sabato 5 gennaio 2008

Ricominciamo


Ricominciamo, dai...
Manco (mi manco) da una settimana tonda tonda e proprio non riesco più a reggere la mia assenza.
Anche perché in questa settimana sono accadute (mi sono accadute) un sacco di cose interessanti e ho proprio voglia di scriverne. Ma ho voglia di scrivere in generale, sapete...
L'unica funzione di talkischeap, d'altronde, è proprio quella di riconciliare tic con la scrittura. In sei anni e mezzo da assessore (da politico attivo, come si dice... Ma anche un po' passivo, via! E a questo punto mi viene in mente quello che diceva della sodomia un certo trattatista medievale, e cioè che può essere peccato veniale o mortale: dipende dalla posizione in cui ci si trova), in sei anni e mezzo da assessore, dicevo, la scrittura, in effetti, l'avevo un po' sacrificata ai negotia (come si sarebbe detto ai tempi in cui Roma era Caput Mundi). Ora, la vera tragedia, per me, sarebbe stata il sacrificio della lettura (che ritengo sia cosa infinitamente più importante della scrittura, ovvero: ritengo sia meglio saper leggere che saper scrivere): tragedia che però non si è verificata, per mia fortuna. Ed è stata cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza. Però scrivere un pochino mi mancava, devo dire. Trovo che aiuti a pensare. O a darsi l'aria di pensare (e questo, proprio questo, dovrebbe essere il mio caso...).
Aver mollato l'attività (ehm...) pubblica ha regalato molto del mio (preziosissimo, ovviamente) tempo all'otium (sempre per dirla come usavano gli antichi) e quindi, oltre a leggere persino un po' di più (e non credo possiate avere idea di cosa ciò significhi per me), ho ripreso a scrivere.
Ricominciamo, allora. E ricominciamo da W.

L'uomo dei sogni ha rilasciato un'intervista a Massimo Giannini di Repubblica. E' uscita proprio oggi.
Ad un certo punto se ne esce così: “Sinceramente, mi piace una Chiesa che concentri la sua attenzione su alcuni dei temi che stanno dentro la grandezza dell'esperienza di fede: la protezione degli ultimi, la lotta contro ogni forma di ingiustizia sociale, la pace e i diritti delle persone. Non mi spaventa che la Chiesa affermi e tuteli i principi morali che considera fondamentali. Ma ammaestrata da una storia millenaria, la Chiesa sa bene che proprio la laicità dello Stato è un confine che non può essere valicato”.
Sei proprio sicuro che lo sappia, caro il mio segretario del PD? Eh? Ne sei sicuro?
Ma W. non si ferma mica alla sottolineatura di quello che Santa Romana Chiesa, dice lui, “sa bene”. No: e infatti, imperterrito, prosegue. E lo fa da par suo, con il solito striscio e busso (alla vaselina) che l'ha reso giustamente celebre tra tutte le mamme, le zie e le nonne apprensive d'Italia: “Poi, con altrettanta sincerità, vorrei che anche i laici fossero più laici. Che ragionassero senza dogmatismi sui temi della vita e della morte. Noi laici, più di ogni altro, non possiamo accettare l'idea di una società senza valori. Dobbiamo moltiplicare le sedi di confronto e di ricerca comune. E' nella vocazione di un grande partito come il PD”. Ora, per dire, dal giorno delle primarie che hanno incoronato W. sovrano del PD, il suddetto grande partito, nella mia città, ha riunito quelli che dovrebbero essere i suoi organi dirigenti una volta sola e, giuro, non si è capito bene perché lo abbia fatto. Se ne deduce che, quanto a sedi di confronto, stiamo messi maluccio, dalle mie parti. E da altre parti, a quanto ne so (e qualcosa ne so...), non è che le cose vadano poi tanto meglio. Mancano per il momento gli spazi agibili e le occasioni che potrebbero favorire una qualche corrispondenza d'amorosi sensi tra i laici (ma quanti saranno mai?) e i cattolici del GRANDE PARTITO i cui vertici, poveracci, in questo momento stanno pensando agli organigrammi. O meglio: si estenuano pensando agli organigrammi mentre il mondo intanto va avanti come ha sempre fatto e sempre farà. E io mi chiedo (ingenuamente?) come faremo, caro W., come faremo a fare l'amor, nel PD? Tutti quanti in automobile, infrattati lungo qualche strada di campagna, con i giornali ai finestrini a proteggere l'intimità tra laici (si, vabbé...) e papisti? Non andrebbe meglio se ci mettessimo tutti un pochino più comodi?
Cerca di capire, caro W.: a te le occasioni di confronto non mancano, e in questo senso sei un privilegiato. A me invece mancano.

