mercoledì 8 dicembre 2010

Renegade communists do it better!

“L'intellettuale è più su, più giù. L'intellettuale è più oltre!”
(da C'eravamo tanto amati, di Ettore Scola, 1974)






Che forte, Massimo D'Alema!


L'altro ieri era comunista (sapete i comunisti, no? Quelli che ritenevano che dare a uno del 'socialdemocratico' fosse molto peggio che dargli del coglione), ieri socialdemocratico (perché sarebbe stata “un'anomalia tutta italiana” - ricordate? - un Ulivo che dalla socialdemocrazia europea pensasse di prescindere) e oggi... ma oggi è oltre, no? Anzi, più oltre!
Perché la socialdemocrazia non basta più, perdinci. L'ha scritto qualche giorno fa, l'intelligentissimo D'Alema, su un giornaletto di quelli tanto à la page tra i riformisti de noantri (“la principale sfida che socialisti e socialdemocratici devono affrontare oggi è la progettazione di un nuovo ciclo politico, che non deve essere il semplice ritorno al vecchio modello tradizionale socialdemocratico. Piuttosto, dobbiamo considerare il contributo che la socialdemocrazia europea può offrire ad una coalizione progressista e democratica. Non lo dico soltanto dal punto di vista partitico, ma anche in termini culturali e sociali più ampi e profondi. Un’ampia coalizione della quale la socialdemocrazia sarà solo una componente”) e tutto ciò forse sarà pure vero ma suona malissimo, detto da lui.
Non so a voi, ma a me stanno proprio sulle palle quelli che pensano di essere perfettamente in grado di recitare tutte le parti in commedia e con esiti ugualmente brillanti...
Il problema, però, è il pubblico e solo il pubblico, visto che – incredibilmente! - Massimo D'Alema un suo pubblico ce l'ha ancora.
E le alternative mica sono migliori.
Prendiamo Vendola.


Me lo ricordo bene, io, l'immaginifico Nichi, quando andava in giro per l'Italia, dopo la Bolognina, a spiegare al popolo beota che era proprio tanto bello continuare a chiamarsi comunisti, e che no? Gli piaceva un sacco, quella vecchia narrazione del Novecento, al nostro. Così diceva, almeno. E – sapete? - lo diceva precisamente con la stessa prosopopea che sfoggia di questi tempi: ma la stessa proprio sputata sputata, eh!
Poi l'ho visto sedere soddisfatto, per anni annorum, accanto al pensoso Fausto Bertinotti, il subcomandante degli happy hour: gli piaceva una botta, al Nichi, la narrazione del Fausto e lo comunicava molto volentieri a tout le monde perché, si sa, lui è uno comunicativo. E sempre con la stessa prosopopea che sfoggia di questi tempi, lo comunicava: ma la stessa proprio sputata sputata, eh!
Poi me lo vedo negli ultimi mesi, negli ultimi giorni, in giro a destra e a manca dopo esser stato miracolato dall'intelligentissimo D'Alema che per ben due volte ha scelto di fargli la guerra, giù in Puglia, e mica candidandoglisi contro direttamente, cosa che avrei pure capito, bensì utilizzando tutte e due le volte lo stesso carneade - anzi lo stesso utile idiota (leninisticamente parlando, si intende...) - nella convinzione, squisitamente progressista, che a) mai e poi mai i pugliesi – gente tradizionalmente moderata e timorata di dio - avrebbero votato per un comunista omosessuale e che b) la Puglia fosse cosa sua e solo sua, e quindi i pugliesi potevano benissimo votare per il cavallo del politico più intelligente d'Italia e si ricordassero pure di ringraziare.
Invece Vendola, ahi ahi ahi, vinse... Tra parentesi, si sa: se qualche mese fa Adriana Poli Bortone non avesse deciso di correre da sola, alla facciaccia del Pdl pugliese, forse mò staremmo raccontando un'altra storia, staremmo. Ma tant'è.
Ora, siccome da tempo, a sinistra, D'Alema è considerato una sorta di Re Mida al contrario – tutto quello che tocca si trasforma in merda: è cosa nota – al suo per-ben-due-volte-nemico Nichi Vendola è toccato per forza di assurgere a vette iperuranie, tra i tanti orfani della sinistra italiana (magari solo tra gli orfani della sinistra comunista italiana, che non era poi una cosa tanto banale da doversi meritare dei curatori fallimentari dello stampo di un D'Alema o di un Veltroni).
E qui siamo, a tutt'oggi: Nichi, Nichi, Nichi! Salvaci tu!!!
È stato Silvio, a insegnarcelo: un uomo solo al comando ci salverà tutti! Che poi Nichi lo chiamano Nichi perché Silvio lo chiamano Silvio, no?
Vendola ieri era comunista, l'altro ieri - assieme a Fausto Bertinotti - rimestava minchiate in nome della 'sinistra radicale' (chi se le ricorda, “le due sinistre”?) e oggi proclama che lui detesta sentir parlare di sinistra radicale perché sinistra radicale non significa (effettivamente...) nulla di nulla.
E sempre con la stessa prosopopea, il Vendola, eh: sempre con la stessa faccia come il culo.
Tutte le parti in commedia, via... Anzi, tutte le parti nella sceneggiata: iss', ess' e o' malament'.
Tanto il pubblico - dopo sedici anni di berlusconismo che, tra le altre cose, hanno letteralmente raso al suolo la sinistra italiana - è di bocca buonissima.
Massimo più oltre e Nichi: e sarebbe 'sta gente, a doverci salvare, sì?


