“La sinistra ama la taranta, anzi la pizzica, non perché sia bella ma perché è chic. Ma non va a mare a Capitolo, spiaggia affollata e chiassosa, veracemente pugliese, che io invece frequento”.
In Italia con queste cacchiate ci balocchiamo da anni annorum. Sono appunto cacchiate, servono giusto a riempire mezza paginetta di quotidiano con un pezzo brillante (che so? Di quelli che la Repubblica richiede a Filippo Ceccarelli) e allora, direte voi, perché parlarne?
Ma perché Zalone è un comico, mi dicono, e in Italia è stata proprio la sinistra chic ad elevare i comici al rango di maîtres à penser anche se il povero Zalone evidentemente lo ignora.
La cosa, secondo me, è cominciata ai tempi del vecchio Cuore, quando furono moltissimi i lettori - forse qualcuno lo ricorderà - che, a più riprese, chiesero a Serra e compagni di “fare un partito”: lo avrebbero votato con la banda, garantivano.
Ed ecco allora che gliela si chiede ben volentieri, un'opinione, al maître à penser Checco Zalone.
- “Checco, Checco, tu che sei così comico, che ci dici degli chic che schizzano la chiassosa Capitolo?”
- “Ma tutto il male possibile, ovviamente! Capitolo, spiaggia affollata e chiassosa, veracemente pugliese, io la frequento eccome!!!”
Evvai...
Io conosco un sacco di gente che vota per la sinistra (che poi non è mica una cosa sola, tra l'altro, 'sta famosa sinistra) e che la taranta, anzi la pizzica, non solo non la ama niente, ma non sa nemmeno cosa sia.
Ora, su queste cacchiate, effettivamente, non meriterebbe scrivere nemmeno una virgola, se non fosse che a sinistra (non in tutta la sinistra... che poi non è mica una cosa sola, nevvero?) abbiamo maturato, negli ultimi anni, un bel po' di senso di colpa per la nostra famosa cultura (???) da ceti medi riflessivi, noi che una volta eravamo i partiti di riferimento per quelle classi popolari che in questi giorni stanno affollando le sale dei cinema dove si proietta Natale a Beverly Hills (facendosi un baffo, evidentemente, di quel cinema d'essai che allieta le nostre meravigliose serate da segaioli). Quel senso di colpa che ha fatto dire al Bersani "basta alla puzza sotto al naso della sinistra, ci deve piacere la gente che guarda Rete4".
E anche lui, come il povero Checco Zalone, generalizza alquanto, no? La sinistra ha la puzza sotto al naso?
Ma io conosco un sacco di gente di sinistra che guarda Rete4, caro Bersani... E conosco, pensa un po', persino della gente che alle ultime politiche ha votato per dei partiti di sinistra e che oggi, proprio oggi, se n'è andata al multisala a cuccarsi beata il cinepanettone di quest'anno.
Mio padre, che ha solo la quinta elementare, insistette molto, al tempo, perché io studiassi e prendessi quella cazzo di laurea che ha fatto di me un professore fighetto di quelli che mai e poi mai andrebbero a mare a Capitolo, spiaggia pugliese affollata e chiassosa.
Chissà perché insisteva tanto, pover'uomo, ma io comunque ho un enorme rispetto per lui.
Come diceva Noventa, è un errore infantile, “che è di quasi tutti gli uomini, ma non dev'essere mai di chi si pone come capo o come maestro”, quello del non saper guardare i propri genitori in faccia: l'errore del "credersi liberi, cioè, dalla propria tradizione familiare a scuola o a spasso...”.
Nella mia tradizione familiare c'è un papà, nato poverissimo, che credeva (e ancora crede...) nel potere e nel valore della cultura.
Nella tradizione familiare di Umberto Bossi non so cosa ci sia e devo proprio confessarvi che non me ne frega un cazzo.
So però che se fosse capitato a me, com'è capitato al figlio di Bossi, d'essere bocciato per tre volte consecutive all'esame di maturità, a quest'ora camminerei zoppo perché il mio babbo mi avrebbe storpiato...
Invece conosco bene, purtroppo, la brutta razza di esangui vigliacchi che sta guidando la sinistra italiana, o quello che ne rimane, in questo particolare momento storico.
E dicendo questo io non sto generalizzando.
“Ci deve piacere la gente che guarda Rete4?”. Ma non dire cazzate, va...