A proposito del disegno di legge 1360, con cui alcuni parlamentari dell'attuale maggioranza propongono l'istituzione di un Ordine del Tricolore, con relativo assegno vitalizio, a tutti quanti abbiano preso parte alla guerra del 1940-45, inclusi i combattenti delle “formazioni che facevano riferimento alla Repubblica Sociale Italiana” (a fianco della Wehrmacht e delle SS), propongo che, in nome del “superamento di tutti gli steccati ideologici” e “rimarginare le ferite di un passato tragico e cruento nell'interesse dell'intera collettività”, sia istituita un'analoga onorificenza alla memoria per gli italiani che durante le guerre risorgimentali hanno militato nelle forze imperial-regie, papaline e borboniche.
Così il professor Mario Barenghi, Università di Milano Bicocca, sulla rubrica Lettere, commenti&idee de la Repubblica di oggi.
Trattasi di provocazione, ovviamente. Il punto è che in questo povero paese provocazioni del genere possono assomigliare moltissimo all'orizzonte di attesa di qualcuno, oggi come oggi: vedi, ad esempio, quello che è accaduto a Roma, qualche mese fa, alla commemorazione dei fatti di Porta Pia.
Mi dispiace per il professor Barenghi (e pure un po' per me, sapete?), ma lo Zeitgeist, in Italia, a.D. 2009, pretende che la Storia venga pacificata. Chi non si adegua è un immorale, o un sanguinario.
E ha un bel dire Emilio Gentile, grandissimo storico (”ma che vuol dire storia pacificata? La storia condivisa sarebbe possibile solo con una rimozione collettiva delle differenze fra i valori, i principi e gli ideali che hanno diviso gli italiani. Come dire: i combattenti per la libertà e i combattenti contro la libertà sono accomunati dal valore del combattimento, e questo basta a riconoscere la pari dignità dei loro ideali. Una storia così scritta sacrificherebbe la verità storica sull'altare della memoria comune”), ha un bel dire ma io credo che noi italiani siamo ormai pronti, prontissimi, a rappacificarci con Franceschiello: poche storie.
Trattasi di provocazione, ovviamente. Il punto è che in questo povero paese provocazioni del genere possono assomigliare moltissimo all'orizzonte di attesa di qualcuno, oggi come oggi: vedi, ad esempio, quello che è accaduto a Roma, qualche mese fa, alla commemorazione dei fatti di Porta Pia.
Mi dispiace per il professor Barenghi (e pure un po' per me, sapete?), ma lo Zeitgeist, in Italia, a.D. 2009, pretende che la Storia venga pacificata. Chi non si adegua è un immorale, o un sanguinario.
E ha un bel dire Emilio Gentile, grandissimo storico (”ma che vuol dire storia pacificata? La storia condivisa sarebbe possibile solo con una rimozione collettiva delle differenze fra i valori, i principi e gli ideali che hanno diviso gli italiani. Come dire: i combattenti per la libertà e i combattenti contro la libertà sono accomunati dal valore del combattimento, e questo basta a riconoscere la pari dignità dei loro ideali. Una storia così scritta sacrificherebbe la verità storica sull'altare della memoria comune”), ha un bel dire ma io credo che noi italiani siamo ormai pronti, prontissimi, a rappacificarci con Franceschiello: poche storie.
Si attende, tra le altre cose, l'apposita fiction Rai.
19 commenti:
Ormai non siamo neanche al già becerissimo "chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce o' passato". Stiamo sempre più entrando nel "tramutiamo i collaborazionisti dei nazisti in eroi della patria e facciamo diventare farabutti i combattenti per la libertà"
Un paese di ignavi (nella miglior ipotesi) cialtroni.
http://lucianoidefix.typepad.com/
D'altra parte, come disse il bardo, il tradimento non ha mai successo, perchè se ha successo nessuno lo chiama tradimento.
