Secondo Guido Crainz (La sinistra e la sfida del futuro, in la Repubblica, giovedì 22 aprile 2010), in Italia «mai, forse, le forze progressiste o di sinistra erano state così isolate – culturalmente, prima ancora che elettoralmente – rispetto al cuore produttivo della nazione, e incapaci al tempo stesso di offrire riferimenti e prospettive alle inquietudini di vecchie e nuove povertà e precarietà».
Un giudizio forse un po' troppo drastico? «Non è un giudizio troppo drastico: a quale idea-forza ci si può oggi richiamare per convincere un elettore indeciso, un astensionista amareggiato, un giovane deluso?».
Su La Stampa di sabato scorso, Giovanni De Luna, recensendo l'ultimo libro di Antonio Gibelli, Berlusconi passato alla storia. L'Italia nell'era della democrazia autoritaria, ha scritto che «a suscitare qualche inquietudine è soprattutto il fatto che l'opposizione di centro-sinistra sia la più sgangherata e meno credibile che questo Paese abbia mai sperimentato nella storia delle sue istituzioni democratiche. Nel berlusconismo si agitano pulsioni autoritarie, fremiti di illegalità, insofferenze per le regole della democrazia che vengono da lontano, che si annidarono già nei progetti di Crispi e che affiorarono anche in età giolittiana: sempre, però, c'è stata una forte opposizione in grado di contrastarle nelle piazze e nelle aule parlamentari, almeno fino al crollo dello Stato liberale sotto l'urto di un fascismo che ricorse all'arma estrema della violenza squadristica. Oggi, di questi anticorpi, di questi antidoti in grado di contrastare le scelte populistiche di Berlusconi, se ne scorgono veramente pochi e quasi nessuno nel mondo della politica».
Ieri, alle manifestazioni per il 25 aprile, ho incontrato un sacco di vecchi compagni che non la smettevano mai di parlare di Gianfranco Fini. Anzi, di magnificare Gianfranco Fini.
In tutta la mattinata non ho mai, e dico mai, sentito nominare Pierluigi Bersani o il Pd.
Per dire come siamo messi: sui manifesti che il Comune di Monfalcone (il posto dove abito) fa affiggere in occasione del 25 aprile, quest'anno non è stata celebrata la festa della Liberazione ma una non meglio precisata “festa della Libertà”.
Sì, “festa della Libertà”: proprio come piace alla Destra italiana, proprio come piace ai revisionisti di tutte le scuole e confessioni, proprio come piace, da sempre, al nostro moderatismo delinquenziale.
Perché celebrando una generica libertà, e non la Liberazione, si può bellamente fare a meno di ricordare da chi ci si è liberati...
Il Comune di Monfalcone, per chi lo ignorasse, è un comune guidato (per quanto tempo ancora?) dal centrosinistra.
Questo solo per dire come siamo messi, solo per dire il livello.
Un giudizio forse un po' troppo drastico? «Non è un giudizio troppo drastico: a quale idea-forza ci si può oggi richiamare per convincere un elettore indeciso, un astensionista amareggiato, un giovane deluso?».
Su La Stampa di sabato scorso, Giovanni De Luna, recensendo l'ultimo libro di Antonio Gibelli, Berlusconi passato alla storia. L'Italia nell'era della democrazia autoritaria, ha scritto che «a suscitare qualche inquietudine è soprattutto il fatto che l'opposizione di centro-sinistra sia la più sgangherata e meno credibile che questo Paese abbia mai sperimentato nella storia delle sue istituzioni democratiche. Nel berlusconismo si agitano pulsioni autoritarie, fremiti di illegalità, insofferenze per le regole della democrazia che vengono da lontano, che si annidarono già nei progetti di Crispi e che affiorarono anche in età giolittiana: sempre, però, c'è stata una forte opposizione in grado di contrastarle nelle piazze e nelle aule parlamentari, almeno fino al crollo dello Stato liberale sotto l'urto di un fascismo che ricorse all'arma estrema della violenza squadristica. Oggi, di questi anticorpi, di questi antidoti in grado di contrastare le scelte populistiche di Berlusconi, se ne scorgono veramente pochi e quasi nessuno nel mondo della politica».
Ieri, alle manifestazioni per il 25 aprile, ho incontrato un sacco di vecchi compagni che non la smettevano mai di parlare di Gianfranco Fini. Anzi, di magnificare Gianfranco Fini.
In tutta la mattinata non ho mai, e dico mai, sentito nominare Pierluigi Bersani o il Pd.
Per dire come siamo messi: sui manifesti che il Comune di Monfalcone (il posto dove abito) fa affiggere in occasione del 25 aprile, quest'anno non è stata celebrata la festa della Liberazione ma una non meglio precisata “festa della Libertà”.
Sì, “festa della Libertà”: proprio come piace alla Destra italiana, proprio come piace ai revisionisti di tutte le scuole e confessioni, proprio come piace, da sempre, al nostro moderatismo delinquenziale.
Perché celebrando una generica libertà, e non la Liberazione, si può bellamente fare a meno di ricordare da chi ci si è liberati...
Il Comune di Monfalcone, per chi lo ignorasse, è un comune guidato (per quanto tempo ancora?) dal centrosinistra.
Questo solo per dire come siamo messi, solo per dire il livello.
6 commenti:
adesso non vorrei dire, ma gli annunci di google in fondo alla tua pagina (almeno quello che ho visto io, non so se cambiano ogni volta) dicono: "visita i luoghi sacri".
son cascati proprio nel posto giusto. o forse, a questo punto, voglion dire predappio.
ah, iero mi.
zimisce
Non c'è molto da commentare se non "quoto tutto"... purtroppo.
Allo stato attuale penso che un possibile cambiamento possa giungere solo dall'esterno, e tuttavia non tarderà ad accadere.
Certamente qua in Italia abbiamo la peggior destra d'Europa.
Ma anche la sinistra più inetta del Continente.
Guido KRANITZ? Eloquente la vignetta di VAURO: "Pierluigi, Fini a rotto coin Berlusconi, e noi? "E noi? Non facciamo un cazzo, come al solito!" Liam
a rotto con l'acca! Liam
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