domenica 19 aprile 2009

Melissa e melassa

“Lei lo aspetta impaziente all'entrata della tendopoli.
Tutta bianca, scarpe da ginnastica, grandi occhi azzurri e i capelli castani legati in una lunga coda. Melissa, otto anni, la mascotte del campo allestito a Pianola, accoglie così il presidente del Consiglio. Armata di quaderno a righe e una piccola penna blu, la bimba saluta Berlusconi e non lo lascia più. Lui la nomina "sua segretaria" e lei, per tutta risposta, accetta”.

Così il quotidiano romano Il Tempo che, senza vergogna alcuna (ovviamente...), così prosegue: “Il Cavaliere arriva poco prima dell'ora di pranzo. È la sua settima visita in Abruzzo dopo il giorno del sisma. Saluta le signore sedute su alcune sedie, stringe mani, ringrazia i volontari, «gli angeli» che lavorano nei tanti campi allestiti. Melissa resta sempre accanto a lui. Il Cavaliere si ferma a parlare con alcuni bambini che lo accolgono gridando «Silvio Silvio». Una signora anziana chiede: «Presidente gli aiuti devono andare direttamente a noi altrimenti se li rubano...». Il leader del Pdl si gira verso la bambina e le dice di prendere appunti. «Non c'è bisogno io ricordo tutto» replica, ripetendo tutto quello che ha sentito. Allora il capo del governo scherza: «Vuol dire che ti affiderò la conduzione di un programma televisivo». E Melissa ribatte: «Già l'ho fatto». Poi il premier fa una battuta sulla sua età e lei: «Ma tu non sei vecchio...». Berlusconi non ha dubbi: «Allora vuol dire che ti assumo davvero». Al centro del campo c'è una grande tenda bianca, gestita da un gruppo di volontari calabresi. Sotto ci sono tavoli e sedie per tutti. Sarebbe la mensa, ma anche la sala giochi per i ragazzi, quella di ricreazione per le famiglie, la sala riunioni per gli uomini della Protezione civile. Melissa accompagna Berlusconi all'interno e i due continuano a farsi spalla a vicenda, lui e la sua assistente per un giorno fanno gioco di squadra. Tante mamme con i bambini piccoli in braccio si avvicinano e Melissa presenta tutti con i loro nomi. Un papà chiede aiuto al capo del governo per rivedere i suoi figli. Berlusconi strappa dal quaderno della bambina: «Non ti preoccupare, dopo te li rimborso». Il campo composto da 94 tende, 513 ospiti, di cui 41 bambini e 120 anziani, è gestito dai volontari dell'Arci. Berlusconi ci scherza su: «Siete bravissimi, lo so che siete di sinistra, ma qui siamo tutti uniti, non ci sono differenze». E a chi chiede se lo spirito unitario mostrato in questo terremoto potrà essere conservato in futuro, tra maggioranza e opposizione, il premier risponde: «Ne sarei arci-felice, speriamo».

Così scrive oggi il malvagio Eugenio Scalfari, nella sua famigerata omelia domenicale sul quotidiano la Repubblica: “Il controllo dei «media» non serve soltanto a procacciar voti ma soprattutto a trasformare l'antropologia d'una nazione. Ed è questa trasformazione che ha imbarbarito la nostra società, l'ha de-costruita, de-politicizzata, frantumata, resa sensibile soltanto a precarie emozioni e insensibile alla logica e alla razionalità”.
Insomma... come faceva, quella? “Capire tu non puoi/ tu chiamale se vuoi/ emozioni”?
Ecco.

Sapete che vi dico? Forse Battisti non era di destra, ma le emozioni sì: le emozioni erano, sono e sempre saranno di destra.
P.S.
Mi han sempre fatto cagare, le canzoni di Battisti.

8 commenti:

Unknown ha detto...

Che bello: per una volta, finalmente, non sono completamente d'accordo con Tic.
Intendiamoci, però: condivido in pieno tutta la prima parte del post. E ribadisco il mio pensiero: Berlusconi ha contribuito a modificare (in peggio, tremendamente in peggio) l'antropologia (già tendente all'incivile) degli italiani. Non sono invece d'accordo su Battisti e sulle emozioni (anche se l'omonima canzone l'ho spesso l'ho detestata, essa sì destrorsa e fascistoide). Le emozioni (non quelle scritte da Mogol nella canzone): non sono nè di destra nè di sinistra, sono solo umane (e animali). Però di destra può essere l'uso che delle emozioni si fa: quando si solleticano i peggiori tasti (odio, paura, diffidenza, egoismo, meschinità, razzismo, ignoranza, rassegmazione, invidia...), si fa un pessimo servizio alla politica e alle persone. Ma se le emozioni toccate sono altre (compassione, solidarietà, ribellione all'ingiustizia, allegria, curiosità, voglia di imparare) si fa qualcosa di positivo.
BATTISTI: nel 1968, quando lui cominciò ad affermarsi, io avevo 14anni e dunque le sue canzoni hanno segnato la mia adolescenza e la mia prima giovinezza, amori, scuola, vacanze, delusioni, speranze, impegno politico, amicizie, scoperta della musica...Ma se adesso (a 55 anni) continuo ad apprezzare (oltre al rock, al jazz e al blues) anche Battisti è per la qualità dei suoi dischi, arrangiamenti, melodie, ritmi, importanza sulla musica italiana, canto (lo trovo eccezionale, come vocalist), forti legami con la musica rock e pop di quegli anni, crescente voglia di sperimentare (gli album del periodo con Panella)...

tic. ha detto...

Al di là di Battisti, il mio vero cruccio, in questi anni, è stato lo spettacolo, terribile, della resa totale della Sinistra al modello incarnato da Berlusconi.
Pensa solo, Luciano, al significato di una candidatura come quella di David Sassoli alle europee: li candidiamo in quanto volti, anche noi.
E il veltronismo nella sua essenza?
Televisione (i meravigliosi giri RAI romani) e sogni...
Anzi: dreams!
Peccato che uno come il reverendo King, oltre ai sogni, avesse anche 'blood and guts'.

Unknown ha detto...

Anch'io me lo domandavo: che senso ha, candidare Sassoli? Che sarà pure (non ho elementi per dir nulla) una brava persona. Però, santocielo!, passa sempre quesa subalternità al modello berlusconide dell'apparenza, della tivù come centro del mondo. O la sinistra comincia a rendersi conto che l'alternativa è innanzitutto alternativa culturale (ins enso ampio), oppure perderemo sempre. Perchè accettiamo di confrontarci sul terreno dei nostri avversari, dentro i loro frames (cornici di riferimento).

L'Uomo Tigre ha detto...

ha trasformato una disgrazia in un grande palco che amplifica e moltiplica la sua figura.
cosa impossibile, se non si hanno a disposizione le televisioni.
ma si sa, la questione del conflitto di interessi non era urgente ne così importante.
ce lo teniamo fino alla morte (sua).
(no, forse nostra)

tic ha detto...

A proposito del conflitto di interessi come questione irrilevante, oggi è il compleanno di D'Alema...

Adespoto ha detto...

Che tristezza.
Non so più nemmeno a chi dare la colpa.
Mi farò fare una lobotomia frontale, così almeno vivo più sereno...

Anonimo ha detto...

....e Io che volevo chiamare mia figlia MELISSA! Liam

yodosky ha detto...

Beh, puoi chiamarla Silvia. O Berluscona.
Pensa che bello...