lunedì 28 gennaio 2008

Morti viventi e bandiere rosse



L'altro giorno, in libreria, mi è capitato di sfogliare “Manuale per sopravvivere agli zombi” di Max Brooks (è il figlio di Mel, e dal padre ha ereditato senz'altro l'attitudine al cazzeggio selvaggio) e mi ci sono fatto sopra un sacco di risate. E' un classico manuale di sopravvivenza che si propone di insegnare al lettore che fosse interessato come sfuggire, appunto, al contagio dei morti viventi. Se mai decideste di leggervelo non ci troverete una narrazione: nel libro di Brooks non c'è una trama né ci sono dei personaggi. C'è solo didattica pura per sette capitoli che appaiono tanto più esilaranti quanto più l'autore pretende di fornire una trattazione serissima ed esaustiva del fenomeno zombi (come dire che per cazzeggiare al meglio bisogna far le cose con molto, molto metodo).
Si va dal capitolo “I non-morti, miti e realtà”, di raffinata acribia filologica a “Tecniche di combattimento”, “Difesa”, “Attacco”. Davvero impagabili, poi, sono i consigli su “Come vivere nel mondo dominato dagli zombie” e, dulcis in fundo, una storia documentatissima dei più celebri attacchi zombie sulla terra a partire dal 60.000 a. C. al 2002 d.C.
Se proprio bisogna fare un appunto al lavoro di Max Brooks (che acquisterò e poi leggerò con l'impegno che richiede e merita) è che vi è assente qualsiasi riferimento a Fausto Amodei e alla sua “Per i morti di Reggio Emilia”.
Forse qualcuno di voi conosce la canzone (io purtroppo si...): una roba deprimentissima, con una melodia in equilibrio assai precario tra il marziale e il funereo, retorica e quaresimale la sua parte oltre che vagamente (ma neanche poi tanto vagamente, a ben vedere) menagrama. Della serie: aita, aita! Arriva la sinistra, arriva la sinistra!!! Svelti, svelti: toccatevi i coglioni, che porta male!
C'è gente che ancora la canta senza sentirsi ridicola: posso testimoniare.
Cuccatevi perciò tutto il testo, chè qui, lo sapete, siamo seguaci del Divin Marchese.


Compagno cittadino, fratello partigiano,
teniamoci per mano in questi giorni tristi:
di nuovo a Reggio Emilia, di nuovo là in Sicilia
son morti dei compagni per mano dei fascisti.

Di nuovo, come un tempo,
sopra l'Italia intera
urla il vento e soffia la bufera.

A diciannove anni è morto Ovidio Franchi
per quelli che son stanchi o sono ancora incerti.
Lauro Farioli è morto per riparare al torto
di chi si è già scordato di Duccio Galimberti.

Son morti sui vent'anni, per il nostro domani:
son morti come vecchi partigiani.

Marino Serri è morto, è morto Afro Tondelli,
ma gli occhi dei fratelli si son tenuti asciutti.
Compagni, sia ben chiaro che questo sangue amaro
versato a Reggio Emilia, è sangue di noi tutti.

Sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi,
come fu quello dei fratelli Cervi.

Il solo vero amico che abbiamo al fianco adesso
è sempre quello stesso che fu con noi in montagna,
ed il nemico attuale è sempre e ancora eguale
a quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna.

Uguale è la canzone che abbiamo da cantare:
Scarpe rotte eppur bisogna andare.

Compagno Ovidio Franchi, compagno Afro Tondelli,
e voi, Marino Serri, Reverberi e Farioli,
dovremo tutti quanti aver, d'ora in avanti,
voialtri al nostro fianco, per non sentirci soli.

Morti di Reggio Emilia, uscite dalla fossa,
fuori a cantar con noi Bandiera rossa,
fuori a cantar con noi Bandiera rossa!


E' stata scritta nel 1960, 'sta infamia, e devo dire che mi colpisce sempre la retorica senza alcuna vergogna di quel 'vecchi partigiani' ad appena quindici anni dal 1945. E, vi prego: la rima 'nervi'/'fratelli Cervi'? Roba da condanna ai lavori forzati in qualche salina, per il signor Fausto Amodei (che sarebbe questo tizio qui sotto: non sembra Carlo Verdone che interpreta Fausto Amodei in un biopic de noantri, diretto, che so, da una Wilma Labate, regista 'de sinistra' col vento in poppa perché piace taaanto a Bertinotti?). E che dire poi di quei poveri diavoli ammazzati a Reggio Emilia dalla polizia di Tambroni 'per riparare al torto' di chi si è scordato di Duccio Galimberti?

