giovedì 29 ottobre 2009
Parole celebri dalle mie parti (n.73)
martedì 27 ottobre 2009
Sic transit gloria strunzi
P.S.
Eh eh eh eh eh ehe eehhehhhehe ah ah ah ah ah ah ah!!! Buuaah ah ah ah ah ah!!! Ah ah ah!!! Ah ah ah ah ah!!! Buaaaaaaaaah ah ah ah ah ah ah ah ah ah aha!!!! Aaaaah ah ah ah ah ah ah ah!!! Ih ih ih ih ih ih ih ih!!! Ih ih ih ih ih!!! Oi oi oi!!! Madonnaaaah ah ah ah ah ah ah ah !!! Ah ah ah ah ah ah ah ah!!! Ah ah ah! Buaaaaah ah ah ah ah ah ah ah ah ah!!! Uhi uhi uhi!!! Ah ah ah ah ah aha aha ooooia oooiah ah ah ah ah ah ah!!! Il papà del piccolo Edoardoooh oho oho oh oh oho oho oho!!! Ohia ahia ahia ah ah ah ah ahahhaahahahahhha!!! Mamma mia, muoio... Muoio... Mollo la carica di sindaco ih ih ih ih ih ih ih!!! Mollo di fare il sindaco per stare con mio figlioooooooh oh oh oh oh oh!!! Oi oi oi oih ih ih ih ih ih ih ih ih !!! Ahia la pancia mia, ahia il mio povero pancino ahi aha ah aha ha ah ahhhhh!!! Basta, basta!!! Aiuto!!! Aiuto!!! Buaaaaah ah ah ah ah ah ah ah ah ah!!!!
sabato 24 ottobre 2009
Satori
È tipo un koan zen (un monaco disse a Joshu: "Sono nuovo del monastero. Ti prego di insegnarmi". Joshu domandò: "Hai mangiato la tua zuppa di riso?". Il monaco rispose: "L'ho mangiata ". Joshu disse: "Allora faresti bene a lavare la tua ciotola". In quel momento il monaco fu illuminato), è così?
venerdì 23 ottobre 2009
Al calduccio sotto le mie copertine (n.13)
mercoledì 21 ottobre 2009
Cupi presagi e politici lungimiranti
Mi ha molto colpito, sapete? Forse perché conosco diverse persone - italiani di una certa età - che, nei primi anni Settanta, dormirono sul serio fuori di casa, qualche notte: in alcuni momenti diciamo particolari, capitava che qualcuno, da Botteghe Oscure, chiedesse loro di farlo...
Sembra molto preoccupato, Sofri.
«Nemmeno un paesaggio jugoslavo è escluso da questa mappa che scherza con le ronde e il federalismo ad usum delphini. Da tempo, la domanda vera non è quella, esorcistica, “Dove andremo a finire?”, ma l'altra: “Dove siamo andati a finire?”».
Nel mio piccolo (nel mio infimo) me lo sono chiesto anch'io, qualche giorno fa: controllate un po' (Sansone e i filistei).
Probabilmente è una domanda del cacchio, mi spiace per Sofri (molto meno per me).
Sì, sì: il centro, il centro: che non sono i centristi di Casini, che vi credete, “ma il cuore della società italiana. Il più grande errore del centrosinistra è pensare che chi vota Berlusconi è il nostro nemico, il Pd deve recuperare il cuore del centro politico”.
Forte, no?
Ora, a parte che nel cuore della società italiana c'è, per dire, pure un sacco di evasione fiscale e contributiva e di illegalità diffusa - ed è esattamente per questo motivo che quel cuore così generoso, così puro, batte da un quindicennio (anzi, anzi: da mooolto tempo prima...) per il Silvio nazionale e per nessun altro - e poi, volendo, pure un bel po' di razzismo, e grettezza, e qualunquismo, e bestiale ignoranza; a parte tutto questo, cosa dovrei pensare dell'uomo politico Francesco Rutelli?
