Il dibattito no!".
Tra Clint Eastwood e Kiarostami non c'è partita: a qualcuno spiacerà che vinca l'amerikano (di destra, per giunta. Orrore!), ma non posso farci nulla.
Tra Mario Monicelli e Citto Maselli stessa cosa: Citto Maselli lo lascio volentieri all'orribile Bertinotti. Senza particolari patemi: son grandi amici, se la passeranno da dio.
Un saluto, Luciano. E un pensiero a quel magnifico assolo 'compresso' che c'è in CORTEZ THE KILLER.
Così come non c'è mai partita tra chi ti racconta storie avvincenti e chi ti rompe le palle con banali lamentele. Nè tra chi ti fa ridere e chi ti deprime. Nè tra chi ti fa godere e chi ti martella i sentimenti.
Tra Billy Wilder (che quando voleva sapeva fare anche tragedie) e Tarkovski, tra Howard Hawks e Lars Von Trier, tra Kurosawa e certi italiani di cui nemmeno mi viene il nome, tra Michael Mann e certi registi francesi.
Tra Simenon e Coelho.
Tra Corto Maltese e Crepax (che da ragazzino non mi serviva nemmeno come aiuto per farmi le pippe).
Ah...Neil Young...la prima volta che vidi (in tv a Odeon...credo fosse il 1976...)l'ancora inedita LIKE A HURRICANE dal vivo avevo ventidue anni e rimasi folgorato da quell'assolo di chitarra elettrica. Fu (non scherzo) uno dei dieci momenti decisivi della mia vita: grazie al suono di quella Gibson, capii che i sentimenti bisogna tirarli fuori con passione senza vergognarsi. Già amavo la musica del Canadese, ma quel filmato (tratto da un concerto giapponese) mi saldò indelebilmenete al rock di Young.
Luciano e Idefix http://lucianoidefix.typepad.com
Prima o poi (più prima che poi) scriverò qualcosa su Billy Wilder.
Anzi, per la precisione, sul film di Volker Schloendorff e Gisella Grischow hanno realizzato su di lui.
Si intitola BILLY, MA COME HAI FATTO? ed è stato pubblicato da Feltrinelli in due DVD (uno contiene LA FIAMMA DEL PECCATO).
Caro affezionatissimo Tic, con questo post ha raggiunto vette inarrivabili.
Provo solo invidia.
Grazie.
Grazie, caro filosofo cinico. Grazie.
Felice di riaverla tra noi.
Nel caso tic i "sassi che il mare ha cancellato" li volesse tirare, anche le so non violento ma potrebbe ripensarci, domani (sabato 1 marzo, NdR) il prode Ginone sarà a Trieste a elargire perle delle sua nota "joie de vivre" dal palco del Rossetti.
In alternativa, come già detto "via altra via", cioè con sms, potrei offrire valida alternativa offrendo cena nella mia "umile si, ma onesta casa" all'allegra comitiva composta da più di qualche losco figuro che ambula in questo blog...
L.
http://assante.blogautore.repubblica.it/2008/02/29/?ref=hpsbsx
Il genio!
Mo' si va a verificare...
C'è qualcuno che si cuccherà Gino Paoli a Trieste?
Mamma, mamma, mamma mia...
Seguite tutti l'illuminato consiglio dell'Uomo Tigre!
Fatelo!
C'è da morire!
Ha ragione: GENIO PURISSIMO!
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