Ma son gli ultimi tre versi quelli che qui importano, con i morti di Reggio Emilia che escono dalla fossa e si mettono a cantar (con noi... Ahhhhhh!!!!) 'Bandiera rossa'.
Fantastici!
Pensate: in Italia, ben otto anni prima di George Romero e del suo straordinario, seminale, “La notte dei morti viventi”, Fausto Amodei si inventa una storia da brividi che mescola, in maniera davvero stupefacente, horror e politica. Il tutto, incredibile dictu, in soli tre versi. Un haiku di sfrenata, pazzesca creatività. Glielo avessero detto, a Max Brooks, ci avrebbe scritto sopra pagine, pagine e pagine: ne sono più che convinto. Voi sapete, non è vero, quanto gli americani amino l'horror all'italiana: ne fa fede, ed è solo uno dei tanti esempi possibili, il Quentin Tarantino innamorato perso dei film di Mario Bava e di Lucio Fulci.
Fausto Amodei è stato perciò, indiscutibilmente, un vero precursore. Chissà se già sapeva, il genio, che cos'è il solanum (cfr. Max Brooks: il solanum è il virus che provoca il fenomeno dei morti viventi).
Ma a questo punto, everything is possible.
Aita, aita!!!

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Aahahahahahahahaha. Mitico (Brooks junior intendo, un po' meno il Carlo Verdone della chitarra)!A parte gli scherzi gli zombi mi hanno sempre affascinato. Sarà per questo che continuo a seguire le vicende del nostro parlamento invece di emigrare all'estero? Può darsi...

tic. ha detto...

Certo che è per questo, caro amico... Per che altro, sennò?

Anonimo ha detto...

una cosa è sicura lei a reggio emilia non sarebbe morto.
sarebbe stato al cinema a vedere un film della factory di corman.
chissà poi, a tarda età, avrebbe scritto un libro molto divertente su come sopravvivere a tambroni.

tic. ha detto...

Eh, beh... E' vero, lo ammetto.
Tra una manifestazione politica e un film di Corman, tutta la vita - ma proprio tutta - Roger Corman.

In futuro scriverò senz'altro qualcosa su 'Contessa', demenzialissimo inno da corteo scritto da uno dei comunisti più efferati di ogni tempo: Lavrenti Pietrangeli, ovvero l'anima nera di Josip Vissarionovic Costanzo. Della serie: a sinistra si, ma paga Silvio.
E magari anche qualcosa su uno dei peggiori crimini del comunismo: gli Inti Illimani.

Fabio Montale ha detto...

Non si permetta di toccare un mito degli anni zezzanta. Avevo 6,7,8 anni quando frequentavo il FGCI di Trieste ed il suo cineforum di via Madonnina. Ricordo scampagnate e partite di pallone sul carso ma anche raccolta di medicinali e recupero mobilia da destinare ai ceti meno abbienti.
A me interessavano le gite, i film di zanna bianca, i gelati... abbiamo anche girato un film, con boss della malavita, una bisca... io portavo i soldi del monopoli per la bisca.
Percui non mi tocchi gli intimi illimani!

tic. ha detto...

Gli Inti Illimani ai bambini?!?
Roba da telefono azzurro!

barone von furz ha detto...

io invece, da piccolo frequentavo la FIGC...e non mi tocchi queste canzoni di lotta e popolari. Sappiamo che lei è molto elitario...sappiamo...

Anonimo ha detto...

Concordo sugli Inti Illimani. Mandarli in giro per il mondo a strombazzare le loro tristissime canzoni è stato uno dei peggiori crimini di Pinochet.

Anonimo ha detto...

lei tic sta pericolosamente virando veso il giulianoferrarismo,
malattia senile del post-ex comunismo.
ci ha inzuppato il pane con quelli che cantano contessa o crede che quelli che l'hanno ripetutamente eletta fossero tutti azionisti?
piuttosto che sugli inti illimani, che almeno poi sono tornati in cile, punterei l'attenzione sui nomadi...

tic. ha detto...

Arggggg! I Nomadi! Ahhhhhhahahahahahahahahargggg! I Nomadi. Quelli che hanno scritto l'inno ufficiale del cattocomunismo (DIO E' MORTO).
Si, si... Mi capiterà senz'altro l'occasione di maramaldeggiare sui Nomadi, si.

Quanto al resto, mai amato Ferrara. E' uno che manifesta sempre e solo una cosa: la tipica violenza iconoclastica dei preti spretati. E io non amo i preti (è noto): manco spretati.

Quanto ai compagni, io ai compagni non ho mai raccontato stronzate. Né ho mai mentito: quello che c'era nella mia barca lo hanno sempre saputo.
Ho invece conosciuto comunisti di lunghissimo corso che non si facevano nessun problema a cagare in testa ai loro compagni(a quelli più semplici e più miti, in genere).
Io ho sempre odiato certi paraculi.
E certo luogocomunismo.
La sinistra italiana è da secoli che dice sempre le stesse stronzate retoriche e mi sono rotto i coglioni di sentirle.
Non si tratta di giulianoferrarismo.
Solo, basta con la pigrizia mentale. Basta con le sacre icone da adorare senza discutere (dal Che Guevara a Berlinguer). Basta con i miti a prescindere. Basta. Basta. Basta. Che non ne posso più.

Anonimo ha detto...

ma sì basta!
hasta la victoria forse!

Anonimo ha detto...

l'ho sempre detto io .. quel giorno che davano fuori le ricevute in cambio dei cervelli Tic e diogene erano ammalati e sono rimasti a casa..

tic. ha detto...

Lei ci vuole troppo bene, caro amico...

Fabio Montale ha detto...

il grinch non era quello che in america vinceva un italiano repubblicano ma anche democratico?

tic. ha detto...

Oh, yeah...