lunedì 5 gennaio 2009

The Alamo

Oggi, sulla pagina delle lettere del quotidiano il Piccolo, edizione di Monfalcone, un tizio - dopo essersela presa con il “(fortunatamente) ex assessore alla Cultura Stefano Piredda” (che poi sarei io), reo di “incomprensione e disprezzo” nei confronti “della cultura e della tradizione monfalconese” - scrive che a Monfalcone “per fortuna rimane un manipolo di valorosi che dal Fort Alamo della Pro loco combatte ancora per salvaguardare le nostre tradizioni, la nostra memoria e con esse la nostra identità”.
Io non posso difendermi in alcun modo da certe accuse, che si sappia. Non posso perché esse colgono nel segno. Eccome.
Oddio, forse il “disprezzo” che mi viene imputato è qualcosa di troppo forte (trattasi, insomma, di parola degna di miglior causa).
Devo dire, però, che trovo tutto sommato fondata l'accusa di non aver mai compreso veramente, da cittadino prima ancora che da (fortunatamente) ex assessore, “la cultura e la tradizione monfalconese” nella loro essenza. Di conseguenza, non ho mai potuto coglierne, e apprezzarne, la pregnanza. E dire che vivo a Monfalcone da ormai quarant'anni...
Ma per fortuna un bel manipolone di valorosi, dal Fort Alamo della Pro loco, combatte ancora per salvaguardare le nostre tradizioni, la nostra memoria e con esse la nostra identità di monfalconesi.
Fosse dipeso da gentaglia come me, saremmo già tutti lì a parlare lo swahili.

31 commenti:

Zimisce ha detto...

beh, mica di buon auspicio citare alamo. ma poi i messicani chi sarebbero? ehehehhe.

per quanto mi riguarda, se c'è un'identità monfalconese direi che coincide con quella dei paesi bisiachi. per quanto ami la grezzuria e il gusto per le frasche, credo che il suo alamo la tuteli più che a sufficienza.

e poi dai, abbiamo anche marongiu e gli sporcaccioni.

trovo invece interessante l'identità storica di queste parti. monfalcone ad esempio aveva un'identità architettonica forte, ma per trovare un responsabile della sua scomparsa totale ed irreparabile bisogna come minimo andare indietro alle bombe angloamericane e alle speculazioni edilizie democristiane (e non solo).

roba vecchia insomma. certo non da tirare in ballo un (fortunatamente) ex assessore che, comunque, con tute quele mostre ne gaveva proprio roto i coioni, ciò.

tic. ha detto...

E che no?

Solo una curiosità, bizantino della malora: chi caspita sono marongiu e gli sporcaccioni?

Zimisce ha detto...

hehehe sapevo che avrei incuriosito. daghe!

http://isporcaccioni.ifastnet.com

con il bisiaco si fanno poche cose. il rock&roll è una di queste. consiglio in particolare due canzoni che fanno piuttosto piegare: TURIAC e MI.SON.OMO. se si ha il gusto per il trash, chiaramente. le farò una copia del cd.

Fabio Montale ha detto...

adesso cerco un torrent con Turiàc! Imperdibile

tic. ha detto...

E io mi farò inviare da Enzo Marsilio una foto del Teno, o del Vuiti (o Vuitti) o di siore (o sciore) Marie e gliela regalerò.

yodosky ha detto...

Dio, pensavo di aver visto tutto.

barone von furz ha detto...

una volta...poco tempo fa pensate che il buon marongiu commentò un blog nel quale si elogiavano gli elio e le storie tese. Li accusò di aver perso la loro forza innivativa...marongiu dixit...marongiu.
Ovviamente scatenò la mia assoluta reprimenda.
Per il resto le tradizioni bisiache si possono riassumere nel viva l'a. e po bon, nell'ubriacarsi e nel far festa. Cosa che alcuni consiglieri regionali ed uno in particolare lo fa senza paura e dimostrando di essere un proud bisiac.

alessandro perrone ha detto...

Anche a Marongiu e gli Sporcaccioni, la Siora Maria, per la quale hanno un "patos" non da poco, sta sulle balle, la frase finale del brano "Maria" è emblematica:"Maria ti mangerò stasera coi pomodori e l'insalata, volevi essere valorizzata (e qui la critica raggiunge l'apice.... alla faccia di Marsilio)....beh mi farò una scorpacciata...di te bambina". Insomma sta canzone è un atto di protesta contro tutte le Siore Marie tanto care alla "bisiacchitudine" istituzionale.
I Sporcaccioni xe l'altra bisiacaria?

tic. ha detto...

Un sogno: Marongiu vincitore del Festival de la canson bisiaca!!!

(tra l'altro, quand'ero assessore, il Festival de la canson bisiaca era una manifestazione da me amata come poche! Non vedevo l'ora che arrivasse il giorno della competizione canora! Ricordo in particolare la prima edizione e la canzone vincitrice in quell'occasione, la meravigliosa IERO STRACA: piansi come un vitello, ascoltandola. E' la storia di una donna che vive un menage non proprio fortunato con il suo uomo - anzi, con il suo 'omo' - un essere insensibile. Uno che beve e la bastona, se non ricordo male, e poi scopa in giro. Marongiu, probabilmente)

yodosky ha detto...

Ah, me lo ricordo! Ero tra il pubblico. Dovettero portarmi via a forza alla fine della competizione. Urlavo a squrciagola: "Il cd! Vendetemi il cd!"

tic. ha detto...