Che è decisamente troppo avanti perché io possa sperare di arrivare, un giorno, a capirlo? Ecco, ecco, la penso così...
lunedì 19 ottobre 2009
domenica 18 ottobre 2009
Sansone e i filistei
E a questo punto mi chiedo: quali sono, per D'Orsi, oggi come oggi, le due forze in campo nel nostro povero Paese?
Berlusconi e gli affaracci suoi contro... chi? L'ingegner De Benedetti e i suoi giornali?
E può dire quello che vuole, l'ottimo professor D'Orsi, ma io, nel mio piccolo, mi sentirei decisamente di escludere che da “questo tipo di contingenze storiche” possa nascere, qui e ora, nientemeno che una rivoluzione: come diceva quella canaglia di Mario Missiroli, “in Italia non si può fare la rivoluzione, perché ci conosciamo un po' tutti”.
Il che dovrebbe escludere, automaticamente, pure la controrivoluzione: giusto?
Detto ciò, com'è che sempre più spesso, negli ultimi tempi, sento evocare - e non in bar, ma in certi editoriali di giornale, in certi blog - la guerra civile tra gli italiani (contrariamente alle rivoluzioni, di guerre civili noi italiani siamo dei grandissimi esperti)?
Com'è che così tante persone – anche nei fogliacci della Destra: e questa cosa io la trovo molto significativa – hanno rievocato, in questi giorni, la scena finale de Il Caimano di Nanni Moretti?
Dov'è che siamo andati a cacciarci, mes amis?
venerdì 16 ottobre 2009
Parole celebri dalle mie parti (n.72)
(Guido Ceronetti)
mercoledì 14 ottobre 2009
Renato Vallanzasca
martedì 13 ottobre 2009
Fuori due
È un buon segno, in fondo. Significa che l'arte di prendermi troppo sul serio non l'ho ancora imparata, nonostante tutto (nonostante il blogghe).
Detto ciò, dopo due anni siamo ancora qui, gente mia bella gente: io e quel bel tomo del mio nume tutelare.
lunedì 12 ottobre 2009
Di autobiografie e guru
Ovvero, sopravviverà il berlusconismo al suo papi fondatore?
Secondo Crainz, sì: e sarà molto duro liberarsene.
Così vi ho raccontato la fine del libro. Ma voi siate saggi: leggetelo ugualmente.
Non è, il nostro, un tifoso dell'ideologia dell'eterno «carattere nazionale» come ipotesi da cui partire per spiegare il disastro odierno, e lo dice da subito: si mostra perfettamente consapevole della difficoltà di sottrarsi al fascino del testo più citato nelle interpretazioni di lungo periodo della nostra storia nazionale - e cioè il Discorso sopra lo stato presente del costume degl'italiani, di Giacomo Leopardi - “senza considerare, naturalmente, le evocazioni della nostra congenita propensione al «particulare» o le multiformi argomentazioni di una antica e consolidata pubblicistica portata a insistere sui nostri tratti eterni”; è perfettamente consapevole della difficoltà di sottrarsi al fascino di certe sirene ( e che sirene!), dicevo, ma ci riesce secondo me in modo egregio e lo fa cercando semplicemente di restare ai nudi fatti.
La pagina più agghiacciante per il vostro affezionatissimo?
No contest: a un certo punto Crainz ricorda un'omelia di Eugenio Scalfari (in la Repubblica, 15 dicembre 1987). Sentite un po'.
venerdì 9 ottobre 2009
Meno male che la Costituzione c'è!
Io, che sono un cinico bastardo, le rispondo più o meno che sputerei volentieri in faccia non tanto a Gaglione e a Villari, quanto a chi li ha candidati, 'sti due zozzi impuniti.
Secondo mia moglie ci vorrebbe un regolamento parlamentare che imponga le dimissioni dall'Assemblea stans pede in uno a gente che ha tradito il mandato degli elettori e il gruppo parlamentare in cui è stata eletta.
Io le rispondo che non si può mica fare, eh no! L'articolo 67 della Costituzione non lo consente! Lo conoscete l'articolo 67 della Costituzione, nevvero?
