Mercoledì 4 maggio esce Per sempre, il nuovo romanzo della Tamaro. Secondo le pagine della cultura de Il Piccolo, "Susanna Tamaro racconta in questo libro una storia di amore e morte". E fin qui niente di inedito, mi pare di poter dire: già William Butler Yeats sosteneva che la letteratura - tutta la letteratura, di ogni tempo e luogo - tratta, in fondo, di due cose soltanto: l'amore e la morte.
Più interessante mi pare invece la trama: "Quando Matteo perde, in un misterioso incidente stradale, la sua adorata Nora, per lui la vita si trasforma in un buco nero. L'alcol, il sesso senza amore, diventano suoi compagni di strada. Fino a quando capisce che solo l'onestà verso se stessi può dare un senso al dolore, al vuoto profondo. Sceglie di ritirarsi a vivere in solitudine, a contatto con la Natura, e inizia la sua ricerca. Come i santi di un tempo lontano".
La Tamaro dice che pensare tutto ciò le è costato molta fatica e io non stento crederle. Dev'essere stato davvero arduo, per lei, il cimento. Pensateci: un incidente stradale (misterioso...), un grave lutto in famiglia, litri su litri di Jack Daniels per dimenticare, i dischi dei Rolling Stones suonati ad altissimo volume, qualche puttantour after midnight, magari - che so? - pure un trans ogni tanto in compagnia di Marrazzo che li conosce proprio tutti e un bel giorno - ma attenzione: solo dopo aver toccato il fondo - la grazia! La grazia che ti si manifesta in un succedersi di epifanie così folgoranti che proprio non puoi fare a meno di chiederti: "Ma cosa sto facendo? Ma chi sono, io?". E allora parti, lasci Sodoma e Gomorra e vai a vivere in una baita d'alta montagna: in Carnia, se proprio vuoi espiare fino in fondo. Lì, poi, comincia la tua ricerca: funghi porcini, frutti di bosco, cose così... Notevole, no?
Le hanno chiesto perché, questa volta, i personaggi più forti del suo romanzo sono uomini e non donne. Ha risposto che "nella letteratura del nostro tempo, gli uomini sono solo mafiosi, stupratori o serial killer. Per questa mia storia di iniziazione all'assoluto ho scelto, proprio di proposito, il lato maschile. Volevo andare controcorrente. Per dimostrare che oggi ci sono uomini diversi da quelli dei romanzi".
Capito? Secondo la Tamaro tutta la letteratura contemporanea parla solo di mafiosi, stupratori o serial killer.
Il grande poeta Yeats, mi sa, era un tantino meno generico. Ma solo un tantino, eh... Appena un'idea.
La Tamaro dice che pensare tutto ciò le è costato molta fatica e io non stento crederle. Dev'essere stato davvero arduo, per lei, il cimento. Pensateci: un incidente stradale (misterioso...), un grave lutto in famiglia, litri su litri di Jack Daniels per dimenticare, i dischi dei Rolling Stones suonati ad altissimo volume, qualche puttantour after midnight, magari - che so? - pure un trans ogni tanto in compagnia di Marrazzo che li conosce proprio tutti e un bel giorno - ma attenzione: solo dopo aver toccato il fondo - la grazia! La grazia che ti si manifesta in un succedersi di epifanie così folgoranti che proprio non puoi fare a meno di chiederti: "Ma cosa sto facendo? Ma chi sono, io?". E allora parti, lasci Sodoma e Gomorra e vai a vivere in una baita d'alta montagna: in Carnia, se proprio vuoi espiare fino in fondo. Lì, poi, comincia la tua ricerca: funghi porcini, frutti di bosco, cose così... Notevole, no?
Le hanno chiesto perché, questa volta, i personaggi più forti del suo romanzo sono uomini e non donne. Ha risposto che "nella letteratura del nostro tempo, gli uomini sono solo mafiosi, stupratori o serial killer. Per questa mia storia di iniziazione all'assoluto ho scelto, proprio di proposito, il lato maschile. Volevo andare controcorrente. Per dimostrare che oggi ci sono uomini diversi da quelli dei romanzi".
Capito? Secondo la Tamaro tutta la letteratura contemporanea parla solo di mafiosi, stupratori o serial killer.
Il grande poeta Yeats, mi sa, era un tantino meno generico. Ma solo un tantino, eh... Appena un'idea.
4 commenti:
Hai dimenticato di dire, nella trama, che il tizio scoprirà dio avere un figlio segreto gay, da lui interpretato come segno dell'odio di Dio nei suoi confronti.
Diobono la Tamaro... Per fortuna che non ha più indovinato un titolo, e quindi i suoi libri sono passati come acqua fresca.
Praticamente la storia di Paolo Brosio e il " Miracolo di Medjugorje" ...uahhhhahhhhaaa....usssignuuurrr...
E apposta ho intitolato "Capisaldi della cultura cattolica, pt.2"! Il "Capisaldi della cultura cattolica, pt.1" proprio di Paolo Brosio parlava...
...azzzz non l'ho letto...rimedio subito, grazie
Posta un commento