Intervista al politologo Richard Perle su la Repubblica di venerdì 4 aprile.
Susanna Nirenstein lo presenta così: “I suoi nemici lo chiamano il Principe delle Tenebre, i suoi estimatori lo considerano una delle migliori menti politiche di Washington. Di sicuro Richard Perle ha giocato un ruolo cruciale sia durante la presidenza Reagan e la sua netta contrapposizione all'Urss (è da allora che, mentre era sottosegretario alla Difesa, gli affibbiarono quell'etichetta che evoca tutti i mali cospirativi del mondo), sia come consigliere del Pentagono di Bush (fino al 2004) nella scelta dell'attacco all'Iraq”.
Il Principe delle Tenebre è membro dell'American Enterprise Institute - uno dei più importanti ed influenti pensatoi della Destra americana – ed è considerato un capofila dei cosiddetti neocon e un falco di quelli tosti.
Alla domanda su cosa sarebbero realmente questi famigerati neocon, Perle ci stupisce subito: “Il termine è senza significato. Molti vi identificano gente che in realtà non ha niente in comune. E' diventato un modo per definire chi è stato in favore dell'invasione dell'Iraq. Ma la realtà è che la decisione fu presa non per le pressioni di qualcuno (...). A scegliere sono stati un presidente, un vicepresidente, un gabinetto della Difesa”.
Neocon, quindi, non vuol dir niente? “Un tempo si applicava a qualche intellettuale di sinistra che, dopo la II Guerra Mondiale, aveva capito la natura totalitaria dell'Urss. La parola fu inventata da Bill Kristol: neocon era per lui un liberal che aveva sbattuto la faccia contro la realtà, i gulag”.
Quindi lei dice, incalza la Nirenstein, che non c'è nessun gruppo di pensatori neocon. Perle risponde che no, “nessuna organizzazione. Ci sono delle opinioni condivise da alcuni intellettuali e pochi politici. L'idea centrale è semplice: i valori democratici sono fondamentali per una società civile e dovrebbero essere incoraggiati dovunque nel mondo. Ma non ha niente a che fare con l'uso della forza. Non siamo pacifisti, ma nemmeno guerrafondai. E comunque questi intellettuali non hanno avuto alcuna influenza sulle decisioni di Bush, che gli intellettuali li frequenta raramente”.
I chierici, negli States, non contano un cazzo, insomma. Qualcuno pensava di si?
O, per essere giusto un po' meno tranchant, nemmeno da quelle parti esistono intellettuali legislatori, ma solo intellettuali interpreti, per dirla con Zygmunt Bauman (che cito solo perché pare faccia un sacco fico citarlo): cioè interpreti ex post di decisioni prese da qualcun altro, vedete un po' voi da chi.
Susanna Nirenstein lo presenta così: “I suoi nemici lo chiamano il Principe delle Tenebre, i suoi estimatori lo considerano una delle migliori menti politiche di Washington. Di sicuro Richard Perle ha giocato un ruolo cruciale sia durante la presidenza Reagan e la sua netta contrapposizione all'Urss (è da allora che, mentre era sottosegretario alla Difesa, gli affibbiarono quell'etichetta che evoca tutti i mali cospirativi del mondo), sia come consigliere del Pentagono di Bush (fino al 2004) nella scelta dell'attacco all'Iraq”.
Il Principe delle Tenebre è membro dell'American Enterprise Institute - uno dei più importanti ed influenti pensatoi della Destra americana – ed è considerato un capofila dei cosiddetti neocon e un falco di quelli tosti.
Alla domanda su cosa sarebbero realmente questi famigerati neocon, Perle ci stupisce subito: “Il termine è senza significato. Molti vi identificano gente che in realtà non ha niente in comune. E' diventato un modo per definire chi è stato in favore dell'invasione dell'Iraq. Ma la realtà è che la decisione fu presa non per le pressioni di qualcuno (...). A scegliere sono stati un presidente, un vicepresidente, un gabinetto della Difesa”.
Neocon, quindi, non vuol dir niente? “Un tempo si applicava a qualche intellettuale di sinistra che, dopo la II Guerra Mondiale, aveva capito la natura totalitaria dell'Urss. La parola fu inventata da Bill Kristol: neocon era per lui un liberal che aveva sbattuto la faccia contro la realtà, i gulag”.