Poi, visto che sono un cinico bastardo, scoppio a ridere sguaiatamente.
mercoledì 7 ottobre 2009
Al calduccio sotto le mie copertine (n.12)
lunedì 5 ottobre 2009
La delusione del fan
Uhm... Uff... Ecco.
Bastardi senza gloria è senz'altro un bel giocattolone (un bel giocattolone di cui ci si stanca però molto in fretta) ma è più vuoto della capoccia di Giovanna Melandri.
Con una sola scena – quella del bar/scantinato – da antologia tarantiniana in mezzo a un bel po' di melina citazionista da cinefili terminali (e però è bello che qualcuno si ricordi, ogni tanto, di Robert Aldrich, anche se i più, ahiloro, indubbiamente non avranno colto...) e ai soliti dialoghi tra l'assurdo e il delirante (ma Quentin Tarantino ne ha scritti di ben più pirotecnici, in passato: questo mi pare innegabile).
Che altro?
Una mezza delusione, insomma.
domenica 4 ottobre 2009
Sunset Boulevard (di Billy Wilder)
venerdì 2 ottobre 2009
Italianiiii!!!
Niente di particolarmente illuminante, in realtà. Un bignamino, il suo, se posso permettermi (si fa per dire: lo so benissimo, in realtà, che non posso proprio).
E insomma, il ragionamento di Galli muove dalla parola 'partito'. Il partito sarebbe, lo dice la parola stessa, “una parte, (...) un'entità che si riconosce limitata e inserita in un contesto più vasto”.
Questo contesto più vasto è la democrazia, e che altro se no?
Il partito esprime “interessi determinati, anche se estesi, punti di vista particolari, anche se generosamente universalistici; e si contrappone ad altre parti, ad altri partiti, ad altri interessi, in una dialettica regolata dalle leggi e dalle istituzioni democratiche”.
Invece Silvio Berlusconi del Pdl dice: “Noi siamo un popolo, non un partito”, ovvero noi siamo tutta l'Italia, non una sua parte. E quindi chi è contro di noi è contro l'Italia.
Berlusconi si appella al popolo, sostiene Galli, “contro partiti e istituzioni, viste come mediazioni che frenano e limitano l'immediatezza, la spontaneità e la vitalità dell'energia popolare”, ed evoca “la forza semplice e incorrotta della 'gente' contro i professionisti della politica, contro gli intellettuali, contro le élites”. Contro l'establishment, in una parola...
Niente di inedito, nevvero? Tutte cose che si sanno.
Oggi, sempre sulla solita Repubblica, ne ha scritto pure il Curzio Maltese. Titolo: Se criticare Berlusconi ci trasforma in «anti-italiani».
Ebbene, prestate un po' d'attenzione, adesso...
"(ANSA) - ROMA, 30 SETTEMBRE - 'Penso che Penati sia un irresponsabile che non vuole bene al proprio partito ma soprattutto non vuole bene all'Italia. Delegittimare adesso chi e' segretario fino al 25 ottobre mette noi italiani in difficoltà. Almeno quella parte dell'Italia che vuole fare opposizione seriamente'. Lo ha detto l'eurodeputata del Pd Debora Serracchiani, intervistata alla trasmissione 'Il fatto del giorno' su Rai2".
Ora, al di là del casus belli - il coordinatore della mozione Bersani, Penati, visti gli ottimi risultati ottenuti dal suo boss nelle primarie tra gli iscritti del famoso Partito democratico, ha pensato bene di intimare la resa prima del tempo, ovvero prima del 25 ottobre, al segretario in carica, Dario Franceschini: il 25 ottobre essendo, lo ricordo, la data fatidica delle primarie del pueblo che potrebbero sempre dar torto alla maggioranza degli iscritti al Piddì e tenere in sella Franceschini - e al di là delle evidenti difficoltà di Debora everybody's darling con i sillogismi, quale cultura politica rivelano, secondo voi, le parole della povera Serracchiani?
Come disse una volta quel mattacchione di Niels Bohr, “è molto difficile fare previsioni. Specie se riguardano il futuro”.
Epperò una previsione io la voglio ugualmente azzardare: questa notte, mes amis, sarà lunga. Mooolto lunga.