Ad esempio, ho appreso dai giornali che hai recentemente incontrato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano. Ti sei confrontato insomma, beato te, con un pezzo da novanta di Santa Romana Chiesa. Ho visto poi che il cardinale ha invitato pubblicamente il PD a “non mortificare i cattolici”. Non mi ero accorto che il PD lo avesse mai fatto, sinceramente (proprio come dici tu, vero? “Sinceramente”. Tu parli sempre “sinceramente”, o “con franchezza”, no? E ci tieni a ricordarcelo sempre), ma il cardinale probabilmente mette solo le mani avanti.
Sostiene Bertone: “Il Partito comunista di Gramsci, Togliatti e Berlinguer non avrebbe mai approvato le derive che si profilano oggi”. Una volta “c'era più rispetto”.

Gramsci? Mmmm... Gramsci, per quel che ne so io, è quanto segue: “Il concordato è il riconoscimento esplicito di una doppia sovranità in uno stesso territorio statale. Nel mondo moderno, cosa significa la situazione creata in uno Stato dalle stipulazioni concordatarie? Significa il riconoscimento pubblico a una casta di cittadini di determinati privilegi politici. La forma non è più quella medievale, ma la sostanza è la stessa”. Non mi pare che sia roba tanto raccomandabile a cardinali e papi d'oggidì. Togliatti? Beh, per Togliatti ci siamo in pieno, in effetti. Il lavoro dell'Assemblea Costituente (siamo in tema di Costituzione repubblicana di questi tempi, nevvero?) fu condizionato pesantemente (lo possiamo dire? Sommessamente, eh...) dalle ingerenze vaticane. Il papato voleva, fortissimamente voleva che il Concordato firmato nel 1929 tra la Chiesa e Benito Mussolini venisse incluso senza ritocchi nella Costituzione della Repubblica. Il Concordato, lo ricordo, tra le altre cose proclamava il cattolicesimo religione ufficiale dello Stato e rendeva obbligatoria l'educazione religiosa nelle scuole. Fino all'ultimo i comunisti, come tutti i partiti laici, si opposero a questa richiesta. Ma il 24 marzo del 1947 Palmiro Togliatti convocò il gruppo parlamentare del suo partito e spiegò che i comunisti dovevano difendere il concordato per rafforzare la pax religiosa nel Paese e mantenere un dialogo con i cattolici. Tutti i comunisti, ad eccezione di Teresa Noce, fecero quello che chiedeva Togliatti e votarono a favore dell'articolo 7. Il dialogo però non si mantenne poi chissà che aperto. Come direbbe W.? “Ammaestrata da una storia millenaria” la Chiesa cattolica prese comunque a calci in culo i comunisti: il 1 luglio 1949, ad esempio, dichiarò ufficialmente che i cristiani che professavano, difendevano e propagavano in qualsiasi modo la dottrina comunista si trovavano in situazione di scomunica.
Ed è proprio per questo che il cardinal Bertone ha tanta nostalgia di un Italia che non c'è più (ma quanto era bella!) e dei comunisti buoni, quelli che si calavano tutti contenti le braghette davanti alla Chiesa di Pio XII. E siccome nel PD non mancano gli ex comunisti, hai visto mai che il richiamo a Palmiro Togliatti, ma soprattutto, furbissimo il cardinale, ad Enrico Berlinguer (uno che, visto il culto di cui è fatto oggetto, si potrebbe forse definire il padre Pio dei sentimentalissimi marxisti de noantri), possa far breccia in qualche cuore generoso.