Quindi lei dice, incalza la Nirenstein, che non c'è nessun gruppo di pensatori neocon. Perle risponde che no, “nessuna organizzazione. Ci sono delle opinioni condivise da alcuni intellettuali e pochi politici. L'idea centrale è semplice: i valori democratici sono fondamentali per una società civile e dovrebbero essere incoraggiati dovunque nel mondo. Ma non ha niente a che fare con l'uso della forza. Non siamo pacifisti, ma nemmeno guerrafondai. E comunque questi intellettuali non hanno avuto alcuna influenza sulle decisioni di Bush, che gli intellettuali li frequenta raramente”.
I chierici, negli States, non contano un cazzo, insomma. Qualcuno pensava di si?
O, per essere giusto un po' meno tranchant, nemmeno da quelle parti esistono intellettuali legislatori, ma solo intellettuali interpreti, per dirla con Zygmunt Bauman (che cito solo perché pare faccia un sacco fico citarlo): cioè interpreti ex post di decisioni prese da qualcun altro, vedete un po' voi da chi.
Il mio problema sono state alcune risposte e alcune considerazioni che il cattivissimo Richard Perle butta lì.
In Iraq la situazione è un disastro? Secondo Perle, no. Egli sostiene anzi che “buona parte del paese sta bene” e chiede: “Perché poi chi ora vede un disastro in Iraq, non diceva quasi niente quando Saddam uccideva decine di migliaia di persone?”.
In Iraq la situazione è un disastro? Secondo Perle, no. Egli sostiene anzi che “buona parte del paese sta bene” e chiede: “Perché poi chi ora vede un disastro in Iraq, non diceva quasi niente quando Saddam uccideva decine di migliaia di persone?”.
Già, perché?
Poi il nostro (vabbè, fatemela passare) afferma: “L'Occidente può difendersi, identificare i terroristi, catturarli, ma la cosa più importante è il mondo islamico: sono loro a dover decidere se tollerare l'estremismo o rifiutarlo. Se lo respingeranno, gli jihadisti non troveranno acqua in cui nuotare. Ma se resteranno indifferenti o non si riterranno responsabili, gli islamisti andranno avanti. E' una battaglia di idee”.
Ehm... Io... Condivido.
Ocio a questa: “Quando l'Iran avrà il nucleare, lo vorranno anche i sauditi e tutti gli altri: si creerà una competizione atomica nell'area più instabile del mondo”.
E sarà così, poche storie.
Che ne pensate, voi?
Ve ne importa qualcosa?
Alla domanda della Susanna Nirenstein: “In Europa molti dicono che, se vuole fermare la violenza, Israele deve parlare con Hamas. La sua opinione?”, the Prince of Darkness risponde: “Hamas non vuole la pace: è votata alla distruzione di Israele. Nessuno dovrebbe essere spinto a trattare con un'organizzazione che nega il suo diritto ad esistere. Chi lo fa, evita di condannare gli obiettivi distruttivi di Hamas e i suoi metodi terroristi”.
“Che fare, allora?”
“A volte ci sono problemi che in un dato momento non possono essere risolti. In realtà esiste un livello più profondo del conflitto che i diplomatici vogliono ignorare, ed è la spinta all'odio e alla violenza. Ho visto tanti programmi per bambini alla tv palestinese con ragazzini di 6/7 anni che indossavano le cinture esplosive: che futuro ha un'infanzia cresciuta così? A chi suggerisce di trattare con Hamas, rispondo parlategli voi e ditegli di smettere”.
Alla domanda della Susanna Nirenstein: “In Europa molti dicono che, se vuole fermare la violenza, Israele deve parlare con Hamas. La sua opinione?”, the Prince of Darkness risponde: “Hamas non vuole la pace: è votata alla distruzione di Israele. Nessuno dovrebbe essere spinto a trattare con un'organizzazione che nega il suo diritto ad esistere. Chi lo fa, evita di condannare gli obiettivi distruttivi di Hamas e i suoi metodi terroristi”.
“Che fare, allora?”
“A volte ci sono problemi che in un dato momento non possono essere risolti. In realtà esiste un livello più profondo del conflitto che i diplomatici vogliono ignorare, ed è la spinta all'odio e alla violenza. Ho visto tanti programmi per bambini alla tv palestinese con ragazzini di 6/7 anni che indossavano le cinture esplosive: che futuro ha un'infanzia cresciuta così? A chi suggerisce di trattare con Hamas, rispondo parlategli voi e ditegli di smettere”.
Beh, mi dispiace per il tizio qui sotto, che io ho sempre stimato e seguito (anche nei - suoi... E un po' pure nei miei - momenti più bui), ma secondo me ha ragione Perle: con Hamas non si tratta. Almeno, non in questo momento...
