sabato 6 marzo 2010

Destino final

Voglio segnalarvi un bell'articolo di Gigi Riva (no, non è quel gentiluomo di Rombo di Tuono: trattasi di omonimia) che compare sull'ultimo numero de L'espresso.
Ne I voli della morte si racconta di un lavoro investigativo lungo tre anni che ha consentito di scoprire otto nomi di piloti che negli anni Settanta parteciparono, in Argentina, a quei vuelos de la muerte con cui la giunta militare al potere a Buenos Aires tra il 1976 e il 1983 si sbarazzò dei corpi di almeno cinquemila desaparecidos: uomini e donne che furono gettati nell'Oceano Atlantico, tramortiti ma vivi, da aerei della Prefectura Naval Argentina.
Come raccontò al giornalista Horacio Verbitsky il capitano Adolfo Scilingo, che partecipò a due voli in cui trovarono la morte rispettivamente 13 e 17 prigionieri, «la decisione dei voli fu comunicata ufficialmente dal viceammiraglio dell'Armada Mendìa pochi giorni dopo il golpe del 1976. Ci è stato spiegato che le procedure per lo smistamento dei sovversivi nell'Armada si sarebbero svolte senza uniformi, indossando solo scarpe da ginnastica, jeans e magliette. I sovversivi non sarebbero stati fucilati per non aver gli stessi problemi avuti da Franco in Spagna e Pinochet in Cile».

I “sovversivi”, inghiottiti dai centri di detenzione illegale della dittatura (luoghi tristemente famosi come l'Esma, Virrey Ceballo, Club Atletico e quel Garage Olimpo a cui Marco Bechis ha dedicato un film straziante che finiva proprio con la scena di alcuni prigionieri che venivano caricati su un aereo che poi decollava), dopo essere stati torturati per giorni, settimane o anche mesi, venivano gettati in pasto ai pesci.

Grazie alla tenacia di un fotografo italiano, Giancarlo Ceraudo (al lavoro in Argentina per un suo progetto fotografico chiamato Destino final, che è il modo in cui le compagnie aeree nei Paesi di lingua spagnola indicano il punto di arrivo di un viaggio), di una giornalista cinquantatreenne molto popolare in Argentina, Miriam Lewin (sequestrata dalla polizia a 19 anni perché simpatizzante peronista ma sopravvissuta), e dell'attore, regista, produttore e pilota di aerei Enrique Piñeyro, sono stati ritrovati dei documenti preziosissimi. In pratica, i piani di volo degli assassini, con i nomi dei piloti, i velivoli e gli aeroporti usati, e in quali giorni: scrive Gigi Riva che i militari non li distrussero «perché avevano un senso profondo dell'impunità, perché credevano che quei brogliacci (...) non sarebbero più stati ritrovati».
Quei documenti, che sono stati messi a disposizione della giustizia argentina, «aprono la possibilità di portare alla sbarra i piloti dei voli della morte. (...) I parenti dei desaparecidos - scrive Riva - non hanno avuto nemmeno i corpi dei loro cari da piangere. Almeno vogliono guardare in faccia chi diede l'ordine di aprire il portellone: per buttarli in pasto ai pescecani».




P.S.
Segnalo volentieri questo articolo perché parla della giustizia degli uomini che alla fine trionfa.
Sapete, mi fa piacere pensare – oggi che la prepotenza e la menzogna hanno vinto nuovamente, in Italia, e nell'indifferenza dei più, come al solito - che la giustizia alla fine trioferà.
Alla faccia delle canaglie, ma soprattutto dei pavidi e dei vigliacchi.

6 commenti:

Alessio ha detto...

E Berlusconi disse a Napolitano: scateno la piazza

ROMA (6 marzo) - «Non ho bisogno della tua firma». Duro, durissimo Silvio Berlusconi al Capo dello Stato è arrivato a prospettare non solo l’inutilità della sua firma sotto al decreto legge, ma anche l’uso della piazza per contestare «una decisione che priva del diritto di voto milioni di cittadini».

La tensione con Giorgio Napolitano della sera precedente è stato di una durezza tale che solo ieri mattina è stato - forse soltanto in parte - recuperato il rapporto tra i due grazie alla telefonata che ieri mattina Gianni Letta ha imposto al Cavaliere: «Chiama Napolitano altrimenti non ne usciamo». Il consiglio del sottosegretario e di qualche ministro è stato raccolto dal presidente del Consiglio solo nella tarda mattinata.

http://www.gazzettino.it/articolo_app.php?id=27117&sez=ELEZIONI2010&npl=&desc_sez=

Questa fa il pari con il famoso decreto legge di sospensione dell'esito elettorale mai emanato il giorno dopo le elezioni 2006 (ma allora al colle c'era Ciampi...) e con quello sul caso Eluana

tic ha detto...

Se Napolitano non ce la fa più a reggere, a 'sto punto, si tolga dai piedi.

Alessandra ha detto...

Compro L'Espresso ogni venerdì e ho letto l'articolo di cui parli in questo bel post. Tra le varie cose orrende ce n'è una che mi ha colpito particolarmente, cioè che ancora oggi le squadre della morte esistono e possono agire indisturbate adottando gli stessi metodi degli anni '70. Orribile.
Una mia compagna di classe al liceo era figlia illegittima di uno di quei militari mostri(un colonnello o un generale, non ricordo bene). Scappò dall'Argentina con sua madre (napoletana emigrata), della quale portava il cognome per ovvie ragioni. Un giorno mi confessò, piangendo, che avrebbe voluto ammazzare suo padre con le sue stesse mani e che non sopportava più il pensiero che nelle sue vene scorresse il sangue di un omicida.
Ogni tanto mi capita di ripensare a lei e quell'articolo dell'Espresso ha evocato ricordi tristissimi.

Unknown ha detto...

Anche a me, Tic, piace molto pensare che alla fine la giustizia trionferà.
E uno dei motivi per i quali ho incontrato la fede cristiana è proprio questo.
E poi mi chiedo spesso: in alcune delle scelte decisive dela mia vita (stare nella sinistra liberal-socialista, stare nella chiesa protestante valdese) quanto conta anche un fatto? Anzi: una serie di fatti ricorrenti? Che (quand'ero piccolo) mio papà mi portava spesso al cinema a vedere i film western classici di Ford, Hawks e tanti altri? Pellicole popolati da personaggi dal forte senso della giustizia?

tic ha detto...

Alessandra si riferisce al caso di Julio Lopez, il teste chiave nel processo a Miguel Osvaldo Etchecolatz, l'ex direttore investigativo della polizia di Buenos Aires coinvolto in quella che è tristemente passata alla storia come "la notte delle matite spezzate", una mattanza di studenti poco più che ragazzini coinvolti, reggetevi forte, in una protesta per la riduzione del biglietto dell'autobus.
Julio Lopez è stato definito 'il primo desaparecido della democrazia argentina".

Quanto alla giustizia, Lucià, probabilmente aveva ragione Cecchelin.
"Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno giustiziati".
Ciò nonostante, noi...

Unknown ha detto...

E infatti, Tic, Gesù Cristo fu crocifisso.
Dopo un referendum tra lui e Barabba.
E quell'episodio dovrebbe sempre insegnare (lo spiega molto bene anche Zagrebelsky col suo eccellente libretto IL CRUCIFIGE E LA DEMOCRAZIA) a diffidare del populismo che manipola le folle utilizzando il silulacro del consenso.