Nel nostro caso non lo si chiama tradimento neppure se fallisce.
Garantismo....
(@Tic: ocio, Zeitgeist, non zeitgeist. Che sennà in Germania cominciano a vedere tutto nero...)
Ach so, alles schwarz. Alles. Unsere alte italiener Freunden sind so sympatisch, es ist recht ein Geschenk ihr zu geben.
Karl Wolff.
Coca Cola Company, Berlin W.
Diffido dai regali tedeschi.
Anch'io temo i tedeschi e i loro regali.
dovreste diffidare soprattutto del buon karl wolff, che si è impossessato di me per qualche minuto mentre scrivevo.
era dirigente della coca cola company a berlino ovest, per un periodo. prima...
Generale delle Waffen-SS. I nazisti adorano le cose gassate.
Sei orrenda.
Stavo pensando di tradurre i vostri post nella lingua locale ai miei colleghi per dar loro un esempio di "fair play" italiano..
una sorella tornata in cruccheria
Tra l'altro loro non ci vanno tanto meno pesanti. Descrizione della scena: pranzo tutti assieme e si parla dell'utilitá delle persone ricche.
io: "Si devono sposare e poi si chiede il divorzio. Peccato che non ce ne siano tanti.."
tedesco: "Beh, sei italiana, quindi sposerai un mafioso ricco, no?"
gelo in sala..
sempre una sorella in mezzo ai tedeschi
Il simpatico humor tedesco tanto caro ai polacchi.
e ai russi, non dimenticare. ma quando i tedeschi provan a far le battutine ai russi in quel caso sì, che cala il gelo in sala.
per far le battutine sui polacchi non serve esser tedeschi!
I tedeschi, tanto per restar su un piano assolutamente fondatamente filologico, sono quelli che, razza eletta, fanno battutine dall'alto del loro sandalo jesolano, vero?
Confesso che, quando sento dare ordini in tedesco mi vengono i brividi.
Dalla Germania, però, come dimenticare il grandissimo, sommo e geniale Ernst Theodor Wilhem Amadeus Hoffmann? Uno dei romanzieri più originali di tutti i tempi e di tutti i paesi? (Esagero? Avete mai provato a leggere roba come "Punti di vista e considerazioni del gatto Murr sulla vita nei suoi aspetti e biografia frammentaria del maestro di cappella Johannes Kreisler su fogli di minuta casualmente inseriti" oppure i racconti o "Gli elisir del diavolo"? Siamo agli inizi dell'Ottocento e Hoffmann, pur tipico del suo tempo, è anni luce avanti a tutti. Un gigante, tragico, ironico, sperimentale e solido, pieno di suspense)
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@ Luciano. Sì, l'ho studiato più per piacere che per dovere, quel periodo della letteratura tedesca. Die Romantik. Molto affascinante. Ma è anche vero che dalla culla della filosofia non mi stupisco che siano nati anche gli omini in nero (e qua Diogene potrà dire la sua).
@ Fabio Montale: certo, le sue battute sulla Polonia sono STORICHE... Si vergogni. Think to eat, hurry up.
@ Zimisce: oddio, tra russi e tedeschi... Mi viene in mente la barzelletta del comunistaz italiano che nel 1950 vince un viaggio in Russia, va in piazza Rossa e ci trova un suo ex compagno di lager.
"Ivan!" dice, incredulo. "Sei tu?" L'altro lo guarda perplesso.
"Non ti ricordi? Sono Pino! Non ti ricordi? Eravamo insieme a Mauthausen!!"
E Ivan: "Mauthausen...eh, bei tempi".
heheh, teribbile questa. beh c'entra poco ma ti rispondo con un'altra.
secondo dopoguerra, un satellite russo in orbita incontra un satellite americano. alzano l'antennina e si salutano con un "sieg heil!"
Avete appena assistito all'angolo del buonumore, a cura di Yodosky e Zimisce.
Toh guarda, mio cugino.
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