E il cardinal Bertone non può ignorare, secondo me, che i laici alla Ernesto Rossi, in fondo, sono stati più disprezzati (perché rei di impoliticità, naturalmente: gravissima colpa agli occhi di certi machiavellici coglioni) dai comunisti italiani che dai papisti. E quindi esterna, il porporato. Esterna ai suoi polli e qualcosa, purtroppo, resterà.
A W. piace una Chiesa “che concentri la sua attenzione su alcuni dei temi che stanno dentro la grandezza dell'esperienza di fede: la protezione degli ultimi, la lotta contro ogni forma di ingiustizia sociale, la pace e i diritti delle persone”. Probabilmente anche a Tarcisio Bertone piace tale Chiesa, ma con W. è stato chiarissimo: la Chiesa è anche altro, caro segretario, e una volta – prima della legge 194, prima dei temuti Pacs, prima dei temutissimi Dico - “c'era più rispetto”.
Pare di capire, insomma, che arriverà il momento in cui noi del PD (qualunque cosa sia, 'sto cazzo di PD), cattolici e laici, non riusciremo a farla franca paraculeggiando qua e là, tra una strisciata e una bussata. Non vedo l'ora.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Se atene piange, sparta non ride..

http://www.stefanodisegni.it/Vignette.aspx?comicID=361

Il dramma è che le citazioni sono vere..
E allora?

Fabio Montale ha detto...

Che le mancasse scrivere si nota. Non so da cosa. Comunque e' vero che saper leggere e' piu'importante che saper scrivere. Solo Rocco Tanica sapeva scrivere prima che leggere e non capiva mai un cazzo di quello che scriveva.
Bentornato, nel senso che contento lei contenti tutti. A proposito, ho visto qualche foto... ombelichi, sigarette... devo commentare? 'na panz'i'vvermuth

tic. ha detto...

Su, su... Non faccia così, non si abbatta.
Lei si dovrebbe dare un po' di tempo, se vuole leggere. Con calma, eh...

Lo faccia, comunque. Magari si darà il caso che Lei impari qualcosa, marsigliese.

Quanto alla mia panza, è generosa. Si sa.
Non sarà mica geloso, brutto nasone impertinente?

Fabio Montale ha detto...

Lei si che e' catecumeno! Alora voglio cadere nella provocazione: negli ultimi dieci giorni, complice l'amenita' della localita' in cui mi trovo paragonabile al km 98 di una qualsiasi tangenziale del Veneto, ho avuto modo di leggere 'Aglio Menta e Basilico.Marsiglia, il noir e il Mediterraneo' del mio padre di penna, in cui ricorre un concetto di patria e nazione a me caro anche se in questo caso geograficamente simmetrico rispetto al mio, tra le altre cose introdotto da Massimo Carlotto. Poi in sequenza 'La tregua' di I Levi. Parla di un treno e della Polonia. Ho sorseggiato, come un buon Lagavullin, il Diario Notturno di Flaiano ma soprattutto ho divorato un divertentissimo Ethan Coen 'I cancelli dell'Eden'. Lo consiglio a chi non l'abbia letto. Ovviamente me li sono comprati perche' se aspetto che me li regali lei sto a posto.
Ma tornando a bomba sul tema di cui poco lei ha scritto: ho letto (cazzo ma allora e' un vizio) che il Vaticano ha proposto una preghiera mondiale a riparazione per le vittime dei preti pedofili.
Ora, lasciando da parte facili ironie, mi sono chiesto: ma se la categoria maggiormente pedofila fosse quella dei:
- cantanti: avrebbero fatto un disco, tipo Do they know it's Xmas time?
- tornitori: un mega bullone?
- sediai: una mega sedia da mettere in mezzo a Manzano? (ooops c'e' gia')
- ............

Anonimo ha detto...

io mi son passato le feste leggendo Dumas..
ho una modesta proposta: ma perchè non si festeggia l'inizio dell'anno il primo settembre?

tic. ha detto...

E bravo il nostro marsigliese.
Ho letto anch'io il libro di Ethan Coen. Qualche hanno fa. So che l'hanno ripubblicato da poco. E son d'accordo: è assai divertente. Il primo racconto che presenta, IL DESTINO, ricordo che mi ha fatto spanciare dalle risate.
DIARIO NOTTURNO lo rileggerei volentieri, devo dire: e sappia che tra poco pubblicherò in blog un testo di Ennio Flaiano, tratto da LA SOLITUDINE DEL SATIRO. Si intitola LE PERE e vedrà che roba!