giovedì 16 ottobre 2008

Reality bites

Promemoria.
Secondo la Caritas, sono quindici milioni gli italiani a rischio povertà (leggasi: costretti a campare la vita con 600 euro al mese o poco più).
Il 48% del reddito nazionale è nelle mani del 20% delle famiglie più ricche del Paese. Il 20% delle famiglie più povere percepisce solo il 7% del reddito nazionale.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

c'è più gusto a essere italiani

Anonimo ha detto...

Qualche mese ammetto di essere a rischio povertà. Tipo questo ottobre che devo versare 2.500 euro all'Istituto pensionistico degi giornalisti, in mona della loro mare.

tic. ha detto...

Siamo in vena di francesismi, vedo...

Anonimo ha detto...

Eh sì... Come disse Napoleone a Giuseppina...

Tina ha detto...

Beh...
15 milioni su più o meno 54 milioni di abitanti...
Non male direi...
Mamma mia :/

Fabio Montale ha detto...

Questa e' una situazione particolarmente delicata, accentuata dalla crisi economica in corso. Ne' da dx ne' da sx si sa come affrontare la situazione, ed ecco che per non gettare la spugna e dichiararsi, entrambi, inadeguati, gli argomenti in voga sono tra i piu' coloriti (razzismo, sicurezza, scuola).
Sapete perche' il primo aiuto e' destinato alle banche e gli stati stanno tirando fuori tonnellate di denaro? Perche' oggi a non fidarsi sul mercato sono proprio le banche. Non si fidano l'una dell'altra e non si fidano dei governi, ergo decidono di non prestarsi piu' i soldi a vicenda. Mancando la liquidita' molte banche sono costrette a chiedere soldi ai debitori, ovvero le imprese, che avevano bisogno del prestito per investire o pagare i dipendenti. Quindi da una parte le imprese rischiano di saltare, dall'altra la borsa decide che il valore delle banche e' piu' basso di quello corrente (vista la domanda di liquidita') e le quotazioni crollano. A questo punto il governo aiuta le banche con finanziamenti (ovvero obbligazioni comprate molto sotto la parita', visto che il rating delle banche e' in discesa) e per farlo ha a sua volta bisogno di liquidita' che chiede a privati e non attraverso i titoli di stato.
Alla fine lo stato si fa prestare i soldi dai cittadini che paghera' il 4% per prestarli alle banche da cui guadagnera' il 15%.
Se non redistribuiscono siamo fritti.