Ero anch'io sopraffatto dall'emozione.
Al punto che avrei voluto intitolare il teatro comunale agli inventori della magnifica kermesse canora che dal Fort Alamo della Pro loco combattevano allora e ancora combattono per salvaguardare le nostre tradizioni, la nostra memoria e con esse la nostra identità.

Unknown ha detto...

Come cantava Ligabue nel suo primo disco: "Identità...figlio d'un cane, figlio d'un cane, figlio d'un cane, figlio di cinque minuti, figlio d'un preservativo rotto"
A me invece sgomentano, questi tizi abbarbicati a una sola e monolitica identità (mentre noi tutti siamo, anche dentro noi stessi, multi-identitari, con identità composite. E guai a chi invece si rifugia nel fortino di una unica appartenenza).
http://lucianoidefix.typepad.com/

tic. ha detto...

Ah guarda, Luciano, non mi pare proprio il caso di far codesti discorsi da intellettuali distanti dal popolo.
Di 'ste ubbie da sinistrorsi i difensori di Alamo se ne impipano alquanto.
Quelle che per noi barbosi che leggiamo troppi libri (e nemmeno quelli che vendono di più) rappresentano solamente delle scoppiettanti scorreggine di forte odore leghista, per 'sta gente vera son ciacole (son ideali) di ogni giorno.
In realtà quello dei difensori di Alamo è solo un povero, triste strapaese bombardato da quella tivvù che tutto appesta e tutto corrompe, ma chi ha voglia di spiegarglielo, al prode manipolo e ai suoi corifei?

yodosky ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
alessandro perrone ha detto...

Marongiu e i sporcaccioni, no perché sono troppo alternativi, ...e poi i la gà con la siora Maria, poreta! Però si potrebbe pure proporre di dedicare il teatro a: Giovanin dei usei.
Poi ci restano: Marco el mona, Frine e Maria la calsa, che oggi vincerebbero tranuillamente l'Isola dei Famosi.
Poi el "mitico" bar "mudanda" potrebbe rientrare tra i luoghi tutelati dall'Unesco.
Infine, propongo che una via qualsiasi, venga rinominata: Via de la busata, visto che la nostra ridente e amena città ne era piena.

Anonimo ha detto...

Quando Frine passò a miglior vita un mio caro amico mi propose, in effetti, di intitolargli in teatro comunale.

Fabio Montale ha detto...

E a Gino Nistri gnente? Me lo ricordo che'l sotàva, co se 'ndava a sugàr de balòn a li' de la cesa de don Lucio, tal giasso, e i me ciamava Ucio, perche' mi andavo a zogàr a balòn sul iazo, cio', 'dei.

Anonimo ha detto...

Ossignore. Ossantissimi numi. Mammamia.
Il prossimo che si permettere di scrivere in bisiac su sto povero blogghe, prima lo insulto, poi lo censuro.

Zimisce ha detto...

ciò ma sta qua xe una provocasion! ecote un bel comento bisicaz'! hah e ben te sta, ti e le to mostre. e te digo de più, ve le mando via meil le cansoni de marongiu, cusì ve fazè una cultura vera ti e quel'altra.
vivalà!

yodosky ha detto...

E Sergio Inter, pace all'anima sua?

yodosky ha detto...

@ Zimisce: e se vedo solo una canson de marongiu sula mia meil la prosima volta te andarà ti a recuperar el kuraz de croce ortodosa nel golfo. Cipa.

barone von furz ha detto...

lei tic abitava in via della busata 69 non è vero ?

alessandro perrone ha detto...

Devo dire che avevo pensato anche a Gino Nistri, figura inquietante della mia infanzia, visto che era incattivito per le troppe angherie subite e quindi, sempre pronto a menare qualche calcio o qualche manata a casaccio.
Su Sergio Inter invece, m'associo a Yodosky, se esiste un anima, spero che la sua dorma in pace, visto la vita difficile e sfortunata che gli è toccato vivere.

yodosky ha detto...

Sig. Perrone, vista così la Bisiacaria sembra davvero l'allegra vita dei santi...

barone von furz ha detto...

...a questo punto provo a spostare questa centralità monfalconese(anche se poi il sindaco che è un bell'uomo, va detto, propone la città comune...)citando alcuni personaggi staranzanesi di indubbia fama come gigi s'ciaiba, ciano cantante e toni sdavass. Mi sembra stiano a proprio agio tra cotanta schiera...

barone von furz ha detto...

...se qualcuno poi si chiedesse...ma è lui o non è lui, dico di sì: ciano cantante era conosciuto anche con il nome di ciano della Nera(sua moglie)

alessandro perrone ha detto...

Bisiacaria è: Marieta buta so el paion, che dormo in strada.

Anonimo ha detto...

Bisiacaria è... Fabio Del Bello che tutela il vernacolo bisiac.
Dal mondo cattivo, lo tutela.

Barone, in nome di dio (anche se dio non esiste, lo sappiamo)... CHI ERA TONI SDAVASS?????

barone von furz ha detto...

toni sdavass era un notabile starànzanese e tra le sue qualità c'era quella di non essere molto ordinato da cui il curioso soprannome. altro non so dirle fa parte della mitologia starànzanese non l'ho conosciuto come gli altri citati. Ah dimenticavo c'era anche toni buri un pescatore che viveva in un cason.

Anonimo ha detto...

Chi di voi infami prova a darmi una definizione di "cultura bisiaca"?
Un giorno vado sulla rubrica posta de Il Piccolo e la chiedo anche ai soliti opinionisti che tanto ne parlano.
Ma intanto, a voi: cos'è, sta cultura bisiaca?

barone von furz ha detto...

e con questa domanda si è esaurito il dibbbbattttito...vorrà dir pur qualcosa..