domenica 22 novembre 2009

The atrocity exhibition

Titolo in prima pagina su La Stampa di ieri: Papa Wojtyla si flagellava per penitenza.
A pagina 17, cose ghiottissime.
Innanzitutto la testimonianza della suora polacca Tobiana Sobódka, madre superiora delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù che prestavano servizio negli appartamenti papali in Vaticano ai tempi di Giovanni Paolo II: «Molto spesso si sottoponeva a penitenze corporali. Lo sentivamo, a Castel Gandolfo avevo la camera piuttosto vicina alla sua. Si avvertiva il suono dei colpi quando si flagellava».
Poi, a corredo del pezzo, un'incredibile parata di atrocità.
Dal XVI secolo di San Luigi Gonzaga, figlio del duca di Mantova, che «si flagellava per modo che le vesti, le pareti e il pavimento erano tinti di sangue», all'Ottocento del beato Pio IX che si colpiva ogni giorno con un frustino di cuoio (se ne conservano come reliquie dei frammenti).

Da papa Paolo VI che, come testimoniato dal suo segretario particolare, durante certe cerimonie «aveva i fianchi cinti da un cilicio con punte acuminate che penetravano nella sua carne per ricordarsi meglio della croce portata da Cristo per la redenzione del mondo», a San Josemaría Escrivá de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei.
E con San Josemaría, patrono dei franchisti, siamo davvero nell'empireo.

Così il suo successore, Alvaro del Portillo: «Abitualmente, senza spiegarne il motivo, ci chiedeva di uscire e di lasciarlo un po' solo nella stanza. Contai i forti colpi della sua disciplina: mille colpi violentissimi, cadenzati, sempre con la stessa violenza e lo stesso ritmo». E chissà cosa faceva, Alvaro del Portillo, mentre contava (fino a mille) i forti colpi della disciplina di Escrivá de Balaguer... «Il pavimento si copriva di sangue, ma egli stesso lo ripuliva prima che entrassimo».
E - per non farci mancare nulla, immagino - c'è pure la testimonianza del vescovo Javier Echevarría: «Il diabete non modificò orari e ritmi di lavoro. Quando il medico proibiva a Escrivá di usare il cilicio perché le ferite gli si infettavano facilmente, usava un frustino con cui si percuoteva vigorosamente».

A voi i commenti, io chiudo qua. Mi è venuta voglia di una bistecca al sangue.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Son pazzi questi cristiani...

peyota

Anonimo ha detto...

Mi sà che GP2 si fustigava per espiare (e ne aveva ben donde: schifezze dello IOR, caso Oralndi, caso Estermann, sono solo quelle tra più pesanti...)
Paolo VI non lo sò, forse anche lui per espiare (vox populi: Paolo VI, con gli occhiali, gà ...)
Escrivá si spiega da solo.

Comunque mica solo i cattolici si procurano dolore "gratuitamente", anche i politici di sinistra lo fanno molto volentieri!

yodosky ha detto...

GP" sembra il nome di un Gran Premio automobilistico.
E poi non capisco questa mania dell'espiare frustandosi e torturandosi. Non basta guardare un bel film western???
Uauauauauau!!

Unknown ha detto...

Anonimo: please, non generalizzare. Non usare le parole "cristiano" e "cattolico" come se fossero sinonimi.
A costo di esere noiosissimo per chi ha già sentito 'ste cose mille volte, io non mi stanco di ripeterlo e ri-ripeterlo.
Io sono valdese e con quest'armamentario di santini, fruste, cilici, tormenti, stimmate, piaghe, sofferenze, reliquie, patimenti autoinflitti, penitenze, confessioni, ossari, catacombe eccetera. non c'entro e non c'entriamo nulla.
Per il protestantesimo, Gesù Cristo "patì sotto Ponzio Pilato". Punto e basta. Non c'è nessun bisogno di rimettere in scena tutta la sua sofferenza: ce n'è già abbastanza (purtroppo) nelle nostre vite private e nella storia socio-politica. Ed è nostro compito di uomini e donne e di società di cercare di ridurre le ingiustizie e i dolori.
Aggiungere sofferenza (a meno che uno non sia masochista ma quella è una sua scelta sessuale) è una bestemmia contro Dio.

tic ha detto...

A me 'sta gente fa pena quando non fa orrore, Lucià.

Unknown ha detto...

Il dramma vero, Tic, è quando le fruste & il resto dell'armamentario lo rivolgono verso il prossimo. Fatto (purtroppo) non tanto infrequente nella storia dell'umanità.

Anonimo ha detto...

Luciano, la mia era una licenza poetica: "son pazzi questi cristiani" somiglia di più all'obelixiano "son pazzi questi romani". comunque converrai che l'insieme "cristiani" include anche i cattolici e quindi il mio commento, seppur generalizzante, è semanticamente corretto. Quindi non ho usato il termine "cristiani" come sinonimo di "cattolici", ma come macroclasse all inclusive.

Domanda da ignorante religioso: anche i valdesi usano il crocifisso? Presumo di sì ("sola gratia, sola fide, sola Scriptura, solus Christi"). secondo me, che posso svenire alla sola vista del sangue, è un simbolo abbastanza splatter e si sa che i simboli sono importanti. Dal pregare un corpo morente insanguinato appeso ad un croce, all'autoflagellazione per somigliare all'idolo appeso, il passo è breve, quasi logico. Sei proprio sicuro che nessun valdese usi il cilicio??

Da ateo/agnostico/se-dovessi-scegliere-una-religione-sarei-buddista-zen preferisco di gran lunga un panciuto Buddha. Meno violento, più pacifico, ispira riflessioni positive e non sofferenza.


peyota

yodosky ha detto...

Ah, io per me son pastafariana.

carla ha detto...

credevo di esser finita per sbaglio in uno dei best sellers di Dan Brown. L'albino che si flagella nel Codice da Vinci mi ha impressionato parecchio, e parlo del romanzo, non del film.
il crocifisso cattolico, quello con tutto il corpo di Gesù, mi ha anche sempre inquietato. Preferisco di gran lunga la nuda croce. In giro si vedono invece persino esemplari a colori con la riproduzione del sangue. Vero horror show.

Anonimo ha detto...

Luciano, il tuo vicino mi ha edotto che i valdesi usano solo la croce, nuda e cruda, senza feticismi. Chiedo venia e prometto che daro' l'8per1000 ai valdesi - finora devolvevo allo Stato, ma ormai mi sembra inutile.

peyota

Anonimo ha detto...

@ Yod
GP2 si firmava così nelle cartoline che mandava quando era in giro per il mondo, perchè non le fregassero.
Vera eh!
In fondo mi era simpatico.
@ anonimo
come ho già avuto modo di scrivere (pur non essendo valdese) dò a loro l'8 per 1000 perchè sono gli unici che utilizzano il 100% del denaro ricevuto in assistenza e beneficenza e 0 per il clero