Poca roba, secondo me.
Giusto la sua rivista, Alternative per il socialismo, che non ho mai letto né mai leggerò e nondimeno non ho alcuno scrupolo a definire illeggibile.
E forse un pugno di versi del povero, patetico Sandro Bondi, evocativi come il dito in gola prima del conato di vomito.
Eccoveli serviti (ma molti di voi li conosceranno già).
A Fausto Bertinotti, «comunista senza esserlo»
Immagini della storia
Orribile bellezza
Gloria mortale
Spenta pietà
Disperata speranza
10 commenti:
Beh, rimanendo in ambito di poesia, anche il Bondi è un peso massimo, a modo suo.
Quel "comunista senza esserlo" esprime una certa arguzia del buon Bondi...
Purtroppo la composizione si presta a qualche critica stilistica...
P.S: Alternative per il Socialismo è una bruttura patetica...
Più che un "comunista senza esserlo", secondo me Bertinotti era "il comunista di famiglia" (la famiglia del capo di Bondi, intendo).
MIO DIO.
Sandro Bondi studia per Brunello Robertetti (il poeta di Corrado Guzzanti)?
Sulla illeggibilità della rivista bertinottiana (illegibbilità a priori), condivido.
http://lucianoidefix.typepad.com/
Me lo ricordo. Quello che diceva "Rispetto i negri e gli omosessuali purchè i due fenomeni non si presenta contemporaneamente".
Fantastico.
Quello che esordiva dicendo: "Ora vi diche une poesia"
http://lucianoidefix.typepad.com/
Che cosa è rimasto di Fausto?
Mi ricordo una vignetta del Vernacoliere, risalente ai tempi in cui si sparlava della mummia di Lenin e della fine che avrebbe fatto con la recente caduta del muro di Berlino. La vignetta ritraeva Gorbachev a letto con la moglie:
"Bella mi' Raissa, però quarcosa di Lenin m'è rimasto"
E lei:
"Sì, l'uccello 'mbarzamato"
Immensa!
Ah, offender!
Il mio gemello di nick!
Di Fausto è rimasto l'infausto nome.
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