E al di là dell'aspra invettiva - qualcuno potrebbe chiedermi - cosa proponi?
Di ricominciare a studiare, intanto.
Poi di andare meno in tivvù.
Poi di lasciar perdere la politica come biografia personale, la politica come narrazione e la politica come narrazione di una biografia personale.
Poi di smetterla di firmare deleghe in bianco a chiunque, e in special modo a certi valorosissimi condottieri da talk show.
Poi di lasciar perdere tutta quella gente che si autoassolve nella convinzione di essere l'eterna vittima dei politici cattivi e non la mamma dei medesimi.
Poi di ricordarsi di dire 'noi', qualche volta.
Poi, se non fa troppo schifo, di riscoprire un po' il gusto dell'indignazione e dell'intransigenza.
Infine, di darsi tempo.
Perché per uscire da 'sto casino immane ci vorrà del tempo.
E molta pazienza.

11 commenti:

alessandro perrone ha detto...

Al di là delle aspre invettive, appunto, sono commosso per la cristallina analisi leninista.

Ti saluto a pugno chiuso, compagno Piredda, è bello saperti uno di noi!

Fraternamente, hasta la victoria siempre!

tic ha detto...

Muchas gracias, companero!

Mammifero Bipede ha detto...

Uscirne fuori?
Tu pensi che riusciremo mai a venir fuori da questa melma capitalistico/affarista/berlusconiana/televisiva che ha permeato il tessuto sociale e noi tutti?
Siamo mai riusciti a venir fuori davvero dal fascismo, dalla democrazia cristiana, dal filoamericanismo, dal filocomunismo, dalla massoneria, dalle trame del vaticano?
Il paese è ormai un mare di merda, e solo gli stronzi più grossi ci galleggiano sopra.
Con tutta la buona volontà non vedo vie d'uscita. Non vedo possibile un mondo all'altezza delle mie aspettative. E penso di non aver più abbastanza tempo davanti nemmeno per riuscire a vederlo mai, anche nella più ottimistica delle fantasie.

tic ha detto...

Magari mia figlia...

Mammifero Bipede ha detto...

Magari i nostri nipoti...

Ultimamente penso molto a Mosé, che guidò un popolo alla terra promessa pur sapendo che non ci sarebbe mai entrato...

Anonimo ha detto...

Meio Vendola che D'Alema
(orami la politica se fa cussì, no?)

Anonimo ha detto...

Ed a causa di tutto quel tempo che ci vorrà non resterà più nulla di civile in questo paese.

tic. ha detto...

Dipende...

Anonimo ha detto...

Oddio, a voler considerare segno della civiltà il sole delle Alpi attaccato sulle finestre e sui banchi delle scuole qualcosa resterà.

tic ha detto...

Quei soli li hanno già tolti...

Anonimo ha detto...

Aspetta che stuprino la Costituzione seriamente (e questo nei prossimi anni di governo dei fautori delle classi differenziate perchè i disabili e gli extracomunitari rallentano l'appredimento degli ariani accadrà, o se accadrà...) e vedrai altro che soli.