Andrea Tarquini, per la Repubblica, ha intervistato il filosofo ungherese Gàspàr Miklós Tamàs.
Titolo: “Sta nascendo qui a Budapest il nuovo fascismo europeo”.
Tamàs viene presentato come un “padre del dissenso sotto il comunismo, filosofo e docente, forse la massima voce critica del paese. Perseguitato dal vecchio regime, oggi subisce minacce quasi quotidiane”. Dice di aver rinnegato se stesso: «sono stato liberale per una vita, ora sono marxista. Vorrei più libertà e giustizia. I miei compatrioti hanno altri desideri».
Quali?
«Il sistema democratico non ha riconoscimento né legittimazione, neanche i più onesti leader dei partiti democratici vi credono. Povertà, crimine, sono problemi reali. La gente allora prende in mano la legge: ecco la Guardia magiara, un secondo stato. Ecco i sindaci delle regioni povere che si arrogano il diritto di negare il sussidio ai rom o ai poveri disoccupati».
Se magari vi è venuto in mente qualcosa, siete solo dei malpensanti: qui da noi sono i sindaci delle regioni ricche, non quelli delle regioni povere, a volere le ronde e a rompere i coglioni ai poveracci, e quindi dei paralleli con la situazione ungherese non sono mica possibili. Eh, no... Ma andiamo avanti.
Vede un futuro di fascismo?
«Il futuro ne avrà una dose un po' più forte del presente. La destra estrema è giovane. Jobbik è nato come organizzazione studentesca. Quasi un '68 a rovescio: la paura del declassamento sociale, la competizione con i più poveri per i magri aiuti statali, spingono i giovani a rivolte ed estremismo. Non capiscono che l'oppressione per alcuni diventa poi l'oppressione di tutti».
Torna il fascismo del passato?
«È un fascismo diverso. Non hanno bisogno di militarismo, di sogni di guerra o idee totalitarie. È un fascismo difensivo, non offensivo, quindi più attraente. Non passeggero, può radicarsi. Non gli serve un partito unico, esprime il panico della middle class, introduce una lotta di classe dall'alto contro i più deboli. Simile agli anni venti è l'odio verso la libertà. E per i perdenti. È un problema acuto in tutto l'Est: qui il capitalismo democratico, per cui lottai per decenni, ha fallito. Le maggioranze a Est ritengono che prima dell'89 si stesse meglio. Tutti sapevano di non essere liberi. Ma il sistema garantiva stabilità, società proletarie, plebee, ma quasi senza crimine, egalitarie nella cultura e non solo nell'economia. E non avevano come valore costitutivo il disprezzo per i deboli».
Non so a voi, ma a me a questo punto son venuti i brividi. Gli stessi, ma proprio uguali uguali, che provai qualche mese fa quando dei ragazzini appena tredicenni mi confidarono che detestavano gli immigrati perché, testuale, “sono vestiti sempre da schifo” e inoltre “puzzano”.
Simpatico, no? Trattasi del famoso Zeitgeist, come lo chiamava Hegel che ci aveva confidenza.
E beccatevi ancora questa, che poi chiudo: «Una volta un gruppo di ultrà mi ha salutato sotto casa gridando “Heil Hitler”, ma è normale che signore cinquantenni, tranquille borghesi cattoliche, o eleganti giovani yuppies, riconoscendomi mi dicano che dovrei essere impiccato. A ogni intervista a media stranieri mi accusano di calunniare la patria”.
Titolo: “Sta nascendo qui a Budapest il nuovo fascismo europeo”.
Tamàs viene presentato come un “padre del dissenso sotto il comunismo, filosofo e docente, forse la massima voce critica del paese. Perseguitato dal vecchio regime, oggi subisce minacce quasi quotidiane”. Dice di aver rinnegato se stesso: «sono stato liberale per una vita, ora sono marxista. Vorrei più libertà e giustizia. I miei compatrioti hanno altri desideri».
Quali?
«Il sistema democratico non ha riconoscimento né legittimazione, neanche i più onesti leader dei partiti democratici vi credono. Povertà, crimine, sono problemi reali. La gente allora prende in mano la legge: ecco la Guardia magiara, un secondo stato. Ecco i sindaci delle regioni povere che si arrogano il diritto di negare il sussidio ai rom o ai poveri disoccupati».
Se magari vi è venuto in mente qualcosa, siete solo dei malpensanti: qui da noi sono i sindaci delle regioni ricche, non quelli delle regioni povere, a volere le ronde e a rompere i coglioni ai poveracci, e quindi dei paralleli con la situazione ungherese non sono mica possibili. Eh, no... Ma andiamo avanti.
Vede un futuro di fascismo?
«Il futuro ne avrà una dose un po' più forte del presente. La destra estrema è giovane. Jobbik è nato come organizzazione studentesca. Quasi un '68 a rovescio: la paura del declassamento sociale, la competizione con i più poveri per i magri aiuti statali, spingono i giovani a rivolte ed estremismo. Non capiscono che l'oppressione per alcuni diventa poi l'oppressione di tutti».
Torna il fascismo del passato?
