Ieri ho appreso la notizia della morte di Jim Carroll.
La prima volta che ne sentii parlare fu sul Mucchio Selvaggio (lo avreste mai detto?).
Era il 1982, il disco recensito si chiamava Dry Dreams: una bellissima copertina di letti sfatti in qualche camera newyorkese, un rock'n'roll duro e quadrato ma pure elegante la sua parte (il giro era quello di Patti Smith - grande amica di Carroll - e dei Blue Öyster Cult), un ragazzo cattolico in attesa della sua redenzione, una poesia da marciapiedi e vicoli bui, estrema propaggine della Beat Generation nell'epoca del punk rock e della new wave.
Ricordo che un paio di anni dopo chiesi al mio amico Lorenzo, che aveva la fortuna - beato lui - di potersene andare in vacanza a New York, di comprarmi The Basketball Diaries, il bildungsroman di Jim Carroll tra pallacanestro, droghe pesanti e marchette per procurarsele. Il libro venne tradotto in italiano solo molto più tardi.
La prima volta che ne sentii parlare fu sul Mucchio Selvaggio (lo avreste mai detto?).
Era il 1982, il disco recensito si chiamava Dry Dreams: una bellissima copertina di letti sfatti in qualche camera newyorkese, un rock'n'roll duro e quadrato ma pure elegante la sua parte (il giro era quello di Patti Smith - grande amica di Carroll - e dei Blue Öyster Cult), un ragazzo cattolico in attesa della sua redenzione, una poesia da marciapiedi e vicoli bui, estrema propaggine della Beat Generation nell'epoca del punk rock e della new wave.
Ricordo che un paio di anni dopo chiesi al mio amico Lorenzo, che aveva la fortuna - beato lui - di potersene andare in vacanza a New York, di comprarmi The Basketball Diaries, il bildungsroman di Jim Carroll tra pallacanestro, droghe pesanti e marchette per procurarsele. Il libro venne tradotto in italiano solo molto più tardi.
Questo solo per dirvi che, tra ieri e oggi, ho pensato spesso al 1982, al mio primo anno di liceo, a Jim Carroll, a quel suo disco dal titolo inquietante – Dry Dreams, i sogni asciutti: ovvero la crisi d'astinenza – e a quella canzone meravigliosa che si chiamava Rooms (ricordo che Mauro Zambellini, sul Mucchio, ne parlò come della più bella drug song dai tempi dei Velvet Underground e aveva ragione, ostia se ce l'aveva) che, in quei tempi da vinile, ascoltai fino a consumarne i solchi.
Sia lieve la terra a Jim Carroll.
I hear your shadow through the door
It's outlined on my shade
Like a map of some foreign shore
If I could keep that shadow,
I could live forever in these
Rooms, the rooms inside my dreams . . .
And dreams have kept me in these rooms
I've never seen her face
But I've memorized each sound . . .
The way the wind meets grace
When its shadows pull her gown
But I could never hear the whispers,
Voices cannot reach my room
I live inside my dreams, and dreams
Have locked me in these rooms
I have no sense of time,
Or even night and day.
I left my body
Somewhere, somehow it
Just got in the way
I guess I always knew
These rooms would all lead back to you.
14 commenti:
Scusa l'intrusione forse non propriamente in tema, ma credo che valga la pena di ricordare, in questa specie di "music room", che il 7 di questo mese cadeva il quarto anniversario della morte di Sergio Endrigo, un poeta e cantante di cui l'Italia dovrebbe andare fiera, se non fosse avvolta nel conformismo nazional-popolare alla Mike Bongiorno, che tutto ormai pervade ed invade.
Era uno vero, Endrigo.
Recentemente è mancato pure il grandissimo Willy De Ville, accidenti.
la terra sarà anche lieve, ma invece de radicio sburterà papaveri (da oppio)...
Cacchio ma perchè tutti questi ammirati e dannati (che per definizione quindi sono belli) devono avere dei vizi inenarrabili.
Forse per questo non sono mai stato interessante, mi manca il vizio!
Sergio Endrigo tra l'altro fa da colonna sonora a Tic ultimamente
"C'era una casa molto carina, senza sofitto senza cucina. Non si poteva entrarci dentro perche' non c'era il pavimento..."
Ma era lui che cantava la canzone della Casa dei Matti??? Me la ricordo alle elementari!! Oddio... è uno stato un shock quanto scoprire che Riki Gianco ha cantato la Robiola Osella!!!!!
E Nico Fidenco Don Ciack Castoro.
Vedendo 'sta sfilza di roba poi ti vien facile rispondere alla domanda di PK sui vizi....
E Patrizio Fariselli degli Area e dico: A R E A, che ha musicato le colonne sonore dei primi cartoni giapponesi?
Comunque "Via dei matti" non è una canzoncina pubblicitaria, ma una filastrocca scritta da Endrigo con il grande Vinicius de Moraes e Sergio Bardotti produttore musicale che scrisse anche altri successi come "Piazza grande" con Dalla.
Piccola incursione per dire al padrone di casa, al Barone, a Roberto che questa settimana ricorreva il 25o. Vi ho conosciuti 25 anni fa, bastardi (Kyuzo Bukkake no, con lui saranno 34 a dicembre).
Tanti auguri e ciapel in te'l q!
Eh, beh...
34 anni.
Mioddiomioddio...
anch'io ho conosciuto l'uomo circa 25 anni fà (forse 26). Non vi racconto cosa stava facendo...
...diciamo che era al telefono
Ma chi sarà mai, 'sto PK?
No problem,
dai Piria un piccolo sforzo!
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