Oggi, sul quotidiano Il Piccolo, pagina della cronaca di Monfalcone, la mia città (vabbè, dai: città... insomma...), è comparso un articolo, alquanto crepuscolare nei toni, che mi ha dato un pochino da pensare (tradotto: cinque minuti, non di più).
La crisi degli oratori abbandonati dai giovani: il titolo dice già tutto, quindi non sto lì a menarla con i contenuti.
La mia prima reazione è stata una battutaccia, facilissima peraltro e decisamente ignobile: “E ti credo che sono in crisi, gli oratori! Con tutto quello che si sente dire delle istituzioni educative della Chiesa cattolica, un giorno sì e l'altro pure - e pedofilia, e sadismo, ben che vada abuso di mezzi di correzione -, solo un padre irresponsabile o degenerato affiderebbe la propria creatura a un prete!”
La seconda reazione è stata invece citrulla assai: “Meglio! Meglio che se ne stiano ben lontani, i giovani, dalle fandonie e dalle superstizioni del papismo!” Ma mi son subito detto: “Vabbè, non vanno in oratorio, questi... ma dov'è che vanno? A spiaggiarsi in un centro commerciale come dei poveri capodogli che han perso la rotta, macchine desideranti che guardano le merci come le mucche guardano passare i treni? E me lo chiamate progresso, 'sta roba?”
Al terzo colpo son tornato in carreggiata (almeno spero).
Oratori vuoti, sante messe sempre meno partecipate, mettiamoci pure la crisi delle vocazioni...
Tutto ciò significa (almeno nel bel paese ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe) che avremo a che fare, in futuro, con una Chiesa sempre più impaurita e dunque ancor più aggressiva e rivendicativa di quanto già non sia.
Una Chiesa che, prevedibilmente, non potrà resistere alla tentazione di chiedere alla politica italiana - quindi allo Stato, che dovrebbe essere la casa di tutti, anche di chi cattolico non è - di aiutarla a risolvere i suoi problemi col mondo. Anzi, pretenderà che la politica lo faccia.
E la politica italiana come si comporterà, secondo voi? Eh?
La crisi degli oratori abbandonati dai giovani: il titolo dice già tutto, quindi non sto lì a menarla con i contenuti.
La mia prima reazione è stata una battutaccia, facilissima peraltro e decisamente ignobile: “E ti credo che sono in crisi, gli oratori! Con tutto quello che si sente dire delle istituzioni educative della Chiesa cattolica, un giorno sì e l'altro pure - e pedofilia, e sadismo, ben che vada abuso di mezzi di correzione -, solo un padre irresponsabile o degenerato affiderebbe la propria creatura a un prete!”
La seconda reazione è stata invece citrulla assai: “Meglio! Meglio che se ne stiano ben lontani, i giovani, dalle fandonie e dalle superstizioni del papismo!” Ma mi son subito detto: “Vabbè, non vanno in oratorio, questi... ma dov'è che vanno? A spiaggiarsi in un centro commerciale come dei poveri capodogli che han perso la rotta, macchine desideranti che guardano le merci come le mucche guardano passare i treni? E me lo chiamate progresso, 'sta roba?”
Al terzo colpo son tornato in carreggiata (almeno spero).
Oratori vuoti, sante messe sempre meno partecipate, mettiamoci pure la crisi delle vocazioni...
Tutto ciò significa (almeno nel bel paese ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe) che avremo a che fare, in futuro, con una Chiesa sempre più impaurita e dunque ancor più aggressiva e rivendicativa di quanto già non sia.
Una Chiesa che, prevedibilmente, non potrà resistere alla tentazione di chiedere alla politica italiana - quindi allo Stato, che dovrebbe essere la casa di tutti, anche di chi cattolico non è - di aiutarla a risolvere i suoi problemi col mondo. Anzi, pretenderà che la politica lo faccia.
E la politica italiana come si comporterà, secondo voi? Eh?
6 commenti:
La chiesa è un predatore in difficoltà. Morderà a sangue l'organismo che la nutre accelerandone il processo di estinzione. Dopodiché...
più aggressiva di com'è ora dici che sia possibile?
Sì. E' possibile.
Io da ragazzino andavo spesso in oratorio (preti) e in ricreatorio (Comune), a Trieste, rione di Roiano. Nessuno ha mai cercato di indottrinarmi oltre un certo limite e anche don Mario, don Sissot (il parroco) e don "non ricordo il nome" ci lasciavano giocare a pallone o a calcetto, a ping-pong oppure studiare in pace o starcene tra di noi, senza rompere le scatole con troppo catechismo.
E l'unica volta che qualcuno ha cercato di molestarmi è stato al cinema (una delle prime volte che ci sono andato da solo): sono subito andato a chiamare il bigliettatio ("c'è un signore che mi disturba"..."bravo mulo! Te gà fato ben a dirme!") che è accorso a fargli una ramanzina. Ovviamente il tizio ha negato dicendo che c'era un equivoco ma se n'è andato con la coda (e il cazzo) tra le gambe.
Insomma, si può frequentare un oratorio senza venir indottrinati o insidiati.
E venirne fuori valdese, laicisti, di sinistra ed eterosessuali.
Qualche tempo fa anch'io facevo parte di una setta che ti indottrinava, ti privava della libertà e in più era accusata di numerosi abusi, anche sessuali. Poi per fortuna mi sono sbattezzata.
Buona la terza!
Comunque oggigiorno meio in oratorio che per strada.
Se tendi a tigni i fioi in casa e lori sta volentieri, i gà tutto: Tv, musica playstation, PC, internet...
Lo sport (sel el xè) xè a pagamento (molto caro).
Co ierimo putei (me sembra de esser el noneto, quel del campanon) dalle elementari alle superiori no iera pomeriggio (a meno che no piovessi) che iero fora, prima in giardin poi in campetto poi in bar o in sala giochi, a giogar coi amici.
Adesso i fioi fora no me par de vederli più.
Ben venga l'oratorio: in casa i se rincoionisi sicuramente de più!
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