Tra l'altro, li ho visti anch'io quei programmi della tv palestinese di cui rifersisce Perle: danno il voltastomaco, sapete?
Finale col botto: “La Fiera del libro di Torino. Perché Israele è così spesso l'obiettivo di boicottaggi nelle università, nei progetti culturali?”
“Ci sono tante dittature che meriterebbero i boicottaggi, eppure gli intellettuali di certa sinistra passano il tempo a chiedere di boicottare la democratica Israele. Per quella sinistra è una bancarotta morale”.
Beh, si sarà capito: su certe cose io sono perfettamente d'accordo con Perle.
Tra l'altro, li ho visti anch'io quei programmi della tv palestinese di cui rifersisce Perle: danno il voltastomaco, sapete?
Finale col botto: “La Fiera del libro di Torino. Perché Israele è così spesso l'obiettivo di boicottaggi nelle università, nei progetti culturali?”
“Ci sono tante dittature che meriterebbero i boicottaggi, eppure gli intellettuali di certa sinistra passano il tempo a chiedere di boicottare la democratica Israele. Per quella sinistra è una bancarotta morale”.
Beh, si sarà capito: su certe cose io sono perfettamente d'accordo con Perle.
Si, sono d'accordo con questa canaglia di destra.
Sono d'accordo con questo amico di assassini.
E adesso potete pure tirarmi addosso uova e verdure assortite.
Va di moda a sinistra, no?
E adesso potete pure tirarmi addosso uova e verdure assortite.
Va di moda a sinistra, no?
P.S.
Per farmi perdonare questa intemerata destroide, vi prometto che ascolterò per almeno cinquanta volte di seguito, in piedi, mano destra sul cuore, Sweet Neo Con dei Rolling Stones.
Conoscete?
You call yourself a Christian
I think that you’re a hypocrite
You say you are a patriot
I think that you’re a crock of shit
And listen, I love gasoline
I drink it every day
But it’s getting very pricey
And who is going to pay
How come you’re so wrong
My sweet neo con.... Yeah
It’s liberty for all
’Cause democracy’s our style
Unless you are against us
Then it’s prison without trial
But one thing that is certain
Life is good at Haliburton
If you’re really so astute
You should invest at Brown & Root.... Yeah
How come you’re so wrong
My sweet neo con...
E via andare...
Che Mick Jagger sia con voi.
10 commenti:
Con te comincia ad accadermi una cosa imbarazzante: la percentuale delle volte in cui sono d'accordo sta diventando preoccupantemente alta. In più: la sostanza e il peso di questa "essere d'accordo" è molto sostanziosa e molto pesante. Nel senso che condivido le fondamenta e non solo il terrazzo dell'edificio.
Perciò è ancora più importante trovare (e manifstare) motivi di perplessità.
Hammas. Non sto a ripetere tutto il discorso (che io e te sottoscriviamo) sui due stati e due paesi, sul diritto di Israele di esistere, sui torti e ragioni che stanno di qua e di là, sulla grandezza artistica e morale di Oz e Yehoshua e Grossmann e Shalev. Il punto: non è forse (sottolineo il dubitativo "forse") indispensabile agire diplomaticamente DENTRO Hamas, puntando a modificare le attuali posizione di Hamas? La loro intransigenza (se fosse tale, sarebbe inaccettabile) è però modificabile?
Comunque, preferisco prendere i pomodori che lanciarli. E ti dirò di più: essendo uno della sinistra riformista, preferirei ricevere i pomodori per difendere Borghezio o la Santanchè, piuttosto che tirarglieli.
Loro li devo sconfiggere con la politica. E poi, cazzo, i pomodori non si buttano via in quel modo barbarico. http://lucianoidefix.typepad.com/
Questo post mi è costato molto, Lucià...
Noterai che, dopo qualche ora, ho scelto di aggiungerci qualcosina...
Gli Stones.
Eh...
Questo povero blogghe mica si chiama come un disco solista di Keuth Richards per niente.
Quanto ai pomodori a Ferrara, conosco la tolleranza della sinistra radicale per averla sperimentata su di me, quando facevo l'assessore.
Non tirerei niente a nessuno, io.
Delle cose che non mi piacciono mi limito a parlare male.
Ma niente lanci di schifezze.
Ognuno si sceglie le canaglie che vuole, ma almeno la faccia senza sensi di colpa. Tic, non ti stai buttando a destra, tu sei di destra, solo che de Gaulle e Pompidou sono morti e la Thatcher è già con un piede nella fossa. Alla prossima.