«È un fascismo diverso. Non hanno bisogno di militarismo, di sogni di guerra o idee totalitarie. È un fascismo difensivo, non offensivo, quindi più attraente. Non passeggero, può radicarsi. Non gli serve un partito unico, esprime il panico della middle class, introduce una lotta di classe dall'alto contro i più deboli. Simile agli anni venti è l'odio verso la libertà. E per i perdenti. È un problema acuto in tutto l'Est: qui il capitalismo democratico, per cui lottai per decenni, ha fallito. Le maggioranze a Est ritengono che prima dell'89 si stesse meglio. Tutti sapevano di non essere liberi. Ma il sistema garantiva stabilità, società proletarie, plebee, ma quasi senza crimine, egalitarie nella cultura e non solo nell'economia. E non avevano come valore costitutivo il disprezzo per i deboli».
Non so a voi, ma a me a questo punto son venuti i brividi. Gli stessi, ma proprio uguali uguali, che provai qualche mese fa quando dei ragazzini appena tredicenni mi confidarono che detestavano gli immigrati perché, testuale, “sono vestiti sempre da schifo” e inoltre “puzzano”.
Simpatico, no? Trattasi del famoso Zeitgeist, come lo chiamava Hegel che ci aveva confidenza.
E beccatevi ancora questa, che poi chiudo: «Una volta un gruppo di ultrà mi ha salutato sotto casa gridando “Heil Hitler”, ma è normale che signore cinquantenni, tranquille borghesi cattoliche, o eleganti giovani yuppies, riconoscendomi mi dicano che dovrei essere impiccato. A ogni intervista a media stranieri mi accusano di calunniare la patria”.
10 commenti:
Il problema è che la lega sta sulla strada. Gli altri partiti no. Tutto il resto è conseguenza. Il paese è reale, ma il Pd non se ne accorge.
sto leggendo la biografia di Hitler di Joachim Fest. inutile dire che diversi passaggi sull'ascesa del partito nella Baviera degli anni venti facciano davvero spavento, pensando al contesto odierno. Mala tempora currunt, mastro Tic.
@ Menfredi: d'accordo con te (sui problemi e il Pd che a volte non se ne accorge), ma la quantistica dimostra che a volte ci sono soluzioni differenti per un problema complesso.
Soluzioni stupide e soluzioni intelligenti, oseri dire.
Spesso la sinistra italiana vive sulle nuvole. Reimpariamo dunque a conoscere il territorio e a viverci. Però cerchiamo di fare attenzione a chi sta sulla strada, come la Lega. Non è per nulla detto che il popolo o la maggioranza abbia sempre e comunque ragione.
Io, da cristiano valdese, ho sempre presente la lezione democratica e antiplebiscitaria del "Gesù o Barabba". (Su questo tema, c'è un eccellente libretto di Gustavo Zagrebelski, IL CRUCIFIGE E LA DEMOCRAZIA.
Insomma mi bastava stare sulla riva del fiume...
Ma che riva del fiume e riva del fiume!
Qui la cosa più significativa è la faccia del povero Bortolotti.
Anzi, quella non è mica una faccia: è un trattato di antropologia culturale.
Ho cercato Bortolotti: sindaco (sceriffo!) di Azzano Decimo, cacciatore, aderente a Caccia Sostenibile. Il primo sito che compare su google regala questa chicca:
Re:Enzo Bortolotti (Lega Nord) aderisce al Manifesto FACE
ma brutti figli di puttana v'infilo io un pallino nel culo e voglio vedere quanto poi vi divertirete ad ammazzare bestie innocenti! Sono cose da proporre in parlamento??Non abbiamo forse problemi più grandi che ci affliggono????
da diocan 09/06/2009 23.04"
Cacchio questo commento avrei potuto scriverlo io. Ma non sono stata.
Comunque Bortolotti lo vidi dal vivo a Trst questa estate; Egli parlava assieme all'assessore regionale alla Sicurezza che si diceva preoccupata dai nomadi che rapiscono i bambini per prelevargli il rene. E le vecchine impellicciate anche in agosto applaudivano e battevano le mani.
Io tra me e me cantavo Mio cuggino mio cuggino di Elio.
Per come la vedo io, passeremo in tempi rapidi da un'economia di "vacche grasse" ad una di "vacche magre" (non escludendo di pervenire, prima o poi, ad un'economia "senza vacche").
In questo contesto la risposta più semplice ed a portata di idiota è di tutelare i propri privilegi a discapito degli altri, e non faccio fatica ad immaginare che sarà quella più gettonata da questo paese disgraziato (e coatto).
Seguirà una "sveglia" a base di elevata conflittualità sociale, deperimento drastico della qualità della vita, violenza, degrado, distruzione, ed alla fine, quando qualcuno si alzerà per dire "siete dei cretini a comportarvi così" la maggior parte, di fronte all'evidenza dei fatti, accetterà questa conclusione e rimetterà in discussione l'idea iniziale.
Insomma, per dirla coi cinesi, ci attendono "tempi interessanti"... brrr...
Pure io vedo e prevedo merda, merda a palate, piogge di merda.
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