Il ministro Tremonti è stato davvero lapidario col suo collega di governo Renato Brunetta: «È un cretino».
E sarà stato pure un fuorionda, ma insomma... un cretino è un cretino.
Tutto ciò mi ha fatto pensare ad Achille Starace.
Sapete Starace, no?
L'inventore del "Camerati, saluto al Duce!" con la platea che doveva rispondere "A noi!".
Il fascistissimo sostenitore dell'orbace, del saluto romano contro la stretta di mano e del "voi" contro il "lei" (ritenuto troppo femmineo).
Il nemico dei forestierismi che arrivò a tradurre "water closet" con "sciacquone", "ouverture" con "ouvertura", "Wanda Osiris" con "Vanda Osiride" e, se non ricordo male, pure "Renato Rascel" con "Renato Rascele".
Il gerarca più vulcanico di tutti, un misirizzi sempre entusiasta, talmente devoto a Mussolini da meritarsi il soprannome di "Claretto Petacci".
Perché, pensando a Brunetta, mi è venuto in mente Achille Starace?
Mah, non saprei dire...
Forse perché Italo Balbo amava definirlo, à la Tremonti, "un cretino" (e Galeazzo Ciano "un coglione che fa girare i coglioni")?
Forse perché - un po' come l'attivissimo, e sempre straordinariamente facondo, Brunetta - Starace era un personaggio involontariamente comico?
Forse perché Brunetta, come Starace (che rese l'anima gridando "Viva il Duce!"), mi sembra uno che giammai, per niente al mondo, rinnegherebbe il proprio amatissimo condottiero?
Boh, chissà...
1 commento:
Fiori d'arancio per il cretino. Uno che si sposa a 61 anni e che non trova altro testimone di nozze se non uno che alle conferenze stampa non lo sta nemmeno a sentire (Sacconi) è veramente una persona di successo.
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