Hai proprio ragione: il senso di colpa è solo un ridicolo impiccio, nella vita.
Il tuo commento sa di Woody Allen: "De Gaulle e Pompidou sono morti, la Thatcher ha un piede nella fossa e io non mi sento tanto bene".
Alla prossima.
nessun pomodoro, nessun insulto.
solo la constatazione che è per la rispettabile presenza di tanti che condividono le sue posizioni che non voterò PD dopo aver partecipato alla fase costituente.
Sei proprio convinto che siano in tanti, nel PD, a condividere le mie posizioni?
Io penso proprio di no...
Nel PD mi sembra si condividessero senza riserve certe scelte del ministro degli esteri D'Alema (a scanso di equivoci: una delle poche persone nel MIO partito della cui opinione mi importi qualcosa).
Io non le condivido.
Per me con Hamas non si deve parlare e punto.
Per me viene prima la sicurezza di Israele, poi tutto il resto.
Posso capire le posizioni del governo Prodi e di D'Alema(almeno credo...) ma non le condivido.
Sull'Iran, credo che sia interesse del mondo che Ahmadinejad non abbia l'atomica.
Magari sbaglierò, ma a me pare sbagliato permettere a quel demente di dotarsi di un arsenale nucleare.
E, per me, non vale nulla l'obiezione: perché gli U.S.A. e Israele si, e l'Iran no?
Gli U.S.A. e Israele sono democrazie (e lo sono molto PIU' dell'Italia, orpo di Bacco!), l'Iran è guidato da un pazzo.
Ad un pazzo non si deve permettere di giocare con le bombe atomiche.
P.S.
Insomma, se tu mi dicessi: "Io non voto PD proprio perché nel PD ci sei TU, tic. Brutto panzone filo-yankee, io voterò PD quando TU uscirai dal PD!!!", ecco, se tu mi dicessi questo lo capirei di più.
Così no.
Bah, se ce l'aveva Musharraf l'atomica, capisco che pure gli iraniani la vogliano. Che poi la stiano producendo, prova non ce n'è, anzi. Hanno bisogno dell'energia nucleare per potersi permettere di vendere gas e petrolio.
Tra l'altro, non lo guida Ahmadinejad, l'Iran. Lo guida Kahmenei. Che sarà pure un integralista religioso ma non è così idiota da tirarci le nucleari.
Ricordiamoci che l'Iran non è un paese nato ieri (non è il nostro amico Pakistan o la nostra amica Arabia Saudita, per intenderci). Son duemilacinquecento anni che questi signori sono sulla scena diplomatica internazionale, un po' di fiducia, orsù.
Beh, me ne vado a durmì, e visto che il discorso non è semplice prometto che ci tornerò sù appena mi riprendo.
ps
Forse il nostro amico Perle si riferisce a se stesso, parlando di quelli che "non dicevano quasi niente quando Saddam uccideva decine di migliaia di persone".
La foto è ben conosciuta, ma vale sempre la pena di tirarla fuori:
http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB82/
Visto il pedigree di mr. Richard, non credo lui fosse all'oscuro di quel che faceva l'amico Donald in quegli anni.
Khamenei, non Kahmenei, pardon.
Conoscevo la foto, e so perfettamente che Perle SAPEVA benissimo cosa faceva Saddam con l'amico americano .
Il punto è che Perle è una canaglia, ovvero un bel tomo che davanti ad un massacro può benissimo far finta di nulla.
Da lui non mi sento in dovere di aspettarmi un altro comportamento.
Non mi piace, però, che davanti ai massacri di Saddam, o a quelli del vecchio Assad (è lo stesso), sia stata la sinistra europea (mica solo la nostra scalcinatissima sinistra, quindi) ad aver fatto finta di nulla...
Si è sempre protestato di più, in Europa, contro il nucleare francese, molto poco contro quello cinese, e meno male che, parlando di Cina, qualcuno si sta salvando in corner con 'sta storia delle Olimpiadi...
Quello che voglio dire, insomma, è che certe battaglie potrebbero essere meglio combattute (con più credibilità, intendo) se i combattenti non apparissero a volte, come dire? Doppiopesisti?
Ecco.
Su Israele, non aggiungo nulla a quanto ho già scritto.
Infine, il mio post era un po' un cazzeggio (spero si sia capito), strumentale ad altro (épater le bourgeois di sinistra, o almeno, certi fatui e noiosi untorelli di sinistra. Che culturalmente è la MIA parte politica: perciò mi incazzo tanto) : so chi è Perle, e non da ieri l'altro.
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