sabato 1 ottobre 2011

Post (moderatamente) colto con caduta di stile finale

Charles Péguy (1873-1914), singolare figura di intellettuale cattolico francese (un cattolico pochissimo ortodosso), ha lasciato scritto che «le pécheur est au cœur même de la chrétienté... Nul n'est aussi compétent que le pécheur en matière de chrétienté. Nul, si n'est le saint».
Traduco: il peccatore si trova nel cuore stesso della cristianità... Nessuno è competente quanto il peccatore in materia di cristianità. Nessuno, tranne il santo.
Parole su cui riflettere, no? Le trovate, tra l'altro, in esergo a Il nocciolo della questione, uno dei capolavori di Graham Greene, che era pure lui un cattolico ma non amava per niente essere definito “scrittore cattolico” e adesso non sto qui a spiegarvi perché.


Ora, se prendiamo per un attimo sul serio il punto di vista di Péguy, ecco che forse acquistano un senso le parole del cattolicissimo ministro Rotondi (non so bene che faccia abbia: forse è questo qui,

o magari quest'altro qua)

che nei giorni scorsi ha dato di Silvio Berlusconi la seguente definizione: “un santo puttaniere”.
Proviamo a metterci, per un momento, nei panni di un cattolico di quelli tormentati e pensosi. Su, su, che non è troppo difficile...

Bene: e se Santa Romana Chiesa, che ha fatto capire, da qualche tempo, di voler abbandonare Silvio Berlusconi al suo destino, stesse sbagliando?
Magari - chi lo sa, chi può dirlo? - il papi della Patria - con tutte le sue Began, le sue Minetti, le sue ninfette montenegrine: le sue maddalene, insomma - si trova, in questo momento, diciamolo pure con le parole di Péguy, nel cuore stesso della cristianità...
Pensateci: il cuore della cristianità, in questo preciso istante, potrebbe battere nel lettone di Putin a palazzo Grazioli o nella discoteca con i pali per fare la lap-dance della villa di Arcore.
Cosa stiamo facendo, dunque?
A chi stiamo voltando le spalle, eh?
Ma non si è fatto uomo per i peccatori, per noi peccatori, Gesù Cristo? Mi pare si fosse detto così, temporibus illis, no?
Cari miei, son dilemmi etici laceranti, questi: non possiamo mica liquidarli facendo bellamente spallucce, nevvero? Non abbiamo forse dei precisi doveri morali, noi, verso il nostro povero fratello puttaniere?


P.S.
I cattolici italiani mi hanno definitivamente rotto i coglioni.

2 commenti:

Alessandra ha detto...

Sei sicuro che giri male per te oggi? Te lo chiedo solo perché trovo che il tuo post sia bellissimo.
Beh si, certo, i tuoi son dubbi condivisibili, filosoficamente parlando. Ma altrettanto filosoficamente si potrebbe andare a rileggere Popper e tutto il relativismo, giusto per corroborare quel "vaffa..." che ci esce dall'anima quando incontriamo un mentecatt-olico italiota che si attacca al tram della semantica per definire l'indefinibile.

paperink ha detto...

Beh, scusa, garda chi stanno facendo santi adesso, se non c'è puzza